La storia infinita: curiosità dietro le quinte del Regno di Fantàsia

Il cavallo di Atreyu, le peripezie di Noah Hathaway e gli anatemi di Michael Ende

Andrà in onda questa sera alle 21.20 su Paramount Network La storia infinita, vero e proprio cult di genere fantastico del 1984. Diretto da Wolfgang Petersen, il soggetto del film trae libera ispirazione dall’omonimo romanzo del 1979 di Michael Ende. L’altissimo budget ne fece all’epoca il film di produzione tedesca più costoso di sempre; l’ingente investimento ottenne come riscontro un grandissimo apprezzamento da parte del pubblico. Anche oggi, a 36 anni dall’uscita nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, La storia infinità è un film che si rivede volentieri, pur con le sue ingenuità. Il film ha avuto due sequel: La storia infinita 2 del 1990 e La storia infinita 3 del 1994. Il making of è stato tutt’altro che semplice, fra ritardi nella produzione e vari incidenti di percorso. Vediamo allora nel nostro articolo alcune curiosità dietro le quinte de La storia infinita.

Il making of de La storia infinita, fra aneddoti e curiosità

  • Il cavallo di Atreyu. Una delle scene più commoventi de La storia infinita, oggetto della nostra prima curiosità, è la famosa, tragica fine del cavallo di Atreyu. Artax finisce intrappolato nelle sabbie mobili delle Paludi della Tristezza ed annega, esattamente come fa lo spettatore nelle sue stesse lacrime. Una scena senz’altro straziante per i suoi effetti, ma che è stata anche piuttosto difficile da girare. I cavalli detestano restare sommersi dalle acque e addestrare il povero animale a stare fermo su una piattaforma che affonda non fu certo impresa facile. Inizialmente la crew pensava sarebbero bastate due settimane per addestrare il cavallo, ma alla fine ce ne vollero sette; sette settimane che ebbero come conseguenza forti ritardi nelle riprese.
  • Steven Spielberg. Per portare La storia infinita sul mercato statunitense la produzione si affidò a Steven Spielberg. Il regista eliminò alcune scene e fece diversi tagli qua e là per rendere il ritmo del film più serrato. La versione statunitense de La storia infinita dura nel complesso sette minuti in meno rispetto a quella originale.
  • Denti mancanti e vertebre incrinate. Proseguiamo le nostre curiosità dietro le quinte de La storia infinita con un aneddoto che riguarda Tami Stronach. Nel film l’undicenne attrice di origini israeliane interpretava l’Imperatrice bambina. Quando perse i due incisivi superiori – denti da latte, vista la giovanissima età – le toccò recitare portando una protesi che le procurava una fastidiosa “zeppola”. Pian piano Tami Stronach imparò a controllarla grazie anche a un tutor per la dizione. Non andò meglio a Noah Hathaway che, calpestato dal suo cavallo sul set, riportò danni permanenti ad alcune vertebre.
  • “Un gigantesco melodramma”. O meglio, “un gigantesco melodramma di kitsch, commercio, peluche e plastica. Con queste parole Michael Ende dichiarò tutto il suo odio all’adattamento del suo romanzo, che secondo lui era stato brutalmente trasfigurato. “Ai produttori auguro la peste. Quello che mi hanno fatto è un affronto a livello umano e un tradimento a livello artistico”.

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