La zona d’interesse: non si placano le polemiche attorno al discorso di Jonathan Glazer agli Oscar 2024

Il produttore de La zona d'interesse Danny Cohen contro il discorso di Jonathan Glazer agli Oscar

È trascorsa quasi una settimana dalla cerimonia di premiazione degli Academy Awards e dalla vittoria de La zona d’interesse come Miglior film internazionale e il discorso di accettazione di accettazione del premio da parte del regista Jonathan Glazer continua a far discutere. Il discorso di Glazer agli Oscar 2024 è stato da molti ritenuto controverso e da allora è stato oggetto di critiche da più parti. Ambientato nel 1943, attraverso il ritratto della surreale normalità della famiglia del comandante di Auschwitz, La zona d’interesse parla della disumanizzazione e desensibilizzazione che affligge la contemporaneità. Accettando il premio, Jonathan Glazer – in linea con la natura del messaggio del film – ha sottolineato il parallelismo tra ciò che è accaduto durante l’Olocausto e ciò che accade oggi a Gaza, affrontando la questione del conflitto israelo-palestinese e chiedendo il cessate il fuoco.

Il mio film mostra a cosa può portare questa disumanizzazione ed è un film fatto per il presente. In questo momento siamo qui come uomini che rifiutano che il loro essere ebrei e l’Olocausto vengano deviati da un’occupazione che ha portato al conflitto così tante persone innocenti. Le vittime del 7 ottobre in Israele o degli attacchi in corso a Gaza sono le vittime di questa disumanizzazione. Come possiamo resistere?

Il discorso ha suscitato numerose polemiche, tra chi sostiene che Jonathan Glazer abbia strumentalizzato l’Olocausto e chi ritiene che il regista sia arrivato a distaccarsi, sul palco del Dolby Theatre, dalla sua educazione ebraica. Il regista László Nemes (premio Oscar per Il figlio di Saul) ha aspramente criticato il discorso di Glazer, sottolineando come il regista de La zona d’interesse abbia fatto ricorso ad «argomenti diffusi dalla propaganda intesa a sradicare tutta la presenza ebraica dalla Terra». La Fondazione americana per i sopravvissuti all’Olocausto aveva condannato le parole di Glazer in una lettera aperta, definendo il discorso «moralmente indifendibile», specie nell’aver utilizzato Auschwitz per criticare Israele. Ora, alle critiche già espresse, si aggiunge quella del produttore esecutivo de La zona d’interesse Danny Cohen, che ha preso le distanze da Jonathan Glazer intervenendo nel podcast Unholy: Two Jews on the News.

la zona d'interesse

Extreme Emotions, A24, Film4 Productions, House Productions

Il produttore de La zona d’interesse contro il discorso di Jonathan Glazer agli Oscar

«È importante riconoscere che [il discorso di Jonathan Glazer agli Oscar 2024] abbia lasciato sconvolte e arrabbiate molte persone. E francamente io comprendo la ragione di quella rabbia. Credo che molte persone nella comunità ebraica che mi hanno contattato ritengano che il film sia molto importante e che costituisca una parte notevole nel creare consapevolezza verso l’Olocausto. E credo che siano rimasti sconvolti dal fatto che [l’Olocausto] sia stato associato [nel discorso di Glazer] con quello che sta succedendo ora a Gaza» ha dichiarato al podcast Unholy il produttore esecutivo de La zona d’interesse Danny Cohen. «Sono in disaccordo con Jonathan. Il mio supporto ad Israele è incondizionato. La guerra e il protrarsi del conflitto sono responsabilità di Hamas […]. Credo che la guerra sia tragica e orribile, così come la perdita di vite di civili, ma io incolpo Hamas per questo». Cohen ha proseguito sottolineando come la polemica attorno al discorso di Jonathan Glazer rischi di distogliere l’attenzione dal film stesso.

«È il suo film e può scegliere le sue parole e sono sicuro che continuerà a difenderle ma per me quello non era il momento giusto, non c’era il giusto contesto e [il discorso] è stata una distrazione dalla grande opera d’arte che è il film. Jonathan è davvero una persona che lascia che siano i suoi lavori a parlare. Io sono molto più favorevole al fatto che sia il film a parlare piuttosto che un discorso di 30 secondi fatto in televisione».
[Fonte: Unholy]

 

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