Suspiria: il film di Luca Guadagnino affascina Venezia

Direttamente dal Festival di Venezia, uno sguardo a uno dei film più attesi dell'anno, il Suspiria di Luca Guadagnino

La Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno ha svelato in anteprima uno dei film più attesi dal pubblico, la nuova versione di Suspiria diretta da Luca Guadagnino. Il regista, reduce dal successo internazionale di Chiamami col tuo nome, si confronta con un genere per lui totalmente nuovo e crea un’opera molto personale e sorprendente.

Partendo dall'”intoccabile” Suspiria di Dario Argento, Guadagnino sceglie la strada più saggia. Il suo film non è un remake ma una personale interpretazione dell’originale. Una lunga opera di danza, orrori e maternità che dimostra un talento registico da non sottovalutare. Di seguito trovate la nostra impressione a caldo di Suspiria.

Suspiria: l’affascinante versione di Guadagnino

La trama del Suspiria di Guadagnino ha alcuni punti di contatto con l’opera originale ma segue poi un percorso tutto suo. Berlino Ovest, 1977: dagli Stati Uniti giunge la giovane Susie Bannion (Dakota Johnson) per un’audizione presso una prestigiosa scuola di danza. Dal punto di vista storico è un momento caldo, la città sta affrontando il terrorismo e le vicende degli estremisti della RAF. Susie viene ben accolta, soprattutto dalla coreografa Madame Blanc (Tilda Swinton), ma non sa che la scuola è in realtà la dimora di una congrega di streghe.

L’arrivo di Susie coincide con la scomparsa di una ballerina, Patricia (Chloë Grace Moretz), la quale ha scoperto i segreti che si celano dietro la scuola. Susie, mentre fa enormi progressi, fa amicizia con Sara (Mia Goth), la quale comincia a nutrire dei sospetti nei confronti delle diaboliche insegnanti. Sulla congrega di streghe comincia a indagare anche lo psicologo Jozef Klemperer (Lutz Ebersdorf), che aveva in cura Patricia ed è tormentato da un tragico lutto.

L’horror secondo Guadagnino

Il non-remake di Suspiria diretto da Guadagnino non si può considerare un horror a tutti gli effetti. Esplorando temi assenti nell’originale ma molto interessanti, il film sembra concentrare l’orrore solo in poche sequenze, tuttavia lunghe ed efficaci, senza risparmiare nulla agli occhi dello spettatore. La lunga durata di 152 minuti è giustificata da una regia elegante e attenta ai dettagli e dall’approfondimento di temi la colpa, le implicazioni artistiche della danza e la maternità.

Guadagnino infatti si interroga sul ruolo della madre, mettendolo in relazione a quello diabolico della strega. Inoltre esplora il concetto di colpa e di divisione ambientando la storia nella Berlino Ovest di fine anni ’70, una città ancora divisa dove pesano i ricordi della guerra e del Nazismo. Su questa città si costruisce un’ambientazione totalmente diversa dal film di Argento, dove spiccavano colori caldi e irreali. I toni cromatici infatti si spengono, mantenendosi sempre grigi e freddi, grazie a un superbo lavoro di fotografia.

In questo horror d’autore, Guadagnino sceglie però anche di divertirsi con sequenze quasi da film di serie B. Se notevole è la scena del balletto demoniaco che ha terrorizzato il CinemaCon, la sequenza horror finale invece risulta troppo impostata sull’eccesso, fra esplosioni di sangue e musica di dubbio gusto. Dispiace infine appurare che la colonna sonora di Thom Yorke non è efficace e incisiva ma sembra troppo slegata dalle immagini.

Il Suspiria di Guadagnino può vantare fortunatamente di un ottimo lavoro di cast e reparto tecnico. Dakota Johnson dimostra di avere un grande talento mentre Tilda Swinton è magnetica e statuaria. Sorprendenti le interpretazioni di Angela Winkler (Miss Tanner nel film) e di Lutz Ebersdorf (si vocifera che dietro si nasconda la Swinton truccata ad arte). Per quanto riguarda l’aspetto tecnico va elogiata la regia estetizzante e attenta ai dettagli di Guadagnino, come anche il lavoro sul montaggio di Walter Fasano e sulla fotografia di Sayombhu Mukdeeprom.

Considerazioni generali

Il Suspiria di Luca Guadagnino è un film molto personale, che riesce positivamente ad andare oltre l’originale. È un’opera molto ricca e complessa che deve essere approfondita con più visioni. Muovendosi fra eleganza ed esplosività e fra genere e autorialità, dimostra di essere una pellicola anche migliore di quella di Argento. Anche se ha i suoi difetti e non spinge troppo sul lato horror, questo Suspiria è affascinante, disturbante e veramente sorprendente. La versatilità e il talento di Guadagnino ormai sono più che confermati.

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