Midnight in Paris: recensione del film di Woody Allen

Woody Allen torna ancora una volta in Europa con la commedia romantica Midnight in Paris

Midnight in Paris: recensione. Presentato come film d’apertura al Festival di Cannes del 2011, il film rappresenta l’ennesimo viaggio intrapreso da Woody Allen alla scoperta delle capitali europee, iniziato con Vicky Cristina Barcelona e conclusosi l’anno successivo con To Rome with Love. Scritto e diretto da Allen, la pellicola si aggiudica il premio per Miglior Sceneggiatura Originale agli Oscar, accompagnata da altre tre nomination.

Il geniale regista decide nuovamente di ambientare la propria storia in una capitale europea, scegliendo stavolta una delle città più romantiche per antonomasia, Parigi. La Parigi raccontata da Woody è una Parigi piovosa e magica, in grado di riportare indietro nel tempo. Paradossalmente però, ha le sembianze di una città senza tempo, in cui tutto sembra esser stato congelato e fermato con lo scopo di far sognare il visitatore.  “Che Parigi esista e qualcuno scelga di vivere in un altro posto nel mondo sarà sempre un mistero per me.” La città francese ha infatti un fascino misterioso e magnetico che, nella pellicola, conquista Gil (Owen Wilson) in vacanza con la futura moglie Inez (Rachel McAdams).

Ecco a voi la recensione di Midnight in Paris.

Midnight in Paris: recensione

Gil e Inez, coppia di futuri sposini, sono in vacanza a Parigi con i suoceri. La capitale francese galvanizza Gil, sceneggiatore di Hollywood che, stufo di scrivere semplici sceneggiati, aspira a scrivere un romanzo. Parigi, soprattutto sotto la pioggia, è pervasa da un’atmosfera quasi surreale e sognante, che riporta alla mente del protagonista i fantastici anni Venti, epoca ideale in cui vivere, popolata da intellettuali e poeti come Fitzgerald ed Hemingwey. Gil qui è alla ricerca di ispirazione e di speranza, con la quale tenta di affrontare un presente che non lo soddisfa e non lo rende felice. Tale malessere però non viene curato da Inez.

Inez, insieme ai genitori, rappresentano la tipica famiglia medio-borghese americana. Il loro fervore nazionale li spinge a denigrare e non apprezzare la cultura e il popolo francese, ritenendosi superiori. Tale condizione di superiorità però si riversa anche su Gil, considerato un povero sceneggiatore che nella vita non può e non riuscirà a fare altro. Inez infatti non lo incoraggerà a portare avanti il romanzo e non supporterà nessuna delle sue idee.

Una sera Gil, vagando per le strade di Parigi da solo, si imbatte in una lussuosa macchina d’epoca. Incoraggiato a salire, la macchina lo porterà in un mondo passato e magico. Gil si trova così catapultato nei ruggenti anni Venti, da lui considerata l’epoca d’oro. Nei suoi vari viaggi verso il passato, incontrerà i suoi idoli letterari e si innamorerà di un’aspirante stilista di nome Adriana (Marion Cotillard).

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Midnight in Paris: fuga dalla realtà

Woody Allen è considerato un maestro nel rappresentare ad analizzare il malessere e la vacuità dell’esistenza umana. Non esiste un Dio o un destino già scritto in grado si salvare l’essere umano. Le uniche vie di salvezza, che danno un senso alla vita, sono rappresentate dagli elementi più universali e aggreganti del mondo, l’amore e l’arte. In questo film, Allen racconta la sofferenza e l’insoddisfazione che un uomo può provare per il tempo che sta vivendo, per il presente. E’ insito nella natura umana guardare al presente con disprezzo e ingratitudine. Non si è mai soddisfatti e felici di ciò che si fa e di come lo si fa. Si pensa sempre a come si sarebbe potuto fare o al come si potrà fare nel futuro.

Questo continuo ed altalenante sguardo verso il passato o il futuro, non rende possibile concentrarsi su ciò che c’è nel presente. Gil non prova più felicità nel fare lo sceneggiatore e si rifugia così in un passato da lui mitizzato. Allo scoccare della mezzanotte, evade dalla realtà e dalla tristezza che gli procura il presente per scappare nella migliore epoca per lui esistente. L’illusione di una vita più soddisfacente vissuta in un periodo differente e  lontano si infrange quando Adriana, la ragazza del quale è innamorato, gli confessa che le sarebbe piaciuto vivere durante la Belle Epoque. Gil comprende allora che negare il presente e scappare da esso è una condizione persistente nell’uomo, il quale aspira sempre ad altro rispetto a quello che ha già.

Così come Gil, l’uomo ha paura di provare e fallire nel presente, poiché non c’è poi rimedio a ciò che si fa. Nella pellicola il protagonista sembra aver trovato il modo di evadere il presente, nascondendosi in una realtà esistita ma mai vissuta.  Assaporando e vivendo quel tempo passato però, si rende consapevole dell’immutata coscienza che ci spinge sempre più lontano dal presente. La soluzione quindi è vivere il momento, che sia soddisfacente o insoddisfacente. E trovare il coraggio di affrontarlo per andare avanti.

Midnight in Paris: la magica Parigi degli anni Venti

La vera protagonista del film è Parigi. Magica, nostalgica, romantica, Parigi ha sempre attratto milioni di persone, tra cui Woody Allen. Tralasciando per un momento la storia della pellicola, Allen con Midnight in Paris dichiara pubblicamente il suo amore per questa città. Questo sentimento sicuramente lo si può notare dalla lunga sequenza iniziale di inquadrature raffiguranti i posti più importanti, ma anche quelli quotidiani, che caratterizzano e rendono unica Parigi. La capitale francese mostrata da Woody Allen è avvolta da un’atmosfera onirica e sognante, grazie anche all’azione della pioggia che si abbatte sui tetti e sulle strade francesi.

La Parigi fantastica di Woody Allen, è la Parigi degli anni Venti. Considerata un’epoca in grado di creare mode e tendenze, è stata anche ricca a livello artistico. Infatti, artisti e scrittori provenienti da tutto il mondo si recavano a Parigi per trovare fama e ispirazione. Anche Gil vuole vivere sulla sua pelle lo stile di vita di artisti come Cole Porter, Zelda Fitzgerald, Picasso, circondati da luoghi intrinseci di storia e cultura francesi ed in cui grandi scrittori e pittori hanno vissuto. Ed è proprio grazie a questo viaggio nel tempo che trova la salvezza e la consapevolezza che celava dietro il passato. Così come la Parigi del 2000, anche la Parigi degli anni 20 porta con sé la futilità e il malessere dell’uomo.

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Midnight in Paris recensione: conclusioni finali

Midnight in Paris di Woody Allen è una commedia fresca, ironica e sognante che vi farà innamorare. Allen inquadra perfettamente i personaggi che si incastrano all’interno della storia. Memorabile è la presenza di Dalì, interpretato da Adrien Brody il quale, sebbene compaia sullo schermo una manciata di minuti, regala un’interpretazione unica e surrealista. Altra perla è Marion Cotillard che, con la sua Adriana, incanta il pubblico con la sua eleganza e dolcezza.

Ciò che distingue Midnight in Paris da altre commedie è la colonna sonora. Sin dai titoli di testa, udiamo melodie e canzoni risalente agli anni Venti-Trenta, come se Woody ci volesse anticipare a cosa andremo incontro. Le canzoni, briose e nostalgiche, fanno da sottofondo anche alle scene della moderna Parigi. Il continuo rimando al passato quindi ci viene presentato anche dalla musica. Le melodie rendono ancora più credibile l’atmosfera di quegli anni, grazie anche ai meravigliosi costumi e le magiche scenografie. In questa pellicola si respira un passato tornato alla vita.

Woody Allen torna con una commedia che assolutamente non eguaglia i lavori precedenti, ma si distingue per una sceneggiatura alquanto originale. In Midnight in Paris non si parla esclusivamente di amore, ma anche della morte. Non deve essere vista semplicemente come un punto d’arrivo, ma deve esser considerata come un’ulteriore spinta a vivere al meglio il presente.

Midnight in Paris rappresenta una commedia godibilissima che può far nascere anche diversi spunti di riflessione.

 

Midnight in Paris

Voto criteria - 7

7

Lati positivi

  • Sceneggiatura originale
  • Ambientazione, musiche e costumi anni Venti
  • Atmosfera surreale e sognante

Lati negativi

  • Finale frettoloso e sbrigativo

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