Qual è il pensiero di Stephen King sull’Intelligenza Artificiale?

Il Maestro dell’horror Stephen King ha recentemente rivelato cosa pensa dell’Intelligenza Artificiale!

Stephen King, l’autore horror più conosciuto e apprezzato di sempre, ha recentemente rilasciato un’intervista al colosso dell’informazione statunitense Rolling Stone. Il padre di Misery non deve morire, It e Shining, solo per nominare alcune delle tantissime opere da lui scritte, ha espresso la sua opinione riguardante l’Intelligenza Artificiale, e su una possibile sostituzione delle macchine alla creatività dell’uomo. La sua risposta sembra essere positiva, senza considerare però le eccezioni.

In occasione della promozione della sua opera più recente, il romanzo “Holly”, il romanziere di Portland ha parlato di questo argomento con il suo intervistatore, esprimendo una certa fiducia nei confronti della creatività umana, non considerando le macchine, l’Intelligenza Artificiale, una minaccia imminente per il lavoro creativo degli esseri umani. Tuttavia, nelle sue parole, si nota una solidarietà verso le paure di romanzieri, sceneggiatori e scrittori in generale, la cui precarietà è già oggetto di discussione.

Stephen King parla del ruolo dell’Intelligenza Artificiale nel settore creativo!

Questa la traduzione dell’intervista rilasciata da Stephen King a Rolling Stone:

stephen king

Eli Roth’s History of Horror. Asylum Entertainment

“Beh, permettimi di dire che capisco le preoccupazioni riguardo all’IA quando si tratta di sceneggiatori e di scrittori coinvolti nella scrittura per la TV. C’è questa paura, e penso che sia una paura non espressa, che l’IA abbia in qualche modo scritto sitcom e alcune delle serie drammatiche fin dall’inizio, perché sono piuttosto stereotipate, formulaiche. Sono fatte in serie, come seguendo un manuale. Ma per quanto riguarda l’IA e i libri scritti da essa, gli script scritti dall’IA, cosa possiamo fare?

Potresti anche essere Re Canuto che cerca di fermare la marea che comunque accadrà. Ma trovo molto, molto difficile credere che l’IA, finché non raggiungerà una vera e propria coscienza, che è ancora lontana al momento, possa scrivere qualcosa di valido. Ho letto poesie scritte dall’IA nello stile di, diciamo, William Blake, e hanno riferimenti Dio, l’agnello e tutto il resto, ma non è la stessa cosa. Non è nemmeno lontanamente vicino all’originale. È come paragonare una Bud e una birra generica. Entrambe ti inebriano un po’, ma non è la stessa cosa.”

E tu, pensi che ci sia motivo di preoccuparsi? Faccelo sapere nei commenti!

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