Blue Jasmine, di Woody Allen: la Recensione

” Il mio piano è cominciare una nuova vita qui”

Inizia così Blue Jasmine, il film del 2013 scritto e diretto da Woody Allen. Nell’incipit troviamo la protagonista Jasmine, in un aereo che la separerà dalla vita che ha vissuto fino a quel momento. Una vita molto agiata, grazie anche al marito Hal, che non solo la vizia, ma la tradisce anche, presumibilmente con diverse donne. Ma il marito non è solo un traditore, è soprattutto un uomo d’affari ed un evasore fiscale. Proprio questo causerà la bancarotta della società e la fine del loro matrimonio. E così Janette, che ha cambiato il suo nome in Jasmine, si ritrova a lasciare la sua tanto amata New York e a trasferirsi a casa della sorella Ginger, a San Francisco, dove cercherà di rimettere a posto la sua vita.

La pellicola firmata da Woody Allen, arrivato al suo 42° film, si sviluppa su due piani temporali, che il regista alterna tra loro. Essi sono più che altro due veri e propri spazi temporali e geografici. Un arco temporale racconta la storia di Jasmine, alias Cate Blanchett, col marito Hal, interpretato da Alec Baldwin, tra abbondanza di vizi e soldi, mentre la sorella le fa visita a casa accompagnata dal suo primo compagno Augie, interpretato da Andrew Dice Clay, che avrà un ruolo determinante nello sviluppo drammaturgico per quanto riguarda il personaggio di Jasmine. La storia si svolge a New York. Il secondo spazio temporale, invece, si svolge a San Francisco, nella nuova vita di Janette alias Jasmine. Qui la protagonista tenterà di fare ordine nella sua esistenza, bevendo Vodka Martini e cercando di convincere la sorella Ginger, interpretata da Sally Hawkins, che il suo nuovo ragazzo Chili, alias Bobby Cannavale, è uno sbandato e non è adatto a lei.

Con Blue Jasmine Woody Allen vuole proporre non solo la singolare storia di una donna con particolari difficoltà interiori, ma anche la contrapposizione di due mondi diversi. Attraverso le due sorelle, Jasmine e Ginger, abbiamo di fronte a noi due universi socialmente opposti. Nella pellicola ci sono, quindi, diverse estrazioni sociali, ma quello che il regista vuole sottintendere è che sia i ricchi che le persone meno agiate sono insoddisfatti, dicono falsità, e soprattutto si tradiscono tra loro. Insomma sono tutti destinati allo stesso destino. Forse questo rientra anche in una visione pessimistica di Allen. Ma d’altronde sappiamo quanto egli sia un nichilista e quanto la sua visione della vita non sia proprio positiva.

Allen conferisce un’importante attenzione ai colori, in particolare al giallo. Non solo la fotografia di Javier Aguirresarobe è particolarmente “gialla”, ma ci sono anche diverse pareti gialle nel film, e lo stesso colore ritorna negli abiti e nelle scarpe di Jasmine. Col giallo solitamente si vuole portare alla mente pensieri positivi e felicità, anche perchè è un colore forte ed importante, ma capace anche di rilassare la mente. Interessante come ad un certo punto del film sarà proprio la protagonista a dire: “Ho un talento naturale per spazio e colore”, quindi probabilmente è lei stessa a decidere di voler sembrare forte ai suoi occhi e a quelli degli altri; è lei che vuole trasmettersi positività e rilassatezza.

Anche le musiche sono fondamentali nel film, ed una in particolare. Infatti Blue Jasmine inizia con Blue Moon, canzone scritta nel 1934 da Richard Rodgers e Lorenz Hart, ripresa poi anche dai Beady Eye nel 2014. La canzone ricorda a Jasmine il periodo in cui si è conosciuta col marito Hal, ed è quindi un ricordo molto importante per lei. La pellicola si apre e si chiude con questa traccia. La presenza nella chiusura di questo adorabile inno jazz sta a significare che forse Jasmine è rimasta in quel mondo da cui lei stessa, magari inconsapevolmente, si è sottratta.

Come accade spesso nei film di Woody Allen i personaggi parlano frequentemente dei loro rapporti sessuali, giudicando la loro performance e commentando l’atto in sé. Anche qui il regista non si sottrae a questa sua splendida velleità. Il regista usa questo elemento sia in chiave romantica, sia in chiave comica, un po’ come nel suo capolavoro Io e Annie, in cui la giovane ragazza gli diceva: “Fare l’amore con te è stata un’esperienza Kafkiana” . Tra le battute più belle della sua filmografia”.

Un particolare plauso va fatto agli attori, e al mondo in cui Allen li dirige. Alec Baldwin risulta veramente molto bravo, ed il regista lo usa veramente bene. Incredibile come tutte le battute che egli ha con le varie donne con cui è a contatto lasciano intendere quasi sempre che poi ci andrà a letto, anche se non verrà mai fatto vedere allo spettatore, ma lasciato all’immaginazione. Cate Blanchett è semplicemente divina. La sua Jasmine è una ricca che ha perso tutto, una snob con dei tratti comici, sempre sull’orlo del baratro mentale e della pazzia. Una nevrotica che ostenta sicurezza in una maniera fantastica. Ma soprattutto le crisi, i sorrisi che lasciano sottintendere una difficoltà interiore, il viso stravolto dagli avvenimenti, le permettono di vincere meritatamente l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista nel 2014.

Insomma possiamo dire che Blue Jasmine entra di diritto nella classifica di quei film che non si possono scordare, firmati dal fantastico regista statunitense Woody Allen, che scrive e dirige un duro spaccato sociale tramite uno zoom sulle vicende di questi singolari protagonisti.  

 

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