28 Anni Dopo: nonostante le controversie il finale è la parte migliore del film

Il finale sorprendentemente caotico e articolato di 28 Anni Dopo diretto da Danny Boyle, non ha ricevuto il riconoscimento che merita

28 Anni Dopo è arrivato al termine di un processo produttivo lungo e complesso, durato ben 23 anni. Il film originale, 28 Giorni Dopo, diretto da Danny Boyle e scritto da Alex Garland nel 2003, ha avuto un impatto decisivo sulla rinascita del genere zombie. Anche se le creature infette del film non erano veri e propri zombie, la loro rappresentazione ha lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo. Il successivo 28 Settimane Dopo ha momentaneamente soddisfatto la voglia del pubblico di esplorare ancora quel mondo, ma è stato l’annuncio di una nuova collaborazione tra Boyle e Garland per questo terzo capitolo a generare le aspettative più alte.

Ora che 28 Anni Dopo è finalmente uscito nelle sale, la reazione del pubblico si è rivelata piuttosto divisiva, in gran parte a causa del suo finale. La critica ha accolto il film con entusiasmo, assegnandogli un ottimo 90% su Rotten Tomatoes, ma gli spettatori si sono mostrati più freddi, con un punteggio inferiore al 65%.

Il cuore del dibattito si concentra sugli ultimi minuti del film, in cui il protagonista, Spike (interpretato da Alfie Williams), viene inaspettatamente salvato da un misterioso personaggio che si fa chiamare Sir Jimmy (Jack O’Connell). Quest’ultimo guida un gruppo di individui chiamati “i Jimmies”, riconoscibili per le loro tute eccentriche, gioielli vistosi e armi medievali improvvisate. Il gruppo irrompe in scena con un combattimento altamente stilizzato e coreografato, eliminando gli infetti poco prima della conclusione. Anche se questo finale può sembrare estraneo al tono del film, in realtà riflette lo stile visivo e narrativo tipico del team creativo e contiene elementi che erano stati disseminati lungo tutta la narrazione.

In 28 Anni Dopo, le cicatrici dell’umanità sono più profonde del virus

28 anni dopo

28 Anni Dopo, Columbia Pictures, British Film Institute, DNA Films, Decibel Films, TSG Entertainment, Sony Pictures Releasing

Fin dall’inizio, 28 Anni Dopo si presenta come un racconto di formazione, mostrando il punto di vista dei giovani nati dopo la diffusione del virus della rabbia e la quarantena nel Regno Unito. L’apertura, ambientata all’inizio dell’epidemia, mostra un bambino che assiste alla morte violenta dei genitori, ma subito dopo la narrazione salta avanti di 28 anni per concentrarsi su un altro ragazzo, Spike, cresciuto in un mondo post-apocalittico.

Il film si sposta quindi sull’ambiente isolato in cui Spike vive con il padre Jamie (Aaron Taylor-Johnson) e la madre malata Isla (Jodie Comer), facendo dimenticare quasi del tutto il bambino iniziale. La regia visivamente audace di Boyle (che utilizza anche l’iPhone per alcune riprese) e la tensione costante catturano l’attenzione dello spettatore, rendendo facili da ignorare piccoli ma importanti segnali che anticipano l’arrivo di Sir Jimmy.

Durante un viaggio verso la terraferma, Spike si interroga su chi viva al di fuori dell’isola. Jamie parla con timore di gruppi violenti quanto gli infetti, e i due si imbattono nel cadavere impiccato di un uomo con inciso il nome “Jimmy”. Dettagli come questo – insieme a graffiti e simboli sparsi – erano presenti per tutto il film, ma passano inosservati fino al controverso finale, che acquista senso solo ripensando a quei segnali.

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