Perché non abbiamo bisogno di un remake di “Grosso guaio a Chinatown”?

Nel giugno del 2015, il TheWrap, ha riportato la notizia che il famoso attore Dwayne “The Rock” Johnson stesse lavorando all’idea di un remake del film cult: “Grosso guaio a Chinatown” del maestro John Carpenter.

Nell’articolo si legge che Johnson vestirebbe i panni del protagonista Jack Burton, panni che erano stati vestiti da Kurt Russell nella pellicola originale del 1986, e che produrrebbe il film con Dany e Hiram Garcia, mentre Ashely Miller e Zack Stentz scriverebbero la sceneggiatura. Si legge inoltre che “The Rock” sarebbe intenzionato a coinvolgere Carpenter e Russell nel remake, sebbene mesi dopo Carpenter abbia dichiarato di non essere mai stato contattato per il progetto.

Grosso guaio a Chinatown” è uno dei film cult di Carpenter e uno di quelli di cui lui va più fiero, sebbene all’uscita nelle sale fu un flop a livello di incassi, non riuscendo nemmeno a coprire i costi per la produzione. Il film racconta la storia del camionista Jack Burton, che decide di aiutare il suo amico Wang Chi (Dennis Dun) a salvare la promessa sposa con gli occhi verdi di quest’ultimo dai “Signori della Morte”, gang criminale della Chinatown di San Francisco. I due amici nel corso della loro avventura avranno a che fare con stregoni cinesi, magia nera, sparatorie, scontri di arti marziali, nemici, mostri ma soprattutto si troveranno ad affrontare l’antico mistico Lo Pan (James Hong), il quale ha bisogno di una donna dagli occhi verdi per liberarsi da una maledizione centenaria.

Grosso guaio a Chinatown remake
La domanda:

La mia domanda di oggi è: ma abbiamo bisogno di un remake di “Grosso guaio a Chinatown”? Dopo una lunga ed attenta riflessione ho finalmente trovato le mie risposte a questo quesito che mi è stato posto da un amico tempo fa. In primis, il film in discussione è unico, perché questo capolavoro “carpenteriano” ha al suo interno una molteplicità di generi cinematografici che si fondono fino a formare uno dei più bei film del regista. Questa pellicola unisce in un solo elemento il film d’avventura alla Indiana Jones, la commedia e i film di fantascienza. Questo mix perfetto, difficile da ottenere senza cadere nello scontato e nel ridicolo, viene magistralmente bilanciato dalla maestria di Carpenter, il quale gira un film che verrà poi negli anni riscoperto nelle edizioni home-video e che verrà consacrato come cult degli anni ‘80.

L’importanza di Carpenter nel film:

In un remake di tale film non riuscirei ad immaginare l’assenza di Carpenter (come è successo negli ultimi reboot di “Halloween” di Rob Zombie) perché credo che l’influenza del regista ideatore del film sia fondamentale per la sua buona riuscita, soprattutto nel caso in cui si parli di uno dei più influenti registi della storia del cinema. Senza Carpenter, il film verrebbe probabilmente spogliato della sua vera natura, visto che quello del 1986 venne girato con l’idea di costruire una pellicola che fondesse la nuova corrente di film d’arti marziali asiatici dell’epoca e il genere fantascientifico che contraddistinse quegli anni.

Carpenter è di vitale importanza per il film, e lo si capisce soprattutto dalla colonna sonora,  da sempre uno dei suoi marchi di fabbrica. Infatti, al posto di optare per una atmosfera incentrata sulle musiche orientali (tipico dei film americani dell’epoca che narravano una storia con elementi asiatici al proprio interno) Carpenter va contro corrente, optando per il suo caro sintetizzatore su basi rock & roll.

“The Rock” vs Kurt Russell:

Un altro punto su cui soffermarsi per capire il perché non ci sia il bisogno di un remake di questo film è il fatto che “The Rock” non è Kurt Russell. Questo ruolo sembra cucito su misura per Russell che offre una delle sue migliori e più iconiche performance di sempre.

Egli riesce perfettamente ad interpretare il camionista Jack Burton, che è la perfetta personificazione della sbruffonaggine e della sfacciataggine. Il protagonista di questo film è l’antieroe di cui noi tutti abbiamo bisogno perché è molto più vicino all’uomo normale nella sua quotidianità rispetto a tutti gli eroi dei film di avventura; talmente vicino all’uomo normale che nel film Burton si trova catapultato in una rocambolesca avventura senza nemmeno accorgersene. Proprio da questo punto nasce il valore aggiunto del personaggio: non si prende sul serio. Questo elemento è la chiave vincente del protagonista interpretato da Russell, perché raramente sul grande schermo si vede un eroe maldestro che non riesce a combinarne una giusta, a differenza degli ultimi personaggi interpretati da “The Rock” (il personaggio che interpreta in “San Andreas” ne è un esempio). Questa caratteristica di Burton è perfettamente illustrata nella scena in cui, prima di uno scontro, all’urlo di battaglia spara al soffitto facendo cadere dei cumuli sulla sua testa e mettendosi così KO da solo.

Effetti speciali del film:

Grosso guaio a Chinatown remake

Chiusa la parentesi sul protagonista, a parer mio il film non ha bisogno di un remake perché è un film che funziona bene ancora oggi grazie alle scene di combattimento ben girate, all’intreccio della storia ben strutturato, alle buone performance degli attori, ai costumi e trucchi degni di una ottima scenografia odierna ma soprattutto grazie agli effetti speciali che, sebbene possano risultare un po’ antiquati, sono eccellenti se si considera l’anno 1986 e il budget stanziato per gli effetti speciali inferiore ai 2 milioni di dollari. Gli infiniti scontri, i tuoni lanciati dagli stregoni, i raggi sparati dagli occhi e dalla bocca di Lo Pan, il peloso servo di quest’ultimo e infine il mostro con più occhi fluttuante nell’aria sono solo alcuni esempi dell’egregio lavoro fatto dalla sezione effetti speciali del film.

“Dulcis in fundo”…

Grosso guaio a Chinatown” è un bellissimo film da riscoprire per chi non l’abbia mai visto, e soprattutto, non ha bisogno di remake visto che c’è l’alto rischio che possa andare incontro alla medesima triste sorte di “Ghostbusters – Acchiappafantasmi”, degno compare cult uscito 2 anni prima del film di Carpenter e indecentemente riproposto nel 2016.

I film cult non hanno bisogno di remake, hanno solo il bisogno di essere amati!

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