Maria Antonietta: recensione della serie tv Sky dalla sceneggiatrice de La Favorita

La produzione franco-polacca regala un’interessante ma non incisiva analisi dell’ultima Regina di Francia

Maria Antonietta non è stata solo una figura storica, il suo nome così come la sua vita, sono diventati iconici sebbene rappresentassero l’ultima ombra di una monarchia opprimente che la Francia era in procinto di abbattere. Donna di classe, elegante, amante dello sfarzo e abituata a vivere nel lusso, Maria Antonietta è stata però anche una giovane strappata alla sua adolescenza con la responsabilità di un’alleanza e il futuro di mezza Europa sulle sue spalle. Una rappresentazione già iconica della sua figura nel mondo del cinema è arrivata nel 2006 con Marie Antoinette di Sofia Coppola dove la Regina francese era interpretata dall’attrice Kristen Dunst. Una nuova interpretazione, dichiaratamente femminista, è quella offerta dalla serie tv omonima di cui vi parliamo in Maria Antonietta recensione. 

Annunciata come una produzione dell’emittente francese Canal+, la serie è stata trasmessa in Italia su Sky.  Nei suoi 8 episodi racconta dividendoli in blocchi quelli che sono i primi 10 anni della giovane donna che passa da principessa austriaca a Regina di Francia. Ad occuparsi della sceneggiatura è stata chiamata Deborah Davis che ha già firmato quella del film La Favorita, di Yorgos Lanthimos. La protagonista ha il volto dell’attrice tedesca Emilia Schüle, al suo fianco nei panni del Re Luigi XVI, Louis Cunningham, Marthe Keller nei panni dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria e James Purefoy in quelli del Re Luigi XV. Analizziamo insieme Maria Antonietta recensione.

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Maria Antonietta recensione, CAPA Drama, Banijay Studios France, Les Gens, Proximus

Indice: 

Maria Antonietta recensione – La trama 

La giovane Maria Antonietta di appena 14 anni si prepara a partire alla volta della Francia dove è destinata a diventare Regina. La madre, Maria Teresa d’Asburgo, ha infatti scelto il matrimonio tra sua figlia e il delfino di Francia Luigi XVI per rafforzare le relazioni fra i due paesi e per avere anche un maggiore controllo sui territori europei. Nonostante venga preparata a quella che sarà la sua vita a corte, l’impatto con la Francia non è per niente facile per Maria Antonietta. Viene fin da subito privata non solo dei suoi affetti ma anche di tutto ciò che possa ricordarle di essere austriaca, con l’intento di trasformarla a tutti gli effetti in una donna di corte francese. Ed è proprio la corte lo scenario in cui la giovane dovrà adattarsi districandosi tra amici e nemici, imparando a comprendere chi davvero le è vicino per affetto e chi invece solo per interesse. 

Saranno anni complessi in cui lontano da casa e all’interno di un matrimonio altrettanto difficile, con un marito Luigi XVI quasi spaventato dalla sua consorte, Maria Antonietta cerca rifugio in altro. Crea un  circolo di amici, tra cui la fedele Principessa di Lambelle, con i quali si diletta in varie attività come la musica e il canto e poi la moda. Sfoggia con grande carisma abiti sfarzosi e acconciature esuberanti, le piace circondarsi di tutti questi privilegi concessi dalla sua posizione. La sua responsabilità però rimane e la giovane donna si prepara ad affrontare sempre a testa alta ogni calunnia, insulto o ripicca da parte dei nemici di corte come Madame Du Berry o il Conte di Provence, dimostrando la sua umanità e la sua fragilità. 

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Maria Antonietta recensione, CAPA Drama, Banijay Studios France, Les Gens, Proximus

Maria Antonietta recensione – Da Principessa a Regina 

Uno degli aspetti che la serie TV mette in risalto nel corso dei vari episodi, non è solo la vita di Maria Antonietta, ma il modo in cui questa è cambiata nel corso degli anni. Giunge a corte ed è completamente sola, malvista e criticata per i suoi abiti, i suoi modi di fare così diversi e meno sfarzosi rispetto a quelli francesi. Viene a tutti gli effetti descritta come una giovane spaventata priva di appigli e di punti di riferimento, completamente alla mercé di una mossa politica di cui lei è la principale pedina. Nel corso degli anni però comincia ad ambientarsi, si circonda di persone fidate e grazie all’influenza che ha sul Re, che chiama affettuosamente e ingenuamente papa roi,  ottiene ciò che desidera attraversando una fase in cui è solo l’oggetto del compiacimento di quest’ultimo.

È anche oggetto delle critiche da parte di donne a corte che sono invidiose di lei, delle sua bellezza e della sua posizione. Per questo la screditano, la criticano rendendola oggetto di misoginia e di beceri sotterfugi mirati a rovinare la sua reputazione e comprometterla. Gli avvertimenti e l’esortazione da parte della madre la spingono a reagire, e Maria Antonietta si adatta diventando sempre più consapevole della propria persona e della propria posizione all’interno di Versailles, una fiera delle vanità. La Francia al di là dei cancelli però rimane ammaliata da lei e dalla sua bellezza. Nonostante questo e nonostante la ventata di innovazione, di solidarietà femminile e di indipendenza che incarna – esempio il rapporto d’amicizia genuino che instaura con una delle sue dame di corte  – in ogni episodio il suo operato non sembra lasciare qualcosa ai posteri. Semplicemente suscita lo scalpore dell’inadatto e dell’insolito senza però cambiare davvero le cose.

Maria Antonietta recensione – La politica, il potere e le vanità 

La ragione per la quale Maria Antonietta viene mandata in Francia è una mossa esclusivamente politica. Accordi come questi erano molto diffusi in quel periodo dove appunto un matrimonio raramente era un unione d’amore, ma molto più spesso un mero accordo politico. La protagonista viene cresciuta in Austria e una volta raggiunto l’accordo stretto da sua madre con il Re, la donne le richiede espressamente di non deluderla e di compiere al meglio il suo dovere. Deve essere all’altezza del suo paese dando un erede, espletando la sua unica funzione come donna e minando così il suo diritto alla libertà e all’espressione della sua personalità. Maria Teresa però non conosce la realtà in cui la figlia si trova e dell’attesa di numerosi anni prima che il matrimonio dia dei frutti, incolpa solo la figlia e la sua incapacità di fare il proprio dovere. Sarebbe stato molto interessante approfondire il rapporto tra madre e figlia: da una parte una donna ligia al suo dovere di sovrana che per questo ha forse trascurato la figlia, cosa che la avrebbe aiutata a capirla di più. 

In questo aspetto la serie sottolinea la posizione femminile in quel secolo in cui la donna non aveva libertà, non poteva amare chi volesse ma era solo ed esclusivamente una pedina in un mondo calcolatore. Per ciò che può Maria Antonietta si ribella ed esprime se stessa al massimo in ci riesce affascinando gran parte della corte. La serie mostra anche come la politica fosse un delicato gioco di equilibri fatto di promesse scambiate su questioni che spesso non avevano nulla di politico o i  capricci di un uomo di potere potevano innescare decisioni politiche. Con il tempo Maria Antonietta impara cosa sia il potere e come esercitarlo senza però mai caderne vittima e abusarne con cattive intenzioni. Il ritratto che ne esce è molto umano, ingenuo a tratti, e spesso frivolo infatuata dallo sfarzo e dalla ricchezza, una donna dal carattere plasmato dalle insicurezze e la solitudine in un mondo distante e inospitale. Non è una donna forte e autoritaria, ma dolce e affascinante agli occhi della corte che con gli anni impara ad amarla e infine a rispettarla. 

Maria Antonietta recensione 4

Maria Antonietta recensione, CAPA Drama, Banijay Studios France, Les Gens, Proximus

Maria Antonietta recensione – Conclusione 

Concludendo Maria Antonietta recensione, si può affermare che la serie sia indubbiamente un buon prodotto. La sceneggiatura è curata e i personaggi risultano ben scritti, tra tutti la stessa Maria Antonietta e il giovane Luigi XVI, un ragazzo eccessivamente timido e introverso che aveva solo bisogno di trovare la propria voce per affermare la sua autorità. Buone le performance del cast, Emilia Schüle regala una sfaccettata Maria Antonietta che nel corso degli episodi cambia e matura senza perdere però mai quel tratto di semplicità e ingenuità che la caratterizza, una bontà d’animo che ha mantenuto nonostante la corruzione degli sfarzi di Versailles. Ed è proprio questo un il teatro delle scene, con gli interni ricostruiti in studio e le riprese esterne che valorizzano la serie e l’ambientazione che contribuisce alla qualità del prodotto. 

La regia con il montaggio stacca spesso tra interni ed esterni enfatizzando proprio questo aspetto; utilizza poi molti primi piani sui personaggi per permettere a chi guarda di accedere alla personalità dei protagonisti, o almeno a quella di Maria Antonietta. La palette dei colori è molto chiara con toni pastello che alternano dall’azzurro al rosa, per passare al verde e al grigio. Sotto il punto di vista tecnico la serie è ineccepibile e riesce perfettamente nella rappresentazione di quel mondo sfarzoso, sia nelle scenografie che nei costumi e nel trucco. Un po’ meno nel messaggio che vuole mandare, che arriva ma non è rafforzato, sembra non lasciare il segno in maniera tangibile. Con una prima stagione dai buoni risultati si potrebbe sperare in una seconda, ma nessuna notizia è stata ancora rilasciata, ciò che è certo però è che la storia di Maria Antonietta non è ancora finita. 

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Maria Antonietta

Voto - 7

7

Voto

Lati positivi

  • Interessante prospettiva sul personaggio di Maria Antonietta oltre la biografia
  • Spazio dedicato alla figura femminile e ad una maggiore libertà rispetto a ciò che si aspettava dal ruolo
  • Buona performance di Emilia Schüle

Lati negativi

  • Rapporto tra la protagonista e la madre non esplorato
  • Il messaggio della serie non arriva e non ha concretizzazioni incisive

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