Doctor Who 2: la recensione della nuova stagione

Continua il nuovo corso Disney della serie cult dedicata al Dottore più famoso del piccolo schermo con una seconda stagione che conclude l'arco narrativo della precedente, tra riferimenti al passato e una sensibilità tutta nuova

Con il caricamento dell’ultimo dei suoi otto episodi si è conclusa ieri su Disney + la seconda stagione del nuovo corso di Doctor Who 2, terza rinascita della serie cult BBC nata nel lontano 1963 e ora passata sotto l’egida della Casa di Topolino. Per la seconda volta con le fattezze di Ncuti Gatwa, questa quindicesima incarnazione del Dottore prosegue così una narrazione a metà strada tra il reboot a uso e consumo dei neofiti e il sequel strettamente legato al passato della serie e al suo universo narrativo. Una doppia anima che è anche l’essenza di questa stagione e del suo protagonista, scisso tra il peso del passato e un’identità nuova e dai risvolti inediti.

Tra nuovi pianeti da esplorare, situazioni ai limiti dell’assurdo e mondi distopici alternativi strettamente legati a vecchie conoscenze del nostro protagonista, Doctor Who 2 ritrova così ancora una volta lo spirito delle origini attraverso otto episodi che concludono il ciclo narrativo iniziato nella precedente stagione. Un viaggio che è, allo stesso tempo, un ritorno a casa e lo sguardo al futuro di una serie ancora capace di regalare sorprese.

Indice:

Trama – Doctor Who 2 recensione

Dopo aver salvato il mondo grazie alla compagna di viaggio Ruby Sunday (Millie Gibson) e aver sconfitto Sutekh, il Dio della Morte, il Dottore (Ncuti Gatwa) parte per salvare l’infermiera Belinda Chandra (Varada Sethu), rapita da un gruppo di robot e portata su un pianeta in cui il genere umano è assoggettato alle macchine. Una volta sconfitta la misteriosa intelligenza artificiale che domina quel mondo, però, i due, dopo essere passati con il TARDIS per una frattura temporale, non riescono più a raggiungere la Londra del 2025. Che il mondo durante la loro assenza sia finito?

Inizia così un viaggio attraverso epoche e pianeti differenti (dalla Miami degli anni ’50 a una colonia di estrazione 500mila anni avanti nel futuro, dagli scontri con nuovi membri del Pantheon della Discordia a quelli con divinità in esilio, passando per Festival della canzone interstellari e versioni alternative della Terra), in cui il Dottore dovrà fare ancora una volta i conti con il suo passato, con la caduta di Gallifrey e, forse, con la consapevolezza di non essere l’unico Signore del Tempo rimasto.

Doctor Who 2 recensione

Doctor Who. Bad Wolf Productions

Uno sguardo nuovo

Se c’è una cosa che, da sempre, caratterizza una serie come Doctor Who è la sua imprevedibilità. Quella capacità di creare, episodio dopo episodio, mondi nuovi tutti da esplorare, tra avventure, paradossi e riferimenti più o meni velati al nostro presente. A ben vedere non fa eccezione nemmeno questa seconda stagione del nuovo corso Disney, solo apparentemente più legata alla storia e alla mitologia della serie. Perché nonostante infiniti rimandi e citazioni, ritorni di personaggi e luoghi del passato, la serie riesce comunque ad essere, ancora una volta, imprevedibile quanto basta per restituirci, intatto, lo spirito delle origini e per essere, ancora una volta, decisamente originale.

Complice un Dottore per certi versi inedito, la serie infatti guarda al passato con uno sguardo nuovo e rinnovato, un punto di vista insolito da cui inquadrare, attraverso angolazioni differenti, luoghi e situazioni apparentemente familiari al pubblico di appassionati. È così che a a una stagione capace di correggere il tiro e aggiornarsi ai tempi (“io non sono una delle tue avventure”, dice Belinda al Dottore, rigettando il classico ruolo di spalla femminile e rivendicando quello di coprotagonista a tutti gli effetti), si affianca un senso dell’avventura rinnovato e ricco di spunti interessanti.

Doctor Who 2 recensione

Doctor Who. Bad Wolf Productions

Il peso delle emozioni

Strettamente legata alle vicende della stagione precedente Doctor Who 2 chiude così un cerchio avviato nel 2023. Un dittico al tempo stesso autonomo ma capace di dialogare (a volte in maniera brillante altre un po’ pretestuosa) con il passato della serie, salendo a ritroso fino alle sue origini. A emergere, come e più che nella passata stagione, è un Dottore estremamente consapevole di sé, della sua queerness e del suo aspetto (elementi che in più di un’occasione renderanno problematici i suoi viaggi nel tempo), decisamente imprevedibile e capace di passare dall’euforia alle lacrime in un attimo.

Sono proprio le emozioni, del resto, a dominare, pur senza snaturarla, questa nuova incarnazione del Dottore. Un personaggio tormentato dal suo passato, da chi ha lasciato indietro e dal fardello e il rimpianto di essere (forse) l’unico Signore del Tempo rimasto ma non per questo meno vitale e fiducioso su ciò che il futuro ha da riservargli. Un’emotività ricercata ed esibita in grado di farsi vero e proprio motore degli eventi, condizionandone il corso fino ai risvolti più imprevedibili.

Doctor ho 2 recensione

Doctor Who. Bad Wolf Productions

Tra passato e futuro

E non si può certo dire che gli eventi manchino in questa seconda stagione, tra avventure su mondi alieni dominati da robots, contesti canori in diretta universale (con tanto di puntata dedicata uscita in contemporanea con la finale dell’Eurovision) e presenti alternativi dal sapore distopico. Nel suo mischiare assieme vecchio e nuovo, cercando continuamente ponti tanto narrativi quanto tematici col passato, è così che il nuovo corso Disney si dimostra meno iconoclasta di quanto a prima vista ci si fosse aspettati.

Contando, nel ruolo di showrunner e di sceneggiatore di alcuni episodi, sul solito Russell T Davies, artefice della seconda rinascita seriale del Dottore, Disney conclude così un ciclo che si innesta – senza cadute di stile ma nemmeno eclatanti guizzi inventivi – sul solco di quello che l’ha preceduto. Un’avventura colorata e immaginifica, divertente ed emotiva che guarda al futuro della serie pur senza far tabula rasa del suo glorioso passato. In attesa di una nuova, inaspettata (occhio all’ultimo episodio) incarnazione.

Doctor Who 2

Voto - 7

7

Lati positivi

  • La serie, in termini di scrittura e trovate narrative, si mantiene ai livelli delle passate stagioni, con più di uno spunto interessante
  • Il Dottore di Ncuti Gatwa conserva la sua specificità pur senza snaturare il personaggio, chiudendo un arco narrativo originale e per certi versi inedito

Lati negativi

  • Certi riferimenti insistiti al passato della serie sembrano pretestuosi e a uso e consumo dei fan più accaniti

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