The Substance: recensione dello scioccante film con Margaret Qualley e Demi Moore
Vincitore per la migliore sceneggiatura alla 77ª edizione del Festival di Cannes e presentato alla 19ª Festa del Cinema di Roma nella sezione Best of 2024, The Substance è diretto dalla regista e sceneggiatrice Coralie Fargeat, al suo secondo lungometraggio dopo Revenge (qui la nostra recensione). Con protagoniste Demi Moore e Margaret Qualley, affiancate da Dennis Quaid, The Substance (qui il trailer) è un film sospeso tra l’horror e il distopico, ambientato in un futuro vicino che richiama l’oggi, un film audace e carismatico capace di rimanere indelebile nella mente del proprio pubblico.
Indice
- Trama
- Il sagace coraggio di essere moderni
- Margaret Qualley e Demi Moore un unicum perfetto
- Quando un film è indimenticabile
Trama – The Substance, la recensione
Elisabeth Sparkle ha avuto per anni i suoi momenti di gloria, star indiscussa, attrice di numerosi film e icona di bellezza e sensualità e stella sulla Walk of Fame. Ma come spesso accade, dopo aver superato i 50 anni, la sua popolarità è già in rapida discesa. Si aggiungono a questo il licenziamento dalla trasmissione di aerobica che conduceva e che le dava ancora una certa notorietà nell’ambiente. Demoralizzata e frustrata risponde a un annuncio su una sostanza sperimentale capace di ringiovanire. La sostanza in questione ha però una modalità di funzionamento insolito, inaspettato e doloroso: dal corpo di chi ne fa uso nasce e fuoriesce una versione più giovane e più bella di sé. Il siero ha inoltre delle chiare regole per la sua assunzione e per la sua riuscita: le due versioni non possono infatti coesistere.
Elisabeth vivrà in una sorta di ibernazione dormiente mentre Sue, la sé più giovane, sarà libera di vivere la propria giovinezza e i vantaggi che ne conseguono. Ogni 7 giorni le due devono però scambiarsi, in ibernazione andrà Sue ed Elisabeth continuerà la sua vita. All’inizio tutto va per il meglio, a parte l’umore di Elisabeth che non sembra cambiare particolarmente. Un giorno però Sue decide di fare un piccolo strappo alla regola e rimanere sveglia, senza ibernarsi, per un giorno in più. Le conseguenze sono inimmaginabili, per Sue e per Elisabeth, ma il successo e la fama di Sue non possono arrestarsi e forse quella possibilità di rimanere sveglia, che su di lei sembra avere effetti solo positivi, potrà, in via del tutto eccezionale, continuare ad accadere ogni tanto. Ma, come entrambe scopriranno, le regole della sostanza erano state chiare e le ragioni non tarderanno a influenzare sia Elisabeth che Sue.
Il sagace coraggio di essere moderni – The Substance, la recensione
Alla stampa estera che, tra gli altri elogi, ha definito The Substance uno “sconvolgente capolavoro”, andrebbe forse anche aggiunto l’appellativo di “raccapricciante”. Un film per gli amanti dell’horror e dello splatter, un film che si rivela sanguinario e crudo, che insiste con effetti visivi e sonori su intere sequenze disgustose e ripugnanti. Eppure, in tutta questa mostruosità che traspare, prima dissimulata con eleganza, poi esternata con continuità, The Substance è quel sapore di novità che non si può non apprezzare. Lo “schifo” e l’aggettivo di “disgustoso” che bisogna legare al prodotto che ha entusiasmato il pubblico di Cannes 2024, non ha un’accezione negativa o legata alla seconda parte dove il film si rivela a tutti gli effetti un horror. Perché è già nelle prime scene che si percepisce quello che, calando la maschera, diventerà poi forse eccessivo: la macchina da presa entra nelle bocche che mangiano voracemente, tra le lingue che baciano e ingurgitano oli e salse, insinuandosi tra le dita e le unghie che spolpano e distruggono cibo senza sosta né ritegno.
Come quando si vede Dennis Quaid al tavolo riempirsi la bocca e le mani del sugo, della carne e del carapace dei gamberi, che famelico trangugia senza sosta. Ma The Substance si instilla anche nello stuzzicadenti che trafigge passando da parte e parte l’oliva di un martini ghiacciato, nel principio attivo di un’aspirina che, effervescente, si scioglie in un bicchiere d’acqua. Tutta questa sensazione di originalità e innovazione rende già il film, da subito, qualcosa di “diverso”. Un film che si diverte a giocare con i sensi dello spettatore, con una capacità di sviluppare al massimo la vista e l’udito, richiamando da lontano gusto, olfatto e tatto. Perché The Substance riesce a farti sentire, intendere, cogliere e quasi assistere dal vivo a ciò che accade. E lo fa con destrezza e intelligenza. E anche con un pizzico di furbizia. C’è poi un’altra particolarità che interessa invece la prima parte di The Substance, che può apparire un thriller distopico inquietante, e che è altrettanto studiata, ben girata e ottimamente scritta, così come lo sono i personaggi, le straordinarie Margaret Qualley e Demi Moore.
Margaret Qualley e Demi Moore un unicum perfetto – The Substance, la recensione
Per quanto la performance Margaret Qualley, forse per spessore della sua figura e per valenza narrativa, entra maggiormente nel cuore del racconto, le due attrici protagoniste sono due facce della stessa medaglia. Il plot, dove poi padroneggia con superba, angelica e perfida bellezza la Sue di Margaret Qualley, prende linfa vitale dal ruolo di Demi Moore, dalla star che è stata Elisabeth e che pian piano si vede togliere tutto. In The Substance è in qualche modo rivoluzionaria la scelta di come rappresentare il passaggio del tempo, la star che tutti amavano e l’attrice sparita dagli schermi di cui nessuno sa e si chiede più nulla. Una stella che rimane scolpita, da qui lo straordinario intro, ma che non brillerà mai più come prima. La modernità è anche nell’uso dei colori e delle luci: il blu, il rosso, il bianco, il rosa guidano le scene, ognuna colore primario che riempie gli interni, le vere location del film. La casa di Elizabeth, il teatro di posa, il bagno dove Sue ed Elizabeth si scambiano che, non a caso, ha lo stesso colore del misterioso scantinato dove si reca Elizabeth per ritirare il kit di trasformazione, e poi i body e il make up di Sue e del suo corpo di ballo.
Tra interpretazioni davvero impeccabili, il film è ostinato, persistente e fisso sui corpi: il corpo di una donna che vede le proprie forme cambiare e quella di una sé più giovane, che ritrova quella sensazione di levigato, perfetto e misurato. L’esperienza, la gelosia e la pietà vengono sovrastate dall’ingenuità, dalla prepotenza e dall’egoismo, e in un momento di commozione è la violenta vendetta a muovere i personaggi. Già dalla frase “Remember, you are one” si intuisce quale sarà il conflitto centrale del film, un conflitto interno ed esterno che la Fargeat sarà capace di ribaltare e di rendere secondario all’indagine sociologica e culturale che ne deriva, e che riguarda tanto il mondo dello spettacolo quanto la reazione del pubblico. Un mondo fatto di cliente e consumatore, morbosamente malato di incantevole bellezza, di fugace popolarità, e di gelido inevitabile declino. Lo sdoppiamento per eccellenza, quello che non si può sopportare, che ti divide come persona, come anima, come corpo e che non può che diventare un divorarsi a vicenda.
Quando un film è indimenticabile – The Substance, la recensione
Per i più deboli di stomaco bisogna dire che The Substance risulterebbe davvero difficile da guardare, considerando anche che gli elementi più spaventosi e violenti, quasi orripilanti, si susseguono senza sosta verso la fine della seconda metà, dove il film sembra esplodere in tutto il suo supremo e maestoso gusto dell’orrido, di quello più cruento. The Substance è un film imponente, sontuoso, fatto di corridoi vuoti, ampi e interminabili, di stanze bianche, accecanti e incolori, di soggiorni immensi, sfarzosi e solenni, di un lusso che è presente, vive, ma che non è più espressione di ciò che accade.
Nella futuristica Hollywood della Fargeat non c’è nulla di distopico e nulla di vero, perché il realismo è intorno, nei personaggi, nelle decisioni prese sul momento, nel dispetto che trasuda odio, nell’insensato bisogno di andare sempre un po’ oltre, giurando a se stessi che quella sarebbe stata l’ultima volta. Se non si può dire quindi che il film di Coralie Fargeat non sia spiazzante, estremo e scioccante, è proprio per questo che è incredibile, stupefacente e nuovo. Un film che sicuramente traumatizza, sconcerta e può turbare profondamente ma che, indipendentemente dal giudizio soggettivo di ogni spettatore, è un film davvero impossibile da dimenticare.
The Substance
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- Interpretazioni magistrali
- Un film innovativo e rivoluzionario
Lati negativi
- A volte insiste troppo sulla sua matrice più cruda e violenta