Alice e Peter: recensione del film disponibile su Prime Video

E se l'Alice di Lewis Carroll e l'eterno bambino dell'isola che non c'è fossero in realtà fratello e sorella?

Immaginiamo per un attimo che l’Alice protagonista del romanzo di Lewis Carroll e il Peter eterno bambino di Neverland siano in realtà fratello e sorella. Come potrebbe essere stata la loro infanzia? Quali eventi potrebbero averli resi quei due bambini speciali che abbiamo ritrovato nella letteratura fantasy prima e nei film della Disney poi? A tutte queste domande prova a dare una risposta il film Alice e Peter, di cui vi proponiamo la nostra recensione. Diretto da Brenda Chapman, Alice e Peter realizza un unico prequel di due storie diverse e speculari. Da una parte c’è Alice, ragazzina curiosa e sognatrice, dall’altra Peter Pan, che alle noiose insidie della vita reale preferisce gli avventurosi misteri della dimensione onirica.

Accomunati dal bisogno di sconfinare in mondi immaginifici, Alice e Peter diventano i protagonisti di una pellicola dalla forte connotazione drammatica, in cui la spensieratezza viene accantonata e i toni cupi diventano protagonisti. Disponibile sulla piattaforma digitale Prime Video, Alice e Peter vanta nel cast il nome di Angelina Jolie, nel ruolo della madre dei due piccoli protagonisti. Con lei nel cast anche David Oyelowo, Anna Chancellor, Jordan Nash e Keira Chansa. Addentriamoci a questo punto nella nostra recensione per individuare pregi e difetti di Alice e Peter.

Indice

Due personaggi iconici – Alice e Peter

La vita di una famiglia serena e benestante viene sconvolta dal più tragico degli eventi. Il figlio maggiore infatti – che si prepara a frequentare una scuola prestigiosa – perde la vita mentre gioca col fratello più piccolo. Per madre, padre e i due figli rimasti (Alice e Peter, per l’appunto) ha inizio una nuova fase, segnata da un dolore inestinguibile,  dal senso di colpa e dall’ incapacità di accettare la perdita. A rivelare una maggiore debolezza nell’affrontare il lutto sono i genitori: da un lato c’è la madre straziata, che perde la propria capacità di accudimento e si ripiega sulla propria sofferenza; dall’altro c’è il padre che, dipendente dal gioco d’azzardo, sprofonderà ancor di più nel proprio vizio coprendosi di debiti. Prostrati e incapaci di reagire, marito e moglie smettono di supportarsi e, al contempo, verranno meno al ruolo di punti di riferimento per i figli.

Intanto nella vita di questa famiglia frantumata si insinua la zia, sorella della madre nonché donna arcigna, sola e molto facoltosa. Da sempre invadente nei confronti di Alice e Peter, la donna approfitta del momento tragico per penetrare ancor di più nella loro esistenza. Come reagiscono i due bambini alle avversità che la vita riserva loro nella più tenera delle età? Qual è il loro sguardo sul mondo degli adulti? Il film si sviluppa attorno a questo interrogativo, mostrando le risorse che il mondo immaginifico fornisce ai più piccoli, quando questi devono sopravvivere a dolore e solitudine. Il mondo dei bambini scruta quello dei grandi, ne individua le componenti fragili ed escogita la soluzione per non soccombere alla sofferenza.

alice e peter recensione

Alice e Peter, Fred Films

Mai diventare grandi – Alice e Peter recensione

Decisi a non lasciarsi sopraffare dal dolore, Alice e Peter si affidano al potere dell’immaginazione, alla capacità di estraniarsi dalla realtà quando quest’ultima è cupa e angosciante. Il film indaga dunque la complementarità tra le due dimensioni, quella reale e quella fantasmatica; la contrapposizione tra giorno e notte, con quest’ultima che viene in soccorso dei bambini per restituire libertà e gioia, è evocata lungo tutta la pellicola. Ma in Alice e Peter vengono indagate le debolezze del mondo adulto da vari punti di vista oltre a quello dei genitori dei due bambini. Grazie al personaggio della zia, infatti, troviamo un accenno al dolore dato dalla solitudine e alla sua degenerazione in comportamenti astiosi; inoltre, la zia si fa portatrice di alcuni anti-valori quali razzismo e classismo.

La sceneggiatura sceglie dunque di concentrarsi sulle brutture del reale e su vizi e fragilità del mondo degli adulti; a risentirne è dunque la dimensione fantastica e il mondo magico, ritratto solo superficialmente e senza dovizia di particolari. L’impianto della pellicola fa sì che la parte onirica e avventurosa sia povera e senza grande appeal, non aggiungendo nulla ai tanti film di questo filone realizzati in passato. A compensare lo scarso approfondimento della dimensione immaginifica arriva però l’atmosfera suggestiva, generata dalla compenetrazione di alcuni elementi pienamente riusciti. Belli sia i costumi che la scenografia, che insieme creano un’ambientazione retrò e fiabesca godibile e credibile, coadiuvata da una fotografia che punta sul contrasto tra luci e ombre per regalare profondità e intensità ai volti dei protagonisti.

Poca magia, poca meraviglia – Alice e Peter recensione

Buono anche il lavoro realizzato dalla regia, che in alcuni dialoghi realizza dei piani frontali e fa uso del grandangolo: i personaggi si ritrovano così inchiodati da una macchina che, piuttosto che spiarli, li guarda dritto negli occhi e li deforma leggermente, senza mai invadere il loro campo (rari i primissimi piani cui vengono preferiti piani medi e primi piani). Il cast è ben amalgamato e gli attori regalano performance buone, pur non particolarmente degne di nota. Un lavoro curato nel complesso che, però, non riesce a soddisfare per una ragione: Alice e Peter dovrebbe mettere al centro la componente avventurosa e fiabesca e invece, proprio sotto questo punto di vista, rivela una totale inadeguatezza. Davanti allo schermo non ci si diverte e non ci si appassiona più di tanto, ma soprattutto non ci si meraviglia quasi mai, e ciò accade per una debolezza nella scrittura.

Il risultato è un film che non è in grado di incantare né grandi né piccoli. I rimandi alle storie di Alice nel paese delle meraviglie e Peter Pan – presenti nell’immaginario di tutti gli amanti del fantasy – sono numerosi ma deboli; e anche il colpo di scena finale ha un impatto flebile sullo spettatore. Avviandoci alla conclusione della nostra recensione di Alice e Peter, ci sentiamo di non promuovere a pieni voti il film di Brenda Chapman. La paura di crescere viene raccontata attraverso storia e immagini che non sorprendono. Il mondo del fantasy ha sviscerato il gioco di rimandi tra sogno e realtà innumerevoli volte; per questa ragione è necessario che una pellicola di questo tipo strabili lo spettatore con una storia imprevedibile e di forte impatto. Pur partendo da una premessa interessante – e sebbene realizzato con un buon comparto tecnico – Alice e Peter è un po’ un’occasione mancata.

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Alice e Peter

Voto - 5.5

5.5

Lati positivi

  • Scenografia, costumi, fotografia e regia nel complesso abbastanza buoni, che contribuiscono a creare un'atmosfera suggestiva laddove la storia non riesce ad appassionare

Lati negativi

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  • Le componenti avventurosa, onirica e fiabesca sono deboli a livello di scrittura: di conseguenza, nonostante il buon comparto tecnico, il film non desta meraviglia e non riesce a far sognare lo spettatore

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