Psycho – Analisi e curiosità del capolavoro di Alfred Hitchcock

PARTE II: l’ omicidio nella doccia e l’ occultamento delle prove




Trama:

-Marion Crane decide di farsi una doccia rinfrescante e purificatrice dopo aver preso la decisione di restituire i soldi. Mentre è nella vasca entra in bagno una figura di donna apparentemente anziana che inizia a pugnalarla a morte. Norman Bates scopre l’omicidio commesso da sua madre, inizia a ripulire il sangue, nasconde il corpo della vittima in macchina e la fa sprofondare nei fanghi di una palude nelle vicinanze.

Analisi Tecnica:

-La scena della doccia: in assoluto la più celebre e terrificante di Psycho. Hitchcock riesce a mostrarci sia violenza che nudo senza far vedere nulla. In questo caso è stato fondamentale il montaggio delle varie rapide sequenze che compongono la scena. Sono talmente rapide che il nostro cervello si immagina di aver visto quello che in realtà non c’è. Pensiamo di aver visto parti intime e il coltello che affonda nella carne, ma sono immagini solamente suggerite. Il tutto è stato reso possibile grazie all’eccezionale montaggio e alla frenesia dell’azione miscelata a perfezione con la colonna sonora caratterizzata da quegli archi che sembrano scandire e dettare impietosamente il tempo delle pugnalate. La paura e l’adrenalina dello spettatore diventano palpabili completando il quadro: ne risulta una grande illusione, ne risulta l’idea di aver visto violenza e nudo in maniera cruda ed esplicita, quando invece è la nostra mente che ha costruito gran parte delle visioni. Questi accorgimenti permisero al regista di evitare la censura. Non fu un caso la scelta della location per l’omicidio: nella doccia infatti la vittima è particolarmente vulnerabile. La scena si conclude con l’inquadratura del vortice di acqua e sangue nello scarico della doccia in dissolvenza sull’ occhio vuoto di Marion.

Psycho analisi e curiosità

doccia 2

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-Da Marion Crane a Norman Bates: non è sconvolgente e spiazzante perdere la protagonista a metà film? Di nuovo con questa trovata il regista britannico fa intendere che può succedere di tutto. Adesso il centro dell’attenzione si sposta su Norman Bates che diviene la figura portante di Psycho. Nel libro di Robert Bloch il killer è alcolizzato, tozzo e di brutto aspetto. Bates invece è un bel ragazzo, gentile, sospeso in un limbo tra adolescenza ed età adulta, a tratti malinconico; è un personaggio con cui il pubblico entra facilmente in sintonia. Adesso sarà Norman Bates che dovrà nascondere le prove del delitto e noi ne diventiamo inevitabilmente complici, facciamo il tifo per lui e ne abbiamo piena consapevolezza quando tiriamo un sospiro di sollievo nel vedere che la macchina (con all’ interno il cadavere di Marion) sprofonda nei fanghi dopo aver dato l’ impressione di rimanere a galla. C’è questa sorta di parallelismo tra Norman e Marion. Tutti e due hanno la complicità dello spettatore anche se in momenti differenti, tutti e due hanno qualcosa da nascondere, tutti e due sono giovani, belli e apparentemente innocenti. Marion Crane dopo aver deciso di restituire i soldi fa una doccia purificatrice, quasi a scrollarsi di dosso le sue colpevolezze così come Norman Bates lava a fondo i bagni per “pulire” le sue colpe. L’ espressione divertita e maligna di Marion mentre ripensa al ricco derubato verrà ripresa nella scena finale con il sorriso diabolico di Norman chiudendo così il parallelismo tra i due.

Curiosità:

-La scena della doccia: 45 secondi di girato per circa una settimana di riprese. Per pensare la scena suddivisa in tutte le sue sequenze furono essenziali gli Storyboards. Hitchcock inizialmente ebbe l’idea di girarla senza colonna sonora. Il braccio del killer che accoltella è proprio quello del regista. Il rumore del coltello che penetra è stato ottenuto con un melone mentre per rendere la giusta densità e tonalità in bianco e nero del sangue fu usato sciroppo al cioccolato. Hitchcock ricorse ad un’attrice di nudo al posto di Janet Leigh e dal momento che Anthony Perkins era a NYC per un musical fu usata una stuntwoman nei panni della madre. La scena interpretata da Janeth Leigh dove si vede Marion morta con gli occhi spalancati e il viso schiacciato sul pavimento fu girata almeno venti volte. La complessità era data dalla posizione scomoda e dalla difficoltà di rendere lo sguardo “vuoto” come quello di un morto. Ma ci furono anche problematiche tecniche: la telecamera si allontana dall’occhio in maniera progressiva compiendo anche una piccola rotazione. A quei tempi esisteva solo il fuoco manuale e fu complesso per il cameramen allontanarsi mantenendo una messa a fuoco perfetta sull’iride. Tale scena al cinema generò grande paura nel pubblico tra persone che urlavano e persone che si alzavano in piedi. Inizialmente doveva essere presente un’inquadratura in cui veniva ripreso dall’alto il corpo nudo e senza vita di Marion. La scena fu poi tagliata da Hitchcock per evitare la censura generando così un litigio con lo sceneggiatore intenzionato a mantenerla.

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-Le minacce a Janet Leigh: negli anni successivi all’uscita del film Janet Leigh ricevette continue minacce di morte da alcuni stalker che gli auguravano una morte analoga a quella del film. Fu costretta a cambiare abitazioni e numeri di telefono. Inoltre sviluppò una vera fobia per le docce.

-L’auto di Marion Crane: dopo aver girato il film l’auto di Marion fu messa all’asta con una fattura di 150 dollari, il prezzo pagato per far ripulire la vettura una volta estratta dai fanghi in cui era stata sommersa.

-Norman Bates: da notare che il proprietario del motel svolge le comuni mansioni con la mano sinistra mentre quando impersona la madre diviene destrorso come nella scena della doccia dove impugna il coltello con la mano destra.

-Il libro di Robert Bloch: nell’omonimo libro da cui è stata tratta la sceneggiatura la donna veniva brutalmente decapitata nella doccia.

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