Blade Runner 2049 – La potenza visiva di Denis Villeneuve

Approda nelle sale italiane Blade Runner 2049, diretto da Denis Villeneuve. A 35 anni dal capolavoro di Ridley Scott, arriva uno dei sequel più azzeccati che si potessero fare, di cui vi presentiamo la recensione. Un sequel che si può davvero chiamar tale. Eccovi cosa pensiamo di questo gran sequel, analizzandolo in questa recensione.

Blade Runner 2049: recensione

Inizia con un fiore – Blade Runner 2049 – e già si innesca un ricordo dell’agente K, un blade runner della polizia di Los Angeles che, nel 2049, è alla ricerca di un vecchio Nexus quando si imbatte in alcune scoperte che potrebbero cambiare il mondo attorno a lui. A trent’anni dal lavoro svolto dall’agente Rick Deckard, i replicanti della Tyrell non ci sono più. Un tale di nome Niander Wallace ha creato nuovi androidi. Ma l’agente K potrebbe essere in grado di andare fino in fondo al suo caso, facendo i conti con un passato tormentato e, finora, poco conosciuto.

Questione assai difficile quella di confrontarsi con uno dei capisaldi della storia del cinema: Blade Runner, del 1982 per la regia di Ridley Scott, che stavolta risalta tra i produttori. Ma Scott lascia molta libertà ad uno dei registi che si sta dimostrando tra i più in gamba della nostra era: Denis Villeneuve, che si carica tutta la responsabilità sulle spalle e ci restituisce una pellicola maestosa. Tra gli sceneggiatori del primo ritorna Hampton Fancher, con la collaborazione di Michael Green. Il rischio di perdere quella capacità, in sceneggiatura e nella messa in scena, di creare un futuro credibile dopo quello già inventato nel 1982, era alto. Eppure Villeneuve tocca il discorso in maniera minimale ma funzionale; infatti le invenzioni appartengono per lo più alla tecnologia, in un mondo pressoché povero di persone. Non possiamo esimerci dal citare Roger Deakins tra i maestri che contribuiscono alla riuscita del prodotto: la fotografia di Blade Runner strizza l’occhio a quella di Douglas Trumbull – DOP del primo – con un fascinoso giallo ocra ed un blu acceso a far da copertina, anche letteralmente. Blade Runner 2049, anche grazie a lui, è la quintessenza dello sguardo spettatoriale. Se da un lato l’enorme potenza visiva deriva dalla capacità che il film possiede di suscitare un’emozione dolce, che sfiora appena lo spettatore, dall’altro si passa ad un registro notevolmente più ritmato, pregno di colpi di scena e sequenze mozzafiato.

blade runner 2049 recensione

La bellezza di Blade Runner 2049 è insita nell’idea di cinema appartenente a Villeneuve. Non vi è un’imitazione di Scott, ma una vera e propria visione registica. Una delle scelte in regia più interessanti è la sovrapposizione dei corpi, in sequenze ad alta carica emotiva, e perché no, sessuale. Una delle nuove componenti risiede proprio nella storia d’amore. Denis Villeneuve cita Spike Jonze nella pellicola Her, proponendo un universo in cui il sentimento tra umani ed intelligenze artificiali può esistere. <<Umani più degli umani>> era lo slogan della Tyrell in quel cupo 2019 dipinto da Scott. Ebbene, quell’idea di androide distante ben poco dall’emozione umana, viene rielaborata e riproposta in questo sequel. Il punto di contatto onnipresente, però, tra umani e replicanti, è la ricerca della realtà; uno dei temi preponderanti in Blade Runner 2049. Lo spettatore viene guidato in un universo in cui sarà fondamentale capire quanto la realtà sia in grado di distinguersi dalla finzione. Quanto esse possano convivere.

Un trattamento particolare va riservato anche al cast. Diversamente da una delle ultime apparizione di Harrison Ford, in un Ian Solo particolarmente “stanco”, qui Villeneuve comprende esattamente come dedicare la sua attenzione all’attore, e si percepisce. La prova è del tutto superata. Da sottolineare anche la dolcezza disarmante di una bravissima Ana de Armas, ad interpretare l’intelligenza artificiale. Il nuovo agente, invece, denominato K, è interpretato da un Ryan Gosling per l’ennesima volta in grande spolvero. A pochi mesi dall’uscita del meraviglioso La La Land, possiamo dire che il talento dell’attore canadese è stato totalmente consacrato. Egli ha il maggior minutaggio nel film e la regia è perfettamente calibrata sull’andar a scovare le emozioni che trasmettono i suoi fantastici occhi. Particolarmente toccanti i momenti in cui abbiamo nello stesso fotogramma due generazioni a confronto. Due generazioni di uomini coraggiosi, di attori talentuosi ma, soprattutto, di Blade Runner.

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Blade Runner – La pietra miliare di Ridley Scott (No Spoiler)

Blade Runner 2049 - La potenza visiva - di Denis Villeneuve

Rating - 9

9

The Good

  • Ricerca della realtà
  • Androidi e Umani più simili di quanto pensiamo
  • Potenza visiva
  • Ryan Gosling
  • Harrison Ford

The Bad

  • Spoiler -- Tematiche non sviluppate a fondo, per possibile franchise

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