One Chance: recensione del film diretto da David Frankel

L'opera della mia vita è la storia vera di Paul Potts, lirico che vinse Britain's Got Talent

One Chance – L’opera della mia vita, film di cui vi presentiamo la recensione, è uscito nel 2013 ed è diretto da David Frankel, regista del filosofico Collateral Beauty, dell’iconico Il diavolo veste Prada e dell’adattamento cinematografico dello strappalacrime Io & Marley. In questa pellicola del 2013 dirige il cast in una storia vera, quella del britannico Paul Potts. È il vincitore della prima edizione del Talent show Britain’s Got Talent (2007) ideato da Simon Cowell. Il suo primo album, One Chance, solo nel Regno Unito ha venduto più di due milioni di copie. Nessun dorma, famosissimo brano lirico che anche nel film il personaggio canta spesso, è arrivato alle prime posizioni delle classifiche in Germania e Austria. La colonna sonora è cantata proprio dal vero Paul, che ha contribuito alla ricostruzione della sua storia “cinematografica”.

Indice

One Chance recensione: La trama

Paul Potts è un corpulento ragazzo gallese appassionato di canto lirico, che fin da piccolo viene preso di mira dai bulli del suo paese. Questi lo picchiano ed intimidiscono in continuazione. A peggiorare la situazione il padre non lo supporta nella passione per la musica ma vorrebbe vederlo lavorare nell’acciaieria dove lui stesso fatica ogni giorno. Quando conosce una ragazza che s’interessa davvero alla sua felicità e lo spinge a credere in sé, decide di tentare la scalata al successo nel mondo della lirica e si trasferisce per un periodo a Venezia.

Il suo obiettivo è migliorare nel canto ed incontrare il suo idolo da quando era solo un bambino: Luciano Pavarotti. Non tutto però va come previsto e le sue insicurezze gli fanno perdere la speranza di sfondare come tenore. Ma è proprio quando la vita sembra aver scelto per lui un destino lontano dai suoi sogni, che le carte in tavola si rimescolano.one chance recensione

One Chance recensione: I protagonisti

James Corden interpreta il protagonista Paul Potts, con il quale condivide le forme morbide e una voce molto bella. Ha infatti recitato e cantato in musical come Into the woods, ma lo abbiamo visto anche in pellicole di successo quali la recente versione femminile della saga degli Ocean’s (Ocean’s Eight) e come doppiatore di Peter Coniglio nel film di animazione dello scorso anno Peter Rabbit. Naturalmente Corden è anche l’amato conduttore del The Late Late Show with James Corden dal 2015, ruolo che gli ha permesso di intervistare centinaia di super star e di ideare particolari format all’interno del programma. Due esempi sono Carpool Karaoke, un’intervista arricchita da momenti musicali all’interno di una macchina guidata da lui, con un cantante al posto del passeggero. Spill Your Guts or Fill Your Guts, una roulette russa che la star deve affrontare mangiando o bevendo una schifezza se non vuole rispondere ad una domanda scottante.

Alexandra Roach veste i panni della fidanzata e poi moglie di Paul, Julie-Ann Cooper. La sua Julie è dolce e premurosa nei confronti del marito e lo sprona a rialzarsi dopo ogni porta in faccia e problema di salute, dimostrandosi un’ottima spalla. La Roach ha partecipato anche a commedie come Girls’ night out, drammi tratti da romanzi come Anna Karenina e storie d’avventura e fantasia quali Il cacciatore e la regina di ghiaccio.

One Chance recensione: I personaggi secondari

Non potevamo poi non citare la madre di Paul, impersonata dalla scoppiettante Julie Walters. Si tratta dell’attrice star del fortunato musical Mamma Mia!, della celebre saga di Harry Potter nei panni della mamma di Ron Weasley, e in quelli della dura insegnante di danza in Billy Elliot. In L’opera della mia vita è una madre amorevole che crede nelle doti canore del proprio figlio e lo appoggia sempre e comunque, a differenza del marito.

Una menzione va anche alla piccola parte assegnata ad un’attrice della nostra penisola, Valeria Bilello; conduttrice e modella, qui è un’ottima cantante lirica che si ritrova a lavorare con Paul per vincere un concorso. I due diventano amici e lei lo porta a pranzo a casa sua per conoscere la famiglia; e come sarà mai rappresentata una famiglia italiana dal punto di vista americano? Come un gruppo di persone rumorose, calorose e che amano mangiare quantità esagerate di pasta. Cliché sugli italiani a parte, abbiamo potuto vedere la Bilello anche nell’apprezzata serie televisiva Sense8.

One Chance recensione: la piaga del bullismo

Nel film Paul è inseguito e pestato da una banda di teppisti da quando frequenta le scuole elementari, già appassionato di canto e sovrappeso, motivi per i quali viene preso di mira, fino all’età adulta. Anche in seguito al suo matrimonio, il capetto dei bulli non è cambiato per niente; lo deride affermando che la passione per la musica non lo porterà da nessuna parte, ma al contrario indebolisce lo spirito e non insegna a sostenere un pesante lavoro manuale (il bullo infatti lavora nell’acciaieria di cui fa parte anche il padre di Paul).

Viene mostrato il terrore e il disagio di sentirsi diversi o non all’altezza e il carattere persecutorio delle persone prepotenti, che si accaniscono su chi non gli tiene testa. Una sensazione di inadeguatezza che affligge il protagonista per tutta la vita, non importa in quanti gli abbiano detto che il suo canto è un dono o quanto sua moglie gli ripeta che è una persona speciale. È questo che fanno i bulli: puntano alle debolezze dell’altro e infieriscono, sapendo che non verranno affrontati e sviliti a loro volta. Ma è proprio qui che si sbagliano, e il film pone l’accento su questo: Paul nonostante tutto il dolore che gli è stato inferto non si vendica in modo “classico”, ma dimostra con il suo successo che prima o poi la dedizione paga. Alla faccia dei bulli, anche attempati, che non hanno realizzato niente di soddisfacente nella vita.

Una realtà alternativa

Potts è convinto che la musica sia in grado di trasportarlo in un’altra dimensione, più positiva ed appagante della sua quotidianità. Così che la sua realtà diventa spesso e volentieri il mondo nel quale lo proiettano i versi e le melodie dei famosi compositori di musica classica, come il suo amato Puccini. Conosce tutte le vicende dei personaggi che si struggono d’amore nelle tragedie che ascolta in continuazione attraverso le cuffiette del suo lettore, e in quel mondo così uguale a se stesso e conosciuto, lui si sente a proprio agio. La musica e le storie che crea sono un rifugio sicuro e un’occasione di evadere dalla piatta e deprimente quotidianità, anche quando ha una compagna accanto ma non può più cantare per problemi di salute.

Se ci pensiamo, è questo che fa l’arte, la musica come il cinema, la pittura o la letteratura. Ci immerge in storie lontane da noi in tempo e spazio, oppure talmente vicine da suscitare un riconoscimento, ma pur sempre altro da noi. Ci perdiamo nelle braccia dell’arte e ricreiamo la realtà che vorremmo vivere ogni giorno. Quella che immaginiamo sia la nostra, comodamente rilassati sul divano di casa, non mettendoci davvero in gioco in prima persona. Ma cosa accade quando questi due mondi si scontrano? La storia di Paul è una possibile risposta a questa domanda.one chance recensione

One Chance recensione: Linearità e fotografia

Si tratta di un film piuttosto lineare nello sviluppo della trama, portata avanti in ordine cronologico. È introdotta da un’accurata descrizione del personaggio principale, mostrato allo spettatore dall’infanzia, all’interno delle mura domestiche e posizionato in un ambiente sociale e relazionale. Per quanto riguarda la fotografia, possiamo analizzare il ruolo della luce nella pellicola secondo un parametro psicologico e uno culturale. Notiamo i toni freddi nei momenti in cui Paul si reca al lavoro che non lo appassiona (l’acciaieria o il negozio di telefonia) e quando corre senza fiato per le strade del paese gallese, rincorso dai bulli. Vediamo colori caldi e vibranti quando si trova a Venezia, immerso nell’arte degli edifici e nella musica, e sul palco di Britain’s Got Talent, che lo consacrerà al successo.

Scegliendo la palette cromatica della scena, si possono veicolare emozioni differenti allo spettatore, che inconsciamente assimila ciò che vede e lo traduce in sensazioni. Dal punto di vista culturale, utilizzare certi colori piuttosto che altri ci rimanda ad ambiti e conoscenze che già possediamo. Vedere il corridoio asettico e bianco dell’ospedale che ricovera Paul d’urgenza ci rimanda ad un contesto medico, perché siamo abituati ad associare quei colori a quel luogo. Vediamo una gondola alla fine del film e capiamo subito che Paul e la moglie si trovano a Venezia. Insomma, si tratta di associazioni mentali che derivano dalla nostra conoscenza.

Musica e interrogativo drammatico

Parte importante del film è senza dubbio la musica. Non solo lirica e non solo cantata dal protagonista, ma anche canzoni che accompagnano i personaggi nelle loro vicende e ne diventano il “paesaggio sonoro”. Infine One Chance gioca molto sul famoso interrogativo drammatico. È la domanda che lo spettatore si pone per tutta la durata della storia: ce la farà il nostro eroe a superare gli ostacoli e a giungere all’obiettivo? La struttura personaggio > ostacolo > suspence viene riproposta svariate volte, in quanto sembra sempre che Paul sia vicino al successo e stia per diventare un grande tenore, ma poi qualche problema lo spinge di nuovo lontano dal traguardo.

Se impiegata nelle giuste dosi, questa struttura non fa che aumentare l’empatia e l’immedesimazione del pubblico nei confronti del protagonista, ma se abusata, diventa frustrante. In questo caso gli ostacoli incontrati e superati da Paul sono quasi eccessivi, anche se è doveroso ricordare che si tratta di una storia vera. Modificare quindi la storia avrebbe significato allontanarsi dalla realtà. Tutto considerato, si tratta di un film godibile per un ampio target d’età. Offre l’occasione per riflettere su temi importanti. Il bullismo, l’importanza della musica nella società e per il singolo e il potere di inseguire i propri sogni.

One Chance

Voto - 6

6

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