Final Destination: Bloodlines – il produttore ha spiegato quale domanda sul franchise rimarrà per sempre senza risposta

Final Destination è tornato alla grande, ma non svelerà neanche stavolta uno dei più grandi misteri del franchise

Il franchise di Final Destination è tornato con uno dei capitoli più apprezzati dalla critica dopo una pausa lunga 14 anni: Final Destination: Bloodlines. Le fatidiche premonizioni di morte sembrano pronte a dominare il botteghino questo fine settimana. Ma c’è una domanda rimasta senza risposta fin dal primo film: da dove vengono queste visioni del futuro? Bloodlines svelerà finalmente il segreto? A quanto pare no — e secondo il produttore Craig Perry, nemmeno i prossimi film lo faranno.

In un’intervista con CinemaBlend prima del debutto del film, Perry ha spiegato perché il mistero sull’origine delle premonizioni dovrebbe restare tale. Le sue parole: “No, [non dovrebbe essere spiegato], e ti dirò esattamente perché. Se forniamo una spiegazione, allora lo spettatore potrebbe pensare di essere escluso da quell’esperienza. Potresti arrivare a credere che a te non capiterà mai. Preferisco di gran lunga lasciare che resti un enigma, così che il pubblico possa continuare a chiedersi se anche a loro, un giorno, possa succedere”.

In sostanza, il motivo per cui nessun film della saga ha mai chiarito perché alcuni personaggi riescano a prevedere disastri imminenti è che l’ignoto mantiene viva la tensione — e alimenta l’illusione che chiunque, anche nella vita reale, possa avere una simile esperienza. Una spiegazione razionale, infatti, eliminerebbe quell’alone di possibilità che rende tutto più inquietante.

Final Destination: Bloodlines – Non puoi sfuggire al destino… ma potresti vederlo arrivare

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New Line Cinema, Practical Pictures, Freshman Year, Fireside Films

Perry ha aggiunto che, per lui, uno degli obiettivi principali dei film di Final Destination è lasciare il pubblico non solo scosso ed emozionato, ma anche con una domanda inquietante in testa: “E se capitasse a me?”. L’intento è spingere gli spettatori a riflettere su cosa farebbero se si trovassero davvero in una situazione simile. Le sue parole:

“È un po’ come con i midi-chlorian in Star Wars. Una volta che sai che sono necessari per diventare Jedi, pensi: ‘Ah, allora non potrò mai esserlo’. Ma chi non vorrebbe essere un Jedi? Allo stesso modo, vogliamo che la gente esca dal cinema pensando: ‘E se domani avessi una premonizione? E se potessi davvero vedere la morte in anticipo?’ Perché non si può mai sapere dove o quando potrebbe accadere”.

Anche se probabilmente non non finiremo coinvolti in un elaborato scenario letale degno della saga, Final Destination: Bloodlines promette un ritorno in grande stile, con una nuova serie di morti assurde e terrificanti, spesso precedute da momenti fin troppo riconoscibili. Se in passato il franchise ci ha fatto diffidare di camion carichi di tronchi o ci ha fatto guardare con sospetto le montagne russe, sicuramente dobbiamo prepararci ad una nuova dose di paranoie post-visione.

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