The Lobster: la recensione del film di Yorgos Lanthimos

Di seguito, la nostra recensione di uno dei film più interessanti degli ultimi anni

The Lobster. Si tratta del primo film in lingua inglese del regista greco Yorgos Lanthimos, del 2015. Il film è ambientato in un futuro distopico in cui non è concesso essere single. David, come il resto dei cittadini soli, viene portato in un hotel dove dovrà trovare una compagna entro quarantacinque giorni. Se ciò non avviene, l’individuo andrà incontro ad un destino insolito e tremendo: l’essere trasformato in un animale a scelta.

Il protagonista di The Lobster è Colin Farrell, attore molto apprezzato da Lanthimos (Farrell è, infatti, il padre di famiglia di una delle sue opere più apprezzate Il Sacrificio del Cervo Sacro). Al suo fianco, l’elegante Rachel Weisz, protagonista insieme a Emma Stone e Olivia Colman del recente La Favorita. Nel film troviamo altri volti noti a partire proprio dalla Colman, come John C. Reilly, Léa Seydoux e Ben Whishaw. Il film fu particolarmente elogiato per la sua sceneggiatura scritta dallo stesso Lanthimos e dall’ormai inseparabile collega Efthymis Filippou, che valse al film la candidatura all’Oscar. Ecco la recensione di The Lobster.

Recensione The Lobster

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David vive in una società dove non si può rimanere single. Lasciato dalla moglie, è costretto a recarsi in un hotel dove dovrà trovare, entro 45 giorni, una compagna con cui fare coppia. Se fallisce, sarà trasformato in un animale, nel suo caso “l’aragosta” che dà il titolo al film. David riesce, però, ad andare contro la legge. L’uomo scappa e si rifugia nei boschi dove entra a far parte della “comunità” dei cosiddetti “solitari”, in cui, invece, è vietato accoppiarsi. Sarà proprio qui che David incontrerà l’amore…

The Lobster è un film complesso, come del resto quasi tutti i film di Lanthimos. La freddezza dell’ambientazione fa letteralmente venire i brividi e la regia non delude sicuramente. La carta vincente del film, però, è la sceneggiatura, dove è evidente una forte critica alla società, scritta dallo stesso regista con la collaborazione di Filippou, che disegna una realtà cruda ma, per certi versi, non impossibile.

The Lobster: disegno di una società totalitarista

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Proviamo a pensare al tipo di società presentata da Lanthimos nel suo film. Di primo impatto sembra lontana anni luce da quella in cui viviamo noi oggi, ma, analizzandola a fondo, lo è davvero? La risposta è negativa. Il mondo in cui viviamo sembra ribadire il fatto che “se non hai un partner, c’è qualcosa che non va in te”. Questo continuo imporre all’individuo l’obbligo di trovarsi un compagno, sta spingendo sempre più le persone ad accontentarsi o, ancora peggio, ad arrendersi. Questo “malessere” viene descritto in maniera estrema ma anche sincera da Lanthimos che mostra il vero volto dell’animo umano.

È, inoltre, curioso notare due cose in The Lobster. Nel contesto dell’hotel dove si spinge la gente alla ricerca del vero amore, quello che, invece, si ottiene non è altro che delle relazioni false, studiate nei minimi particolari e insoddisfacenti. All’opposto, nei boschi, in cui le ferree regole impediscono all’individuo di provare forti sentimenti e in cui l’individualismo la fa da padrone, sboccia qualcosa di autentico e unico: l’amore. Questo contrasto risulta particolarmente significativo.

The Lobster: scelte stilistiche

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The Lobster, come gli altri film di Lanthimos, è avvolto in atmosfere tragicomiche. Le poche volte che si sorride, si tratta pur sempre di un riso amaro. Il gusto per il grottesco non viene meno in The Lobster, anzi viene estremizzato. L’apparente calma piatta del film viene spezzata da una serie di eventi che stupiscono lo spettatore. Il film di Lanthimos non lascia di certo indifferenti, anzi… trasmette al pubblico una sensazione di angoscia e ansia, caratteristica del suo cinema.

La staticità delle inquadratura risulta più che efficace in un film come questo in quanto esalta la freddezza delle azioni compiute dai personaggi senza, per questo, annoiare lo spettatore. A spiccare, tra le altre cose, è la gelida fotografia che, già dalla prima inquadratura, ci fa entrare all’interno dell’universo di The Lobster. A completare il quadro, non possiamo non citare la colonna sonora presente in modo incalzante durante tutta la vicenda.

The Lobster: conclusioni finali

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The Lobster è sicuramente uno dei prodotti più interessanti degli ultimi anni, ma si può dire che è un film per tutti? Probabilmente no. Non è certamente uno di quei film da vedere “per passare il tempo”. È un film complesso e impegnativo. Interpella in modo diretto lo spettatore e lo spinge a pensare. Guardando un film come questo, non si può rimanere indifferenti di fronte alla realtà che ci viene mostrata.

Riguardo al film Lanthimos dichiara:

Spero di fare dei film molto aperti, che possano accogliere il punto di vista di ciascuno spettatore. Abbiamo preso decisioni specifiche; si tratta di un film molto particolare, e spero che abbia una voce propria e sollevi delle domande. Ma a parte questo, spero che chiunque lo guardi si senta coinvolto e possa riflettere, ciascuno secondo la propria esperienza. È questo il mio obiettivo per questo film.

Obiettivo centrato a pieno dal regista greco che, almeno per ora, sembra non deludere le aspettative del pubblico.

The Lobster

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Sceneggiatura originale
  • Stile inconfondibile di Lanthimos
  • Tematiche importanti

Lati negativi

  • Film non adatto a tutti

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