Intervista a Gea Dall’Orto: nel cast di Tre piani di Nanni Moretti

La carriera di Gea Dall’Orto è solo all’inizio, eppure questa giovane attrice ha davanti un futuro entusiasmante e ricco di scoperte. Gea è nel cast di Tre piani, il nuovo film di Nanni Moretti, tratto dal romanzo Tre piani di Eshkol Nevo. Nel cast dell’apprezzata pellicola troviamo un cast d’eccezione: Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini.  Ma il momento d’oro di Gea Dall’Orto è rafforzato da un altro importante progetto: la giovane artista è in TV con la serie Luce dei tuoi occhi, dove recita accanto ad Anna Valle e Giuseppe Zeno. FilmPost intervista Gea Dall’Orto in una conversazione delicata sul suo sogno che inizia proprio adesso.

 

Intervista a Gea Dall’Orto 

gea tre piani
Sacher Film e Fandango, con Rai Cinema e Le Pacte

Benvenuta, Gea. Come stai? So che sei nel pieno della promozione dei tuoi ultimi progetti.

Amo il movimento, odio la quotidianità. Più sono scomoda, meglio mi sento. Essere in giro mi regala una spinta in più ed è bello tornare a casa. 

Sei in tv, nel cast della serie Luce dei tuoi occhi, dove reciti accanto ad Anna Valle. Come ci descriveresti la tua Miranda?

Per molti aspetti esteriori, quando ho letto la sceneggiatura, Miranda mi è sembrata molto diversa da me perché è una ragazza molto tosta ed estroversa. Invece, io nella vita privata sono proprio il contrario. Nel corso della serie, vedremo che dietro il suo aspetto si nascondono delle sofferenze che l’hanno portata ad una profondità non comune. Sono partita da questi elementi per costruire sopra a questo personaggio la parte più allegra e divertente. Miranda indossa una maschera: in casa oppure quando danza, è una persona completamente diversa da come si mostra con le amiche. Intorno alle sue amiche, è una ragazza divertente, tutto pepe. 

Per questo ruolo ti sei preparata molto fisicamente. Come ti sei approcciata alla danza? 

Ho lavorato molto sulla danza per costruire Miranda. Non ballavo da quattro anni. Sono stata seguita e mi sono fatta aiutare, che credo sia molto importante per farcela. Poi, per quanto riguarda la recitazione, mi sono fatta aiutare da Anna Redi. Abbiamo preparato insieme il personaggio e mi sono sentita tanto supportata. Come coach, è una persona che ha il dono di tirar fuori la parte migliore di te. Mi ha davvero sollevata e senza di lei, molte sfumature di Miranda non sarebbero emerse. Mi ha permesso di aprire la visuale verso questo ruolo. 

Come attrice, non mi piace dire che ho fatto tutto da sola perché non è così. Mi sembra, in verità, una cosa molto limitante. Per me, è molto importante confrontarmi con le persone e ascoltare le opinioni di tutti. Mi affido ai coach e credo sia molto importante lo studio. L’impegno è qualcosa che amplia il talento degli artisti. 

Hai condiviso il set con Anna Valle, Giuseppe Zeno e tante giovani artiste, tue coetanee. Che esperienza ha rappresentato per te? 

Per tutti noi sul set, Anna Valle ha rappresentato un grande punto di riferimento; è un’artista sempre gentile, è una persona veramente elegante. Rappresenta un esempio, per me. Mi sono trovata molto bene anche con Giuseppe Zeno perché è una persona che porta positività ed energia sul set. Ha una personalità che ti trascina dentro qualcosa di divertente. Potersi divertire sul set è fondamentale. Una nota di merito va alle mie compagne di lavoro. In questa serie, siamo sei ragazze.

Le mie colleghe che sono diventate le mie amiche, nel corso dei mesi. Sono stata fortunatissima perché mi sono ritrovata in una situazione in cui c’erano delle persone che non hanno fatto altro che supportarmi e tutt’ora, mi sostengono. Ci sentiamo tutti i giorni, ridiamo, scherziamo. Durante le riprese, eravamo una vera e propria famiglia, non c’era competizione. Abbiamo provato un affetto genuino.  Ognuna di noi teneva d’occhio l’altra. Ci sosteniamo a vicenda e non è affatto scontato, non succede spesso.

Sei nel cast di Tre piani, il nuovo film di Nanni Moretti. Penso che per un’attrice sia un inizio molto bello per la carriera. 

Assolutamente sì. Essere parte di questo progetto è un sogno che si avvera. Tutto quello che mi ha portata a questo film mi è sembrato parte di un sogno. Mi sembrava di vivere in un film, mentre ero sul set. Quando ho fatto il provino per Tre piani, mi è sembrato di fare il provino più bello fino ad ora. Non tanto per la mia prestazione, ma perché ho avvertito subito una cura speciale in ogni cosa e quella cura l’ho ritrovata anche sul set. Sono estremamente orgogliosa di questo film. Rappresenta una piccola stellina che ho appuntato sopra al mio cuore e che conserverò, per sempre. Ogni volta che parlo di questo progetto mi trema la voce e mi brillano gli occhi. Quasi non ci credo, ancora. 

Mi parli di Francesca, il tuo personaggio? 

Sono stata fortunata perché questo ruolo è capitato in un momento giusto della mia vita. Francesca è una ragazza adolescente in cambiamento. Vive una fase in cui sta per diventare donna, si sta affacciando al mondo degli adulti. Stava succedendo la stessa cosa anche a me e alla mia vita. In quel periodo avevo cambiato scuola, avevo cambiato casa ed anche l’acconciatura dei capelli. Stavo vivendo degli enormi cambiamenti e delle grandi svolte positive nella mia vita. A Francesca stavano succedendo quasi le stesse cose, quindi evidentemente ho ritrovato in questa ragazza la stessa mia freschezza e lo stesso mio slancio che poi si avverte quando la si guarda. 

FilmPost incontra Gea Dall’Orto

Cosa ti colpisce, in particolare, dei film di Nanni Moretti e quale pensi che sia il segreto del suo successo?

Io e la mia famiglia eravamo suoi fan da prima che fossi scelta per il film. Quando mi è arrivato il provino, eravamo tutti sbalorditi. Ho visto tutti i suoi film e da spettatrice, penso che sia un artista che riesce a mettere sempre in primo piano gli esseri umani. Ogni suo film è sempre molto personale e appare così autentico. Tratta ogni progetto con una grande attenzione. Penso che sia un artista coerente che ha intrapreso un cammino che più gli si addice e l’ha sviluppato in maniera eccezionale. 

Quali sono i consigli che ti ha donato e che adesso porti con te? 

Ho avuto la fortuna di scoprire una persona attenta. Mi ha dato tanti consigli. Da quando ho fatto il provino ad oggi, sono passati tre anni. Mi sono sentita aiutata nelle scelte che riguardavano la mia crescita personale e in quelle che riguardavano la mia crescita d’attrice. Quando mi rivolgo a lui, sono sempre interessata a sapere quale possa essere la sua idea di cinema, quali siano i film posso guardare. Sono molto interessata ai film. Amo studiare la storia del cinema e penso che non ci sia persona migliore di lui a cui chiedere consigli. Mi ha consigliato di mantenere la mia autenticità e forse è il consiglio che più mi colpisce, se ci penso.

So che la tua famiglia ha fatto in modo che tu potessi avvicinarti all’arte.

Sì, tutta la mia famiglia lavorava in una compagnia teatrale. Mio nonno era un attore e regista, mia madre lavorava nell’organizzazione e mio padre realizzava le musiche. Mio zio realizzava la scenografia e mia nonna i costumi. Ho vissuto in un ambiente bellissimo. Il palco mi attirava. Ricordo che la mia famiglia portava in scena Il piccolo principe, uno spettacolo bellissimo. Ho sempre voluto interpretare il piccolo principe ma non mi è stato permesso: ero una bambina. Però, da lì, ho cercato di dimostrare che tenevo in modo particolare alla recitazione.

Dopo un po’, abbiamo messo in scena Il mago di Oz e da lì è partito il mio percorso: mettendo in scena una favola che parla di una bambina che sta cercando di evadere e allo stesso tempo di trovare se stessa. Credo che sia stata una metafora anche per la mia vita. Non ci sarebbe stato un modo migliore per iniziare questa carriera. Non voglio smettere di recitare, ho vissuto delle esperienze sempre molto positive. Mi sento, ogni giorno, molto fortunata.

Mi piace sempre pensare agli attori come spettatori. Gea Dall’Orto che spettatrice è? 

Questa è una bellissima domanda. Sono una grande amante del cinema. Ho sofferto così tanto quando erano chiusi. Molto spesso, mi piace andare a vedere un film anche da sola. Sono sempre stata abituata ad un cinema di ricerca. Pensa, il tema della mia tesina sono stati I Cahiers du cinéma, la più prestigiosa rivista cinematografica francese. Sono particolarmente legata a La Nouvelle Vague. Un giorno vidi Jules e Jim perché lo ridavano al cinema e ne sono rimasta affascinata. Per me, La Nouvelle Vague è il periodo cinematografico che mi rappresenta di più. Lo amo particolarmente. Tra i film che porto nel cuore c’è Fino all’ultimo respiro del 1960. E poi, sono una grande fan di François Truffaut.

 

 

 

 

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