”I magnifici 7”. Ecco la recensione del film con Denzel Washington, Chris Pratt e Ethan Hawke!

Il 2016 è già diventato l’anno dei remake ”illustri”: e, dopo il successo al botteghino del reboot al femminile di ”Ghostbusters” ed il fallimento del rifacimento del kolossal ”Ben Hur”, è arrivato il turno de ”I magnifici 7” di Antoine Fuqua, presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e fuori concorso nella serata conclusiva della 73esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il film è un remake del cult western realizzato da John Sturges nel 1960, ispirato a sua volta dalla pellicola del cineasta giapponese Akira Kurosawa ”I sette samurai”. La storia prende le mosse dall’intervento di sette fuorilegge, cacciatori di taglie, giocatori d’azzardo e sicari, assoldati dai cittadini disperati della sonnacchiosa città di Rose Creek, che si ritrovano sotto il tallone di ferro del magnate Bartholomew Bogue, intenzionato ad impossessarsi delle loro terre. Mentre i sette mercenari preparano la città per la violenta resa dei conti che sanno essere imminente, essi si scoprono a lottare per qualcosa che va oltre il denaro. ”I magnifici 7” è sicuramente un progetto ambizioso, che per certi versi sembra essere una risposta al fenomeno ”Suicide Squad”, che nel mese di settembre si è confermato in cima alle classifiche dei box office. Ciò è particolarmente vero se consideriamo la visione che gli autori dei film in questione, Antoine Fuqua e David Ayer, hanno del cinema: insieme hanno lavorato, rispettivamente alla regia ed alla sceneggiatura, alla realizzazione di ”Training Day”, prodotto che gioca molto sul confine labile tra il bene e il male, tema ripreso, in maniera più o meno diversa, nei successivi film da regista di Ayer. Fuqua, invece, dopo l’esperienza di ”Training Day” ha virato su prodotti più commerciali e rispondente ai gusti del pubblico (da ”King Arthur” a ”Southpaw”, passando per ”Olympus has fallen”). 101910040-6ccc614c-1b83-4eb3-a45a-5141b3bdbcc9”I magnifici 7” rappresenta una svolta, rispetto alla sua filmografia ma non solo. Infatti, egli gioca con I canoni del cinema western per stravolgerli e quindi rielaborarli. Particolare rilevanza nell’economia della narrazione asssume il peso dei singoli personaggi, ed in particolar modo dei protagonisti, che non assumono le sembianze degli eroi, ma quelle di pistoleros che non tengono a cuore le sorti della popolazione del villaggio assalito, bensì il loro guadagno nel caso della buona riuscita dell’impresa (non è assolutamente un caso che il film presenti una feroce critica del capitalismo vessatorio di quei tempi sin dalle primissime scene). Ma nonostante ciò, lo spettatore riesce facilmente a simpatizzare con i membri di questa improvvisata squadra di giustizieri per via della spontaneità deducibile dai loro comportamenti, frutto di ottime interpretazioni da parte un cast internazionale e variegato di prim’ordine formato da interpreti del calibro di Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D’Onofrio, Lee Byung-Hun, Martin Sensmeier, Peter Sarsgaard, che danno vita ad un film corale, rivelandosi all’altezza di un compito per niente facile. Dalla palude, tuttavia, emergono l’osannato Denzel Washington, leader dei sette e attore feticcio di Fuqua (sotto la cui direzione in ”Training Day” si è aggiudicato un Oscar per il miglior attore protagonista), e la sorpresa Haley Bennett, che con la sua intepretazione nel ruolo di Emma Cullen non solo ha deliziato il pubblico, ma anche abbattuto uno dei tabù che da sempre contraddistingue il cinema western, ossia l’eccessivo maschilismo che si cela dietro di esso. La figura di Emma Cullen può essere considerato alla stregua di un archetipo, che grazie al suo coraggio ed alla sua palese mascolinità fa sì che la donna si liberi dello status di essere indifeso e diventi soggetto attivo e determinante all’interno dell’azione. Ma questo non è l’unico segno dell’attualità con cui vengono affrontati alcuni temi del film, che analizza la questione della frontiera americana in questo particolare momento storico: scelta intelligente, dunque, ma anche parecchio rischiosa per la MGM, che propone una rilettura in chiave moderna di una storia classica ambientata nella California del 1879 ed affida una missione così delicata ad uno dei registi più ricercati della sua generazione, il quale mescola nel racconto, sceneggiato da Nic Pizzolatto (creatore della serie televisiva ”True Detective” con protagonisti Matthew McConaughey e Woody Harrelson) e Richard Wenk (già sceneggiatore di ”The Equalizer”, diretto dallo stesso Fuqua), con naturalezza azione e approfondimento del personaggio. Ma, nonostante ciò, un alone di mistero circonda i rapporti di alcuni personaggi tra loro, in particolar modo quello tra Emma Cullen e Teddy Q, figura non molto ben definita, ma soprattutto quello tra Billy Rocks e Goodnight Robicheaux, che lascia presagire una relazione che va ben oltre la semplice fratellanza maschile (c’è addirittura chi è arrivato ad affermare che alla base del loro legame vi sia un attrazione sessuale reciproca, ma certe affermazioni è meglio lasciarle ai critici cinematografici navigati). Tuttavia, tralasciando questo dettaglio apparentemente insignficante, siamo senza ombra di dubbio in grado di affermare che ”I magnifici 7” è il miglior remake nell’anno dei remake ed il film che, insieme a ”The Hateful Eight”, simboleggia la tanto desiderata rinascita del cinema western (che sarebbe più opportuno definire ”neowestern”, per via delle notevoli differenze che questi lavori di ottima fattura hanno con i capolavori di John Ford, Howard Hawks e Sergio Leone, dai quali sono comunque lontani anni luce a livello di perfezione formale e non solo). Ciò non toglie che ”I magnifici 7” rappresenta una boccata d’aria fresca nel panorama del cinema di genere americano, e ora gli occhi sono tutti puntati proprio su Antoine Fuqua, che di recente ha annunciato che tra i suoi prossimi progetti vi è anche la realizzazione di un remake di ”Scarface, scritto da Terence Winter, già sceneggiatore dell’acclamato ”The Wolf of Wall Street”, e Denzel Washington, prossimo al suo debutto da regista nel promettente ”’Fences”, tra i titoli in lizza per le nominations ai prossimi Academy Awards, nel quale recita al fianco di Viola Davis.

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