Echo Valley: recensione del film con Julianne Moore e Sydney Sweeney
Disponibile su Apple TV+, Echo Valley è un thriller con un ottimo cast che tratta il tema dell’incondizionato amore materno
Tra le novità in streaming di giugno 2025 c’è un thriller prodotto da Ridley Scott e interpretato da due star hollywoodiane, Julianne Moore e Sydney Sweeney. Il contenuto in questione è Echo Valley, di cui vi presentiamo la recensione. Il film, diretto da Michael Pearce (Beast, Encounter) e scritto da Ben Ingelsby (Il fuoco della vendetta, Omicidio a Easttown), è incentrato su un complicato e doloroso rapporto madre-figlia e sull’amore e sulla protezione incondizionata che solo un genitore può dare. Per trattare questo tema, si sceglie la via di genere, utilizzando il thriller come intelligente motore dell’intera operazione.
Sostenuto da due ottime protagoniste (affiancate anche da attori del calibro di Domhnall Gleeson, Kyle MacLachlan e Fiona Shaw), Echo Valley è un thriller interessante e ben girato, che però soffre un po’ nel ritmo narrativo. Non è uno dei migliori lungometraggi prodotti da Apple Studios, ma è sicuramente un film a cui dare un’occasione. Dopo un’uscita cinematografica in sale selezionate in Nord America, Echo Valley (qui il trailer) è ora disponibile su Apple TV+.

Echo Valley. Apple Studios, Scott Free Productions, Black Bicycle Entertainment, The Walsh Company
Indice
La trama – Echo Valley recensione
Kate (Julianne Moore) è proprietaria di una fattoria in Pennsylvania e conduce una vita perlopiù solitaria, provata da una perdita che l’ha segnata. In seguito a un tragico incidente, la donna con cui era sposata – e per cui aveva lasciato il suo precedente marito – è morta, lasciandola sola ad affrontare la vita della fattoria, ma anche problematiche dinamiche familiari. Kate infatti ha una figlia tossicodipendente, Claire (Sydney Sweeney), la quale entra ed esce dai centri di recupero ed esige sempre più soldi dalla madre.
Quando si ripresenta per l’ennesima volta alla fattoria, Claire porta con sé numerosi problemi: dopo aver accidentalmente buttato un carico di droga che il suo fidanzato stava nascondendo, lo spacciatore Jackie (Domhnall Gleeson) la rintraccia ed esige di essere ripagato. Ma non è tutto: una notte la ragazza si presenta coperta di sangue e dice alla madre di aver ucciso il suo fidanzato. Kate decide di aiutarla, nascondendo il cadavere, ma ben presto scoprirà che la verità è molto più complessa. La donna dovrà decidere se agire nuovamente basandosi sull’incondizionato amore materno per sua figlia.

Echo Valley. Apple Studios, Scott Free Productions, Black Bicycle Entertainment, The Walsh Company
Un thriller emotivo con un cuore tematico pulsante ma alcuni difetti
Echo Valley è un thriller che si basa principalmente sulle relazioni umane, in particolari quelle familiari. Dunque un dramma familiare in cui la suspense si mescolacon la tensione delle emozioni. È un aspetto interessante che, tuttavia, si scontra con un andamento altalenante della narrazione e uno scarso approfondimento di alcuni spunti narrativi. La prima parte del film, concentrata sul rapporto disfunzionale tra Kate e Claire, fa fatica a ingranare e il tono unicamente drammatico non riesce a coinvolgere a pieno. Solo con la svolta thriller, Echo Valley riesce finalmente a riemergere, mostrando gli elementi positivi presenti nella sua storia. In particolare il film mostra le conseguenze dell’amore incondizionato di una madre e si interroga su quale sia il limite fino a cui può spingersi un genitore per aiutare il sangue del suo sangue.
La pellicola inoltre tratteggia l’inaspettata metamorfosi di una donna che appare sempre stanca, arresa e sottomessa agli eventi che la circondano, ma la cui disperazione nasconde in realtà una forza inespressa. Un maggiore approfondimento invece avrebbe meritato il personaggio di Claire, una figura complessa che però scompare per buona parte della narrazione, diventando così solo un mezzo per scatenare gli eventi successivi. Muovendosi tra film intimo sull’elaborazione del lutto, dramma familiare, thriller a tinte crime e melodramma con svolte da soap opera, Echo Valley perde un po’ la bussola durante il suo svolgimento. Gli elementi che però rimangono convincenti sono la svolta thriller, che rivitalizza l’andamento narrativo, e il cuore tematico del film, che pone interessanti quesiti morali ed etici. Non a caso la conclusione sta in un finale ambiguo, in cui ci si interroga su quale sia il male maggiore tra quelli perpetuati dai vari personaggi.

Echo Valley. Apple Studios, Scott Free Productions, Black Bicycle Entertainment, The Walsh Company
Cast e regia – Echo Valley recensione
Nonostante alcuni difetti, Echo Valley possiede come principali qualità il lavoro del cast e del regista. L’impegno delle due protagoniste è ben visibile, in particolare quello di Julianne Moore, sempre impeccabile nella recitazione in sottrazione. Sydney Sweeney convince nuovamente in un ruolo drammatico, ma risulta meno incisiva rispetto ad altri ruoli che ha interpretato. Apprezzabili anche le performance di Fiona Shaw, nel ruolo dell’amica di Kate, ma soprattutto di Domhnall Gleeson nei panni di uno spavaldo e spregevole spacciatore.
Anche a livello tecnico, Echo Valley è un film da apprezzare: il regista Michael Pearce e il direttore della fotografia Benjamin Kračun lavorano per comunicare al meglio la solitudine, l’abbandono, lo smarrimento e l’angoscia con l’utilizzo di colori plumbei, scuri e freddi, in particolare il blu. Una tecnica che sottolinea anche la cupezza, il silenzio e l’oscurità di uno degli angoli dell’America provinciale. Tra confezione di prestigio tipica dei prodotti Apple e thriller in stile anni Novanta impregnato di atmosfere soap e innumerevoli plot twist, Echo Valley – al di là dei difetti evidenti – non delude per il suo cuore pulsante incentrato sull’istinto materno, tra amore e oscurità.
Echo Valley
Voto - 6
6
Lati positivi
- Il cuore tematico del film, incentrato sull'amore materno incondizionato e istintivo
- Il lavoro del cast e del regista
Lati negativi
- L'andamento narrativo altalenante
- Il film ha molte vesti ma sembra perdere un po' la bussola, tralasciando anche l'approfondimento di alcuni spunti narrativi