Peter Jackson voleva sottoporsi ad ipnosi per dimenticare Il Signore degli Anelli

Peter Jackson voleva entrare in ipnosi per poter vedere la sua trilogia come un qualsiasi spettatore

Peter Jackson ha dichiarato che ha preso in considerazione la possibilità di sottoporsi ad ipnosi per dimenticare la trilogia del Signore degli Anelli. Il nome del regista è indissolubilmente legato agli adattamenti delle epiche opere fantasy di J.R.R. Tolkien, come appunto Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit. Con una mossa che non ha precedenti, Jackson ha avuto l’ok per girare l’intera trilogia ancor prima di iniziare le riprese del primo capitolo; una mossa che ha permesso che i lavori per i tre film procedessero spediti uno subito dopo l’altro. I tre capitoli sono usciti tutti nel mese di dicembre, dal 2001 al 2003 e hanno portato sul grande schermo l’immaginario di Tolkien facendo registrare al box office quasi 3 miliardi di dollari. Il ritorno del re, poi, è diventato il film con più Oscar vinti: 11 statuette, tra cui quella ottenuta da Peter Jackson come Miglior regista. Ma perché Jackson ha pensato di sottoporsi ad ipnosi per dimenticare la trilogia?

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Peter Jackson voleva entrare in ipnosi per poter vedere la sua trilogia con lo stupore della prima volta

Parlando col podcast di The Hollywood Reporter Awards Chatter, Peter Jackson ha rivelato di essersi sentito sfortunato per non aver potuto godere l’esperienza della sua trilogia come un comune spettatore. Jackson ha amato ogni singola parte della monumentale opera di Tolkien, ma si è reso conto che gli anni passati a lavorare ai film gli hanno in qualche modo portato via l’opportunità di fruire dei suoi stessi adattamenti con lo stupore di un fan. Ed è per questa ragione che il regista ha contemplato la possibilità di adottare misure drastiche come per esempio l’ipnosi, per poter dimenticare il tempo speso a lavorare ai film e semplicemente “sedersi e divertirsi” guardandoli. Di seguito ecco le sue stesse parole.

“Quando abbiamo realizzato i film del Signore degli Anelli, mi sono sempre sentito sfortunato per non essermeli potuti godere con lo stupore della prima volta. Quando ci sono state le prime proiezioni, ero immerso nel mio lavoro già da cinque o sei anni. Per me è stata una grande perdita non poterli vedere come tutti gli altri spettatori. Ho davvero preso seriamente in considerazione l’idea di sottopormi ad ipnosi per dimenticare i film e il lavoro fatto in quei sei anni, per poter semplicemente sedermi a vederli divertendomi. Alla fine non l’ho fatto, ma ne ho parlato col mentalista inglese Derren Brown che pensava fosse una cosa fattibile”.

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