Siccità: recensione del film di Paolo Virzì

Una Roma apocalittica in cui non piove da tre anni è al centro di un'interessante storia corale dal cast stellare

Dopo il poco apprezzato Notti Magiche del 2018, Paolo Virzì è tornato alla regia con un nuovo film presentato fuori concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e uscito nelle sale a settembre 2022 con Vision Distribution. Il lungometraggio in questione è Siccità, di cui vi presentiamo la recensione. Il regista toscano questa volta si sposta in un futuro non lontano, dove a Roma non piove da ben tre anni, una situazione estrema vista da personaggi diversi tra loro per età, classe sociale e molto altro. Le figure di questa grande storia corale sono interpretate da un cast stellare tutto italiano: Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi e Sara Serraiocco.

Qui di seguito la sinossi ufficiale di Siccità (qui il trailer), che è stato scritto da Francesca Archibugi, Paolo Giordano, Francesco Piccolo e dallo stesso Virzì:

A Roma non piove da tre anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini. Nella città che muore di sete e di divieti si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori. Le loro esistenze sono legate in un unico disegno, mentre cercano ognuno la propria redenzione.

Il film è ora disponibile per gli abbonati a Sky, Now TV e Amazon Prime Video.

Indice

Futuro e presente – Siccità recensione

Il film di Virzì è un’opera ambiziosa, dal sapore distopico, che illustra le disgrazie di un futuro non poi così lontano quasi formulando un avvertimento per il presente. Ed è proprio sul presente che il regista vuole far riflettere, analizzando anche i mali di una società perlopiù allo sbando e priva di riferimenti. Impostando una narrazione corale che ruota attorno a molti personaggi diversi per età ed estrazione sociale, Siccità osserva con sguardo satirico quegli italiani “cialtroni, vanitosi e mitomani” che popolano la società odierna, ma anche figure più emarginate che cercano disperatamente un riscatto per tutte le scelte sbagliate fatte in passato. A fare da padroni in questo ritratto corale sono le incomprensioni, sia generazionali sia di classe sociale, l’incomunicabilità, ma soprattutto l’odio, in particolare quello che emerge come risposta alla paura. Situazioni e sentimenti tipici del periodo contemporaneo.

Posto in un contesto apocalittico, tutto ciò viene estremizzato, assumendo anche toni grotteschi che rendono la narrazione più interessante. L’unione tra realismo e grottesco è fortunatamente bilanciata, sostenuta da un buon lavoro di scrittura e dal talento dei tantissimi attori che popolano la pellicola. Gestire però una moltitudine di personaggi e situazioni non è semplice, ma Virzì riesce a tenere tutto sommato insieme l’intero materiale in ballo, anche se non tutte le storie raccontate possiedono la stessa capacità di agganciare lo spettatore. Al di là di questa pecca, Virzì imposta il tono giusto per raccontare questo tipo di storia, che poteva facilmente scadere in discorsi didascalici o retorici. In Siccità si ride per le situazioni grottesche, ma si rimane anche con un certo amaro in bocca per le problematiche evidenziate con la giusta dose di ironia e cinismo.

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Siccità. Wildside, Vision Distribution

Immagini d’impatto

I messaggi e i temi di Siccità sono veicolati anche da immagini di grande impatto, che restano impresse nell’immaginario dello spettatore. Difficile scordare infatti il Tevere completamente asciutto, senza l’acqua che nascondeva la sporcizia della Città Eterna ma anche i resti di un glorioso passato. Immagini di questo tipo fanno riflettere, ricollegandosi all’attuale crisi climatica, ma sono anche qualcosa che difficilmente si vede nel nostro cinema. Tutto ciò è frutto di un ottimo lavoro del reparto degli effetti visivi, accompagnato anche dalla sempre pregevole fotografia di Luca Bigazzi. La Roma arida e il Tevere desertificato sono stati creati sovrapponendo riprese effettuate da droni sul corso d’acqua del fiume e sulle sabbiose Cave della Magliana. Un lodevole lavoro tecnico che non risulta mai posticcio. Di forte impatto sono inoltre le scene che mostrano l’invasione delle blatte nella città, immagini pregne anche di una certa simbologia.

Anche sul fronte recitativo si trovano solo elementi positivi, grazie alle ottime performance di un cast stellare, di talento e sempre in forma. A emergere in questo corposo gruppo sono senz’altro Valerio Mastandrea, autista in preda alle visioni; Silvio Orlando, nel ruolo di un carcerato che non vuole più uscire di galera; Claudia Pandolfi, dottoressa apatica che scopre una nuova epidemia; Tommaso Ragno, bravissimo nell’interpretare Alfredo, un attore in crisi che diventa popolare sui sociale; Elena Lietti, nei panni della moglie di Alfredo che tenta di tenere unita la sua famiglia.

Considerazioni finali – Siccità recensione

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Siccità. Wildside, Vision Distribution

In conclusione di questa recensione di Siccità, si può esprimere un giudizio positivo sull’ultima fatica di Paolo Virzì. Il film mostra efficacemente, tra satira, grottesco, ironia amara e cinismo, una società inaridita, priva di riferimenti, sentimenti e moralità, totalmente simile al letto del Tevere completamente prosciugato. Una metafora convincente che illustra perfettamente anche le reazioni dell’uomo di fronte a catastrofi ecologiche e pandemie. Giunti alla fine, forse non si riesce a mettere un punto in modo convincente, presentando soluzioni un po’ banali ma comunque efficaci. Bisogna però riconoscere che Siccità è un film molto più coraggioso di tante altre produzioni nostrane, che riesce a sfruttare situazioni da film di genere per parlare del presente in modo interessante e originale.

 

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Siccità

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Il mix di realismo e grottesco
  • Virzì sa utilizzare gli elementi del film di genere per parlare del presente in modo originale
  • Ottimo lavoro del cast e del reparto tecnico, fotografia ed effetti visivi in primis

Lati negativi

  • Non tutte le storie di questo grande ritratto corale hanno lo stesso appeal

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