Lion – La strada verso casa: recensione del film candidato all’Oscar

La recensione di Lion – La strada verso casa, di Garth Davis con Dev Patel e Nicole Kidman

All’esordio dietro la macchina da presa, il pubblicitario Garth Davis affronta una storia vera dal grande impatto emotivo. Tratto dall’autobiografia La lunga strada per tornare a casa, il film racconta la vita di Saroo Brierley, il vero nome di Sheru Munshi Khan (che in Hindi significa, appunto, ‘leone’). Nel cast troviamo grandi performer come Nicole Kidman, Dev Patel, Rooney Mara e David Wenham.

Il lungometraggio si divide in due parti: per circa metà siamo negli anni Ottanta, nell’India affollata, povera e senza speranza. Il resto del film si sposta negli anni Duemila, quando il protagonista è ormai adulto e realizzato, ma soffre ancora per il suo bisogno di tornare alle radici. Una delle produzioni più incisive dello scorso anno, apprezzata sia dalla critica che dal pubblico, nonostante abbia ricevuto pochi riconoscimenti. Un film che parla di famiglia, amicizia, affetti, ma anche di quanto siano importanti le radici per ognuno di noi. Ecco quindi la recensione di Lion – La strada verso casa, da oggi su Netflix.

Lion – La strada verso casa: l’infanzia

Siamo nel 1987 e vediamo due ragazzini, Saroo (un Sunny Pawar alla sua prima e potente apparizione sullo schermo) e Guddu (un altrettanto efficace Abhishek Bharate) alle prese con una realtà dura e difficile. È l’India povera, affollata, in cui grandi e piccoli si spaccano la schiena ogni giorno nella speranza di racimolare, anche in modi non legali, un pezzo di pane o un po’ di latte per poter sopravvivere. Questi due fratelli devono badare alla loro madre, Kamla (Priyanka Bose) e alla loro piccola sorellina. Nonostante Saroo aiuti la donna a raccogliere pietre, decide di andare in missione con suo fratello Guddu, il quale ogni notte fa il giro dei treni per raccogliere monete o avanzi caduti sul pavimento.

Nonostante i dubbi di Guddu, quest’ultimo decide di accontentare il fratellino, il quale però è troppo stanco per poter continuare. Preoccupato, il maggiore lo lascia dormire su una panchina alla stazione dei treni, raccomandandogli di aspettarlo. Al suo risveglio, tuttavia, Saroo non lo trova, e convinto di vederlo sul treno più vicino, ci si addormenta dentro. Ed è qui che inizia la terribile avventura del piccino, che si troverà costretto a scendere solo a Calcutta, a 1500 chilometri circa dalla sua casa. Qui Saroo dovrà affrontare la perdita di tutte le sue sicurezze, la fame, la calca e l’indifferenza generale delle persone. Inoltre avrà bisogno di tutta la sua lucidità mentale per sfuggire da loschi individui intenzionati a fargli del male.

Lion – La strada verso casa: l’età adulta

Dopo circa cinquanta minuti struggenti ed emotivamente molto forti, troviamo un Saroo nuovo, adulto. Siamo in Australia, nel primo decennio degli anni Duemila. Dopo essere scampato alla calca, alla fame e ai venditori di bambini a Calcutta, infatti, un giovane benestante lo ha visto solo e sporco in mezzo alla strada, e ha deciso di denunciarne la scomparsa alla polizia indiana. Questa, dopo aver fatto il possibile per trovare la sua famiglia, lo ha mandato in un orfanotrofio, dove apprende che una coppia australiana, i Brierley, hanno deciso di accoglierlo.

Saroo (un sempre più sorprendente Dev Patel) è ormai un adulto: sulla soglia dei vent’anni decide di trasferirsi a Melbourne per studiare management alberghiero. I suoi genitori adottivi, Sue e John (Nicole Kidman e David Wenham) hanno nel frattempo adottato un altro bambino indiano disperso, Mantosh (Divian Ladwa), il quale ha tuttavia subito un trauma troppo forte da superare. Da adulto, infatti, diventa un tossico e la sua mania di autoinfliggersi violenza non si è mai placata.

Saroo ha quindi ormai superato la sua infanzia. Ormai è un adulto con dei sogni, ed è sentimentalmente legato ad una sua collega, Lucy (Rooney Mara). La visione di un cibo tipico indiano, tuttavia, gli fa tornare alla mente il suo passato, le sue origini, e da lì parte una vera e propria ossessione. Lascia il lavoro e sparisce dalla vita di Lucy, di suo fratello e dei suoi genitori. Il suo unico scopo è quello di trovare sua madre e suo fratello.

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Lion – La strada verso casa: la tecnica

Dopo aver girato spot pubblicitari per grandi marchi (Vodafone, Schweppes, Toyota), Garth Davis fa il suo esordio nel mondo del cinema con questo film. Scelta coraggiosa quella di riprendere un’autobiografia, soprattutto come opera prima. Ma il giovane regista svolge un ottimo lavoro sotto tutti i punti di vista. Aiutato certamente dal livello qualitativo del cast, in cui tutti gli interpreti, a partire dallo straordinario Dev Patel e per finire con una sempre elegante Rooney Mara, hanno portato il loro contributo ad una pellicola già eccezionale. Una menzione speciale a Nicole Kidman, attrice fenomenale ancora in grado di offrire molto al cinema.

Ma non solo attori. Questa pellicola, infatti, vanta un livello eccellente sotto tutti gli aspetti tecnici. A partire dalla colonna sonora, che vede musiche sia diegetiche che extradiegetiche, composte dai candidati all’Oscar Volker Bertelmann e Dustin O’Halloran. Un leitmotiv lento e straziante accompagna tutte le fasi del film, per unirlo e dargli una coerenza. Inoltre la fotografia, aiutata certamente dagli spettacolari paesaggi di una terra meravigliosa come l’India, lascia lo spettatore senza fiato, grazie ad un maestro come Greig Fraser. Anche il montaggio aiuta a rendere speciale un film già unico di suo.

La prima parte del film, interamente in Hindi, è sottotitolata, per rendere più autentiche le immagini e le emozioni. I due fratelli sono molto legati, ma più che dai dialoghi questo aspetto è visibile dai gesti e dagli sguardi che i due si rivolgono. Un omaggio ai film muti, ma anche alla vera storia di un bambino che è riuscito a sopravvivere lontano dalla sua casa per più di vent’anni.

Lion – La strada verso casa: le tematiche

Prima di essere un film biografico, Lion è un lungometraggio prettamente emozionale. Tutto, infatti, è stato studiato e pensato per creare delle forti emozioni nello spettatore. L’interpretazione magistrale degli attori, la colonna sonora malinconica e straziante, le lunghe riprese dall’alto che evidenziano un paesaggio vasto ma brulicante di povertà e carestia. Aiuta sicuramente il racconto dello scrittore, che ha messo su carta la sua terribile e forte esperienza.

Il finale del film (e della storia) è infatti dolce amaro. Nonostante Saroo riesca a ritrovare la sua famiglia, la sua casa e i suoi affetti, la terribile esperienza di bambino disperso lo ha segnato profondamente. È infatti di certo profondamente legato a quella terra così bella, eppure così dura, ma ha deciso di restare in Australia, dove può concretamente pensare alle sue ambizioni. E all’interno del film è l’acqua l’elemento che collega i due mondi. L’acqua del mare australiano, inevitabile e vastissima, e l’acqua dei fiumi e dei laghi indiani, in cui i bambini nuotano e le madri lavano i panni.

È evidente, nel film, il concetto della vastità del mondo. Nella parte iniziale, infatti, ci rendiamo realmente conto di quanto il mondo sia grande, ma anche sovrappopolato. Calcutta, una delle città di spicco dell’India, è infatti brulicante di persone. I treni si riempiono in pochi secondi e le persone in fila sono un’infinità. Un altro aspetto sottolineato è il cambiamento dei tempi. Se infatti Saroo, da bambino, non riesce a capire dove si trova e come fare per tornare a casa, da adulto riesce nel suo intento, ma solo grazie alla tecnologia. È stato infatti grazie ad un computer portatile, ma soprattutto alle mappe di Google Earth che il ragazzo ha potuto riabbracciare la sua vera madre.

Lion – La strada verso casa: le conclusioni

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Si è già detto dell’incredibile espressività degli attori, delle forti emozioni che il film suscita e della potenza di una storia vera riportata su schermo. Ciò che non è stato detto, invece, è il problema sempre più serio che riscontra un paese così affollato e povero come l’India. Alla fine del film, infatti, vengono riportare le vere immagini dell’incontro di Saroo con sua madre, e nelle didascalie che precedono i titoli di coda lo spettatore viene informato del fatto che ogni anno, in India, circa ottantamila bambini vengono dispersi. Saroo è quindi solo una dei tanti.

Questo incredibile film è stato candidato a sei premi Oscar, tra cui Miglior film e a quattro Golden Globe. Due i Bafta vinti su cinque nomination totali (Dev Patel come Miglior attore non protagonista e Luke Davis per la sceneggiatura non originale). Seguono numerosi altri premi e candidature. In conclusione, Lion – La strada verso casa è uno dei lungometraggi più profondi, incisivi e sorprendenti degli ultimi due anni, supportato da una qualità tecnica ed emotiva fuori dal comune. Da vedere assolutamente.

Lion - La strada verso casa

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Interpretazioni superbe
  • Fotografia mozzafiato

Lati negativi

  • Leggermente lento

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