I Peccatori: analisi del film di Ryan Coogler

Un film horror politico e atipico sulla cultura afroamericana e sul razzismo che ne mina l'identità

I Peccatori, il nuovo film di Coogler (qui la recensione ), regista dei due volumi di Black Panther e di Creed, è una perla rara del genere horror. Parte come un film storico sull’essere neri nel Mississippi di inizi anni Trenta, in un periodo e in uno Stato in cui le leggi razziali erano ancora in vigore. Quando arrivano i vampiri sullo schermo, la storia cambia. Con la loro estetica ammaliante quanto mostruosa, il vampirismo di Coogler è la metafora di un razzismo profondo che mira a rubare la storia e la cultura.

 

*** L’articolo contiene SPOILER ***

Blues e religione – I Peccatori, l’analisi

I Peccatori.

I Peccatori. Warner Bros., Proximity Media, Domain Entertainment.

I Peccatori inizia con una sequenza che già da sola racconta i punti salienti dell’intero film. Sammie (Miles Caton che ci regala uno splendido debutto) entra nella chiesa in cui suo padre sta tenendo messa. È mattina presto, Sammie entra confuso, terrorizzato e pieno di sangue tenendo stretta una chitarra oramai distrutta. Ad accoglierlo ci sono i fedeli e suo padre, tutti vestiti di bianco.

In I Peccatori la tematica centrale è il razzismo che infetta qualsiasi cosa, anche la religione e la musica. Sammie e suo padre rappresentano due punti di vista completamente differenti sugli argomenti: il padre, fortemente religioso, crede che la musica sia una perdita di tempo, che Sammie dovrebbe mettere da parte la sua ambizione di fare il musicista e dedicarsi alla religione. Al contrario, Sammie rappresenta la comunità black senza contaminazioni esterne, così come lo è il blues. La religione è un tasto dolente per la comunità afroamericana in cui è stata strumentalizzata dai bianchi, maneggiata e resa una forte componente di propaganda razzista. Al tempo stesso, la chiesa è stata, durante la schiavitù, uno dei pochi luoghi di aggregazione per le persone nere che l’hanno resa propria anche grazie alla musical, al blues e al gospel.

Il simbolismo – I Peccatori, l’analisi

I Peccatori 2

I Peccatori. Warner Bros., Proximity Media, Domain Entertainment

Come vedremo, in I Peccatori il simbolismo è quel che tiene in piedi l’intero film e che rappresenta tutto il significato, il non detto. Questo scontro tra cristianesimo, il demonio e la musica si ritrova un po’ ovunque, anche nell’ambientazione. Siamo nel Mississippi, a Clarksdale per la precisione, patria del blues e dove è nata la leggenda che vuole che il musicista Robert Johnson abbia venduto la sua anima al diavolo in cambio di una suprema abilità con la chitarra.

Un simbolismo che ritroviamo spesso, anche quando vengono presentati i due gemelli. La prima scena in cui Smoke e Stack (entrambi interpretati da Michael B. Jordan) appaiono è emblematica e racconta in un solo sguardo la loro intera storia: il modo in cui sono vestiti è peculiare, così come lo sono la loro posizione in relazione allo sfondo e i colori che indossano. Il colore che rappresenta Smoke è il blu che ben sintetizza il carattere leale, fedele e più tranquillo dell’uomo e che richiama il paradiso e la visione che ha di sua moglie e di sua figlia poco prima di morire. Al contrario, Stack è collegato al rosso, al peccato, alla spontaneità, alla rabbia e all’inferno anticipando il momento in cui Stack diventerà vampiro. Anche la posizione in relazione allo sfondo svela il modo in cui i loro destini saranno: Smoke, con alle spalle il capannone in cui allestiranno il bar, muore lì davanti dopo aver aspettato gli uomini del Ku Klux Klan; Stack, al contrario, ha lo spiazzo dietro le spalle, lo stesso in cui si unirà agli altri vampiri.

I personaggi – I Peccatori, l’analisi

I Peccatori

I Peccatori. Warner Bros., Proximity Media, Domain Entertainment

La prima metà di I Peccatori somiglia più ad un film storico in cui gli Stati Uniti degli anni Trenta e le leggi razziali che stanno cambiando in tutto il Paese. Sebbene Stack e Smoke abbiano girato buona parte del Paese e lo shock culturale nel tornare in un luogo in cui la schiavitù è ancora legalizzata è alto, non ci sono in realtà dei posti che li abbiano fatti sentire al sicuro o ben accolti, nemmeno la progressista Chicago.

Coogler mette assieme un gruppo variegato di persone che subiscono razzismo: una coppia di origine cinese, Bo (Yao) e Grace (Li Jun Li), che gestiscono un negozio di alimentari, e che rappresentano quasi un ponte tra le due culture: possono vendere i loro prodotti ad entrambe le etnie, ma subiscono un altro tipo di discriminazioni. Ad essere centrale è il personaggio di Mary, interpretata da Hailee Steinfeld, una donna bianca che ha una stretta parentela con persone nere, ma la sua pelle chiara le garantisce di passare inosservata e non subire discriminazioni. Annie (Wunmi Mosaku) è un altro personaggio incredibile che evoca la dimensione spirituale della tradizione, quella che si allontana dal cristianesimo e abbraccia l’hoodoo.

Il vampirismo come metafora del razzismo – I Peccatori, l’analisi

I Peccatori

I Peccatori. Warner Bros., Proximity Media, Domain Entertainment

Il film si apre con una voce fuori campo che racconta di musicisti dalle abilità così straordinarie da avere una sfumatura soprannaturale la cui arte «può portare guarigione alla comunità, ma attrae anche il male». Ed è quello che accade in I Peccatori, il male non viene da fuori, ma è attratto dalla musica di Sammie.
Remmick (interpretato da un bravissimo Jack O’Connell) si aggira con i suoi due nuovi compagni appartenenti al Ku Klux Klan fuori dal locale dei gemelli, attratto dalla canzone che Sammie sta cantando. I vampiri di Coogler sono atipici poiché sono l’incarnazione orrorifica dell’appropriazione culturale attuata dal razzismo. Remmick utilizza tutte le sue tecniche di persuasione fatte di parole dolci, discorsi comprensivi e un sorriso rassicurante. Remmick si finge un alleato, essendo irlandese dice di capire perfettamente come si sentano i neri in America.

Gli irlandesi sono stati effettivamente un popolo discriminato, ma Remmick non è tanto diverso dagli altri bianchi. Quel che lui vuole è appropriarsi del blues, delle loro storie, delle loro esperienze; non a caso, sono irlandesi le canzoni che l’ormai nutrito gruppo di vampiri intonano quando la maggior parte dei protagonisti son stati trasformati. In I Peccatori, i bianchi hanno solamente due facce: quelli violenti quanto vigliacchi del KKK che si presentano all’alba nel locale sperando di cogliere i proprietari e i clienti di sorpresa, e i vampiri la cui violenza è travestita da compassione e comprensione. I neri trasformati in vampiri si amalgamano alla perfezione a quei predatori bianchi sorridenti e sornioni, a loro agio nel gruppo culturalmente omogeneizzato come a voler sottolineare i pericoli per la comunità black di abbassare la guardia.

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