Rapito: il nuovo film di Marco Bellocchio in concorso a Cannes

La pellicola sarà incentrata sul caso Edgardo Mortara, bambino rapito da Papa Pio IX

Reduce dal successo di Esterno Notte, Marco Bellocchio presenterà nella Selezione ufficiale di Cannes 2023 il suo nuovo film, Rapito, incentrato sul caso Edgardo Mortara, bambino ebreo strappato alla famiglia nel 1858 e convertito a forza al cattolicesimo da Papa Pio IX. Il progetto è basato su un soggetto di Bellocchio (a cui ha pensato durante il lockdown), con una sceneggiatura scritta da Stefano Massini e Susanna Nicchiarelli, mentre la produzione è ad opera di IBCMovie e Kavac Film con Rai Cinema. Il film avrebbe dovuto essere girato da Steven Spielberg, salvo poi rinunciarci. Il cast vedrà protagonisti Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Enea Sala (Edgardo Mortara da bambino), Leonardo Maltese (Edgardo ragazzo), Filippo Timi, Fabrizio Gifuni, Andrea Gherpelli, Samuele Teneggi e Corrado Invernizzi.

Rapito: il nuovo film di Marco Bellocchio in concorso a Cannes

Rapito

IBCMovie, Kavac Film, Rai Cinema

Il film non sarà basato sul libro Prigioniero del papa di David Kertzer (al contrario dell’embrionale progetto di Spielberg), ma sulle fonti dirette e gli atti processuali. Sarà una ricostruzione storica realizzata con la consulenza della storica Pina Todaro. La sceneggiatura è di Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli con la collaborazione di Edoardo Albinati e Daniela Ceselli. Il montaggio è di Francesca Calvelli e Stefano Mariotti, la fotografia è di Francesco Di Giacomo, le musiche originali di Fabio Massimo Capogrosso, la scenografia di Andrea Castorina, i costumi di Sergio Ballo e Daria Calvelli. In un’intervista rilasciata a La Repubblica, Bellocchio aveva parlato dell’elemento che lo affascinava di più, e dei protagonisti della vicenda: “Il mistero della conversione. Ma non nel senso di Messori che dice che si era veramente convertito. Si parte dalla indubbia violenza terribile perpetrata verso un bambino e dovuta al fanatismo religioso, l’idea che in nome di una fede si potesse fare tutto. Non sarà possibile farlo ma si potrebbe immaginare il nostro Mortara che si ritira in Belgio e muore nel 40, avendo visto le croci uncinate, il nazismo, la nuova violenza contro il popolo ebraico.”

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