Maschi Veri: recensione della serie tv di Netflix
La nuova serie italiana che indaga sul patriarcato da un punto di vista maschile, dagli uomini per gli uomini
Il femminismo, la mascolinità tossica e le relazioni sane sono da anni al centro di molte serie tv e film statunitensi che hanno aperto al mercato tematiche di cui si parlava molto poco. Solo negli ultimi anni è più usuale incappare in un personaggio maschile scritto con una consapevolezza diversa o sentir attaccare ad alta voce il patriarcato. Pian piano, anche le produzioni italiane si stanno adattando, specialmente quando si parla di teen drama (Prisma e Skam Italia al primo posto) o di racconti di formazione come accade in L’arte della gioia. Sono tematiche che ben si sposano con la scoperta di se stessi e di un primo sguardo alla società in cui viviamo, ma cosa accade se ad affacciarsi al femminismo sono un gruppo di uomini sulla quarantina?
Questo è l’incipit di Maschi Veri, la nuova serie targata Netflix disponibile dal 21 maggio, che tratta di mascolinità in modo differente. Scritta da Furio Andreotti, Giulia Caleda e Ugo Ripamonti e diretta da Letizia Lamartire e Matteo Oleotto, Maschi Veri parla di relazioni, di pregiudizi e di generazioni a confronto.
Indice
- L’incipit
- Quattro amici in balia della misoginia
- Dagli uomini, per gli uomini
- Paure e fragilità nei rapporti tra uomini
L’incipit – Maschi Veri, la recensione

Maschi Veri. Groenlandia.
Mattia (Maurizio Lastrico), Massimo (Matteo Martari), Riccardo (Francesco Montanari) e Luigi (Pietro Sermonti) sono quattro amici sulla quarantina che si ritrovano a vivere, loro malgrado, in un mondo che sta cambiando e che richiede una nuova sensibilità. I quattro hanno vite completamente diverse, ma condividono una forte amicizia fin dai tempi dell’università in cui hanno fondato il loro gruppo denominato Maschi Veri. Così è il modo in cui si chiamano tra di loro, mentre si raccontano le vicende delle loro vite senza andare troppo nel dettaglio.
Quattro amici in balia della misoginia – Maschi Veri, la recensione
Massimo è un produttore televisivo che non riesce a stare al passo con i tempi e che viene licenziato per aver approvato una campagna pubblicitaria sessista ed offensiva. Riccardo ha una relazione all’apparenza perfetta, ma tradisce la sua compagna Ilenia (Sarah Felberbaum) con la moglie del suo socio in affari.
Una doppia vita che gli va a pennello per via delle sue esigenze da uomo, come lui stesso le definisce, ma non vuole cedere alla richiesta della sua compagna di aprire la coppia. Luigi, invece, sta vivendo un momento di crisi con sua moglie per colpa di una vita sessuale non soddisfacente per entrambi. Infine Mattia, il collante del gruppo e la voce della coscienza di tutti e quattro, è colui che riesce per primo a notare e a far notare i loro comportamenti tossici e ad avere il coraggio di cambiare.
Dagli uomini, per gli uomini- Maschi Veri, la recensione

Maschi Veri. Groenlandia.
L’ironia è il sempreverde delle serie tv italiane, la commedia la fa da padrona anche in prodotti in cui la linea comica è da evitare, ma in Maschi Veri funziona. Le tematiche affrontate, attuali ed importanti oggi più che mai, non cedono mai il posto ad una commedia spicciola, ma quest’ultima è il motore della scrittura, ciò che rende tutto più leggero senza però sminuire gli argomenti trattati. Dopotutto, Maschi Veri vuole parlare agli uomini. Il suo target di riferimento, gli uomini della stessa età dei protagonisti, è la peculiarità più lodevole del progetto.
Le donne hanno modo di approcciarsi al femminismo fin da molto giovani poiché sono le vittime designate dalla società patriarcale, coloro che subiscono più discriminazioni. Eppure gli uomini non ne sono esenti, ma hanno meno occasioni per avvicinarsi ad un movimento che vedono molto lontano da loro. La società sta cambiando, stiamo vivendo un momento storico in cui termini quali patriarcato e mascolinità tossica sono entrati nelle discussioni pubbliche di tutti i giorni; un’evoluzione che può lasciare destabilizzati. Lo sanno i protagonisti della serie, ma soprattutto lo sanno molto bene gli sceneggiatori.
Paure e fragilità nei rapporti tra uomini – Maschi Veri, la recensione

Maschi Veri. Groenlandia.
Maschi Veri affronta proprio questo: la paura di un cambiamento che è necessario e che, se abbracciato, può portare beneficio a tutti, uomini e donne. Lo sanno Mattia e Luigi, più aperti al dialogo e a mettersi in discussione; ma sono fondamentali anche Riccardo e Massimo che, al contrario, hanno paura di cedere i loro privilegi. Quattro facce dello stesso dado in cui il comune denominatore è l’amicizia tra di loro. Particolarmente apprezzato, infatti, è il modo in cui il rapporto tra di loro viene analizzato e scandagliato, subendo anch’esso un cambiamento che si dimostra necessario. Si parla molto di amicizia maschile, ma non si discute abbastanza sugli ostacoli e pregiudizi che i rapporti tra uomini incontrano quando si tratta di andare in profondità, di esternare i propri sentimenti e le proprie paure.
Maschi Veri è una serie piacevole, che scorre senza grossi intoppi grazie anche ad un minutaggio breve e ad un ritmo comico spesso azzeccato, sebbene gli episodi centrali subiscono una battuta d’arresto.
Ad essere un grande interrogativo, però, sono i personaggi femminili. Com’era prevedibile e giustificato dal tipo di storia portata sul piccolo schermo, le donne rappresentano un mondo a parte e poco indagato. Il modo in cui la misoginia, che siano esse vittime o carnefici, plasma anche loro non è indagato a sufficienza lasciando così un tassello importante della tematica vuoto, il che è un gran peccato.
Maschi Veri
Voto - 7
7
Lati positivi
- L'utilizzo della commedia rende il tutto più fruibile
- Le tematiche affrontate da un punto di vista inedito per la televisione italiana che punta, inoltre, ad un target solitamente escluso quando si parla di femminismo
Lati negativi
- I personaggi femminili sono lasciati a loro stessi
- Sebbene siano puntate brevi, alcuni episodi risultano di riempimento