Frozen 2: recensione del nuovo capitolo del film Disney

Recensione di Frozen 2: secondo capitolo della saga con sviluppi interessanti nella vicenda di Elsa e Anna

Sono passati 6 anni dall’uscita di Frozen, film Disney che ha riscosso successo su grandissima scala, tra grandi e piccini. Quel film fu veramente innovativo per alcuni punti di vista: una principessa Disney che si comporta come Elsa non l’avevamo mai vista. Si è fatto subito un gran parlare attorno all’eventuale secondo capitolo, che in molti avevano previsto già poco dopo l’uscita del primo. Difficile, certo, che anche i più pessimisti si aspettassero che ben 6 anni sarebbero passati prima di vedere l’atteso sequel. Ed eccoci qua, in questa recensione, a parlare di Frozen 2.

Non c’è film Disney che non faccia successi al botteghino, dunque in queste righe non crediamo sia necessario spingervi ad andare a vedere Frozen 2. Tutto ciò che possiamo fare è spiegarvi perché è importante che questo film non venga considerato alla stregua dei sequel della Disney che, da sempre, vengono bistrattati dagli appassionati, anche i più accaniti. A quanto pare la casa di produzione l’ha capito, e ha deciso di affidarsi a dei professionisti per la stesura e la realizzazione di un film che non sembra incentrato solo al guadagno, come gran parte degli altri sequel.

Indice:

Frozen 2 recensione

Frozen 2 recensione – Trama

Sono passati tre anni dagli eventi del primo film. Il racconto inizia da un evento del passato di cui non sapevamo nulla. Il padre di Elsa ed Anna cerca di farle addormentare raccontando loro una storia che lo riguarda da vicino. Ancora ragazzo, il re aveva seguito suo padre nella regione abitata dai Nortundri: un popolo che abita una foresta incantata e vive in armonia con gli elementi naturali, riuscendo anche a padroneggiarli. I cittadini di Arendelle avevano fatto dono ai loro vicini di una diga. Non tutto, però, andò per il verso giusto: il re non sa per quale motivo, ma le due popolazioni entrarono in conflitto, e lui si salvò magicamente.

Torniamo al presente narrativo. Nella città di Arendelle non sembra esserci più alcun tipo di problema. Anna, Elsa, Olaf, Kristoff e Sven sono una famiglia ormai felice e le loro giornate non vanno incontro ad alcun tipo di problema, o almeno così sembra. La quiete viene turbata da una voce angelica, che intona una melodia molto breve ripetuta in modo costante, la quale può essere ascoltata solo da Elsa. La regina di Arendelle non dice nulla ai suoi familiari. Una notte, mentre tutto è placido nel regno, Elsa segue la voce, e si rivelano a lei i quattro elementi i cui spiriti animavano la foresta. Elsa ha risvegliato gli spiriti, sopiti dal tempo del conflitto.

A questo punto Arendelle entra in subbuglio. Nessuno si sente al sicuro perché gli spiriti stanno mettendo a soqquadro la città. Messa in salvo la popolazione, Elsa, Anna, Olaf, Kristoff e Sven decidono di seguire la voce e scoprire la ragione che la porta alle orecchie di Elsa. Il viaggio li porterà a scoprire realtà nascoste su Arendelle e il suo passato, in particolare quello di Elsa, Anna e la famiglia reale.

Frozen 2 – Recensione

C’era grande attesa per questo film, e le voci sulle vicende a cui sarebbero andati incontro i personaggi ormai amati dal pubblico erano molteplici. La notizia che fa scalpore è che le attese non sono state deluse: Frozen 2 è un ottimo sequel. Lo scalpore deriva dal fatto che i sequel dei film di principesse Disney non hanno mai soddisfatto il pubblico. Frozen, però non è un classico film di una principessa (regina!) Disney. Questo sequel funziona sotto molti punti di vista. Primo su tutti quello della consecutio narrativa che lega i due capitoli. Frozen poteva essere compiuto in se stesso, ma le trovate di scrittura in questo film sono geniali.

L’inserimento nel piano narrativo dei Nortundri non è banale come si può pensare. A questo si lega una canzone che abbiamo già sentito nel primo capitolo, senza farci molta attenzione. La scrittura è il punto di maggior forza di questo film, dal momento che rende la vicenda nuova e legata al precedente capitolo nello stesso momento. I protagonisti diventano nucleo centrale insieme, ed Elsa e Anna vengono gestite come se fossero entrambe fulcro della narrazione. Il personaggio migliore in assoluto, però, si riconferma Olaf. Il pupazzo di neve torna comico a livelli altissimi, e a lui viene affidata la scena più divertente del film.

Olaf è protagonista anche della scena dopo i titoli di coda, quindi non uscite dalla sala appena finito il film, mi raccomando! Altro pregio è la durata del film, che racconta moltissimo ma non si lascia andare a sequenze inutili, e non va molto oltre l’ora e mezza. Va detto, però, che il confronto con il capitolo precedente viene vinto a mani basse dal primo film, come succede molto spesso, ad esempio con Maleficent.

Frozen 2 recensione

Frozen 2 recensione – Aspetti tecnici

Il comparto tecnico della Disney è in assoluto il migliore nel panorama mondiale. Anche in questo film ne abbiamo ampie dimostrazioni. La gestione delle animazioni è, ovviamente, impeccabile. La regia lascia spazio a giochi di inquadrature veramente notevoli, nonostante sia soprattutto incentrata sui personaggi. Notevoli sono le sequenze nella foresta incantata e tutto ciò che vi si trova dentro. La fotografia non trova spazio nei film di animazione, ma va detto che i colori che vediamo in questo film sono tutti accesi e vividi. Tutte le sfumature dei vari colori vanno verso il blu, colore di Elsa, si noti per esempio la particolare resa del fuoco.

Molto spazio si lascia, ovviamente, alle canzoni. E qua si apre una pagina particolare. Del primo Frozen la cosa che resta più viva è la canzone con cui Elsa libera tutte le sue pulsioni magiche. Ce ne erano molte altre e molto belle, ma quella le sovrastava tutte. In questa recensione, però, dobbiamo sottolineare che Frozen 2 non riesce a regalare una canzone dello stesso impatto. Non era assolutamente facile, è vero, ma il confronto c’è ed è impari. Si cerca di affidare l’ingrato compito ad una canzone che si ricollega alle note della voce mistica udita da Elsa, ma la parabola è certamente discendente nel paragone.

Ci sono molte altre canzoni, nessuna che spicchi di più sulla linea melodica, ma una in particolare va citata. Come nella scena già citata di Olaf, estremamente comica, ce n’è un’altra in cui il film scherza con sé stesso. In questa scena Kristoff canta una canzone e lo fa in un vero e proprio videoclip, veramente spassoso.

Considerazioni finali

Grandi aspettative e buoni risultati questa volta sono andati di pari passo. Il film avrà successo, e nuove bambine si aggiungeranno a quelle che sei anni fa cantavano in ogni dove Let it go. La consolazione è che stavolta non c’è una canzone che sentirete a ripetizione da vostre figlie, cugine, nipoti, amiche…Nessuno dice che sia un male, ma a tutto c’è un limite. Questo scherzare con sé stesso del film strizza l’occhio proprio a quelle ragazze che sei anni fa erano bambine e cantavano come Elsa, mentre ora guardano videoclip come quello di Kristoff. Disney con queste cose ci ha sempre saputo fare, basti pensare al Re Leone.

Siamo di fronte ad un film che, probabilmente, non chiude definitivamente la vicenda, ma è realizzato con buoni mezzi affidati a buone mani. Ormai è prassi dare una parvenza di serialità ad ogni film, per cui una vicenda può dare l’impressione di chiudersi in un film, ma lascia anche aperte le porte ad un sequel. Per questo motivo non ci arrischiamo a dirvi che ci sarà un terzo capitolo sicuramente, ma consapevoli degli inevitabili incassi altissimi, possiamo dire che ci sarà probabilmente. La considerazione è una: se la qualità è questa, ben venga un altro capitolo.

 

Frozen 2: il segreto di Arendelle

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Vicenda narrata e scrittura
  • Durata

Lati negativi

  • Confronto impari con il primo
  • Nessuna canzone d’impatto

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