Un film “anti-Netflix” – Recensione di “Onora il padre e la madre” di Sidney Lumet

Gli altri abitanti del micro-cosmo e la regia di  Lumet:

Recensione di "Onora il padre e la madre" - un film "anti-Netflix" di Sideny Lumet , protagonista Philip Seymour HoffmanCome detto per il personaggio protagonista, anche per gli altri abitanti del micro-cosmo messi in scena da Sidney Lumet sarebbe necessaria una recensione di “Onora il padre e la madre” a parte. Proviamo quindi a sintetizzare anche questa recensione qui. dobbiamo soffermarci sull’altro carattere protagonista di “Onora il padre e la madre”, Hank (Ethan Hawke). Infatti selezionando questo contenuto netflix ci troveremo dinnanzi a l’altro uomo-tipo del nostro tempo. O meglio ci troviamo davanti all’altra faccia della medaglia dell’umanità di questo micro-cosmo disegnato da Sidney Lumet. Ethan Hawke è, apparentemente, l’opposto di Philip Seymour Hoffman in quest’opera: appare poco sicuro di se, è schiacciato dai problemi della modernità.

Deve lavorare, lavorare e ancora lavorare per poter permettere alla figlia di essere come le sue amiche. Deve lavorare perché la figlia possa avere una vita che non si può permettere ma senza la quale sarebbe crudelmente emarginata, perché in questo mondo la povertà è una colpa. Deve lavorare anche per dare un tetto alla ex-moglie, la quale non è riuscita a stabilire un rapporto duraturo come un uomo che sembra non avere aspirazioni, sembra non avere sopratutto le aspettative del fratello. Ethan Hawke è il figlio che è cresciuto con tutte le attenzioni dei genitori ed infatti sembra non aver la grinta (o meglio la rabbia) per vivere nel mondo degli arrivisti. Vuole bene alla figlia e vuole il meglio per lei, si sacrifica per lei, ma sogna soltanto di avere una persona che lo ami per quello che è.

Hawke è un personaggio che mette al centro i propri sentimenti ma questa cosa nella visione di Sidney Lumet non è permessa all’uomo; infatti Hank viene schiacciato dalle necessità della vita, viene schiacciato dalla volontà di Seymour Hoffman e alla fine si convince a commettere l’atroce delitto contro i genitori. Sembrerebbe allora che Ethan Hawke qui sia un personaggio da compatire, ma ancora una volta Sidney Lumet insinua il dubbio: Hank per perseguire il suo scopo (la ricerca di un’amore sincero) sviluppa dei personali anticorpi contro l’ecosistema di “Onora il padre e la madre”, le sue sono difese aggressive in un mondo crudele, al punto che, forse, finisce per avere la stessa capacità distruttiva contro il nucleo familiare che mostra Philip Seymour Hoffman.

Per quanto sarebbe necessario dilungarsi, la nostra recensione deve trovare il punto sui personaggi che abitano “Onora il padre e la madre”. Accenniamo ancora due cose.:

Albert Finney, il padre dei due fratelli protagonisti, è il prototipo dell’uomo del nostro tempo. Sidney Lumet lo raffigura come un anziano innamorato della moglie, che senza la sua anima gemella si sente perso. Tuttavia a questo grande amore per la consorte non corrisponde una vera propensione ad essere genitore ed Hoffman è sempre li, con il suo semplice esistere, a ricordarglielo. Lumet in maniera grandiosa inquadra (o meglio fotografa) una casa, quella di Finney, che si confonde tra le identiche abitazioni del suo vicinato, con un piccolo cortile sul retro ed il classico grill per i barbecue della domenica. Il genitore di “Onora il padre e la madre” è il genitore-tipo dell’occidente: dedito a lavoro, ha contratto un mutuo per permettere ai figli di avere tutto ciò di cui materialmente hanno bisogno ma nasconde dietro questi traguardi sociali l’incapacità affettiva che un padre dovrebbe mostrare. Infine segnaliamo che Michael Shannon recita una piccola ma convincete parte, da grande attore quale lui è.

La regia di Sidney Lumet non avrebbe, invece, bisogno di recensione dopo cinquant’anni di grandiosi film del regista. Recensione di "Onora il padre e la madre" - un film "anti-Netflix" di Sideny Lumet , protagonista Philip Seymour HoffmanTuttavia puntualizziamo qualche segno particolare: la fotografia è spenta, vira sul grigio, il nero e il verde sbiadito, una fotografia senza emozioni come i personaggi del mondo di “Onora il padre e l madre”. Questo film è una storia di volti e di persone e quindi Lumet tiene la cinepresa molto ferma senza prodigarsi in particolari virtuosismi, tuttavia non disdegna quando ce n’è bisogno di allargare le inquadrature con dolcissimi dolly (carrellate verso l’alto). Infine il montaggio: ogni flashback, che serve ad approfondire i caratteri dei singoli personaggi, inizia con un veloce susseguirsi di frame che ricorda il capolavoro “La rosa sulle rotaie” (1923) del maestro Abel Gance.

sceneggiatura - 9
recitazione - 9
regia - 7
montaggio - 8
fotografia - 8

8.2

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