The Nightingale: Jennifer Kent risponde agli insulti a Venezia

La regista australiana, in conferenza stampa ha detto la sua sugli insulti ricevuti durante la proiezione del suo film

C’è da riflettere su quanto accaduto alla fine della proiezione stampa di “The Nightingale“, ultimo film di Jennifer Kent, in concorso al 75º Festival del Cinema di Venezia. Capita ad ogni film e ad ogni cineasta di ricevere critiche e di spiazzare il pubblico. Ciò che è accaduto a Venezia però ha superato ogni limite concesso. Al termine della proiezione, dalla platea, un giovane spettatore ha inveito nei confronti della regista australiana, con pesanti insulti. Durante la conferenza stampa, Jennifer Kent ha subito detto la sua, parlando dell’incidente della sera precedente. Di seguito, le parole pronunciate dalla regista di “The Nightingale“, in concorso a Venezia 75.

The Nightingale: gli insulti a Jennifer Kent

Tutti ricordiamo il sorprendente “Babadook” con il quale Jennifer Kent si presentò al grande pubblico. La regista australiana è quest’anno in concorso al 75º Festival del Cinema di Venezia con “The Nightingale“. L’incidente avvenuto durante la proiezione del suo ultimo lavoro ha visto protagonista un ragazzo in platea (a cui è stato ritirato subito l’accredito). L’aggressore ha inveito con insulti, come “vergogna, pu****a”, fai schifo“, la regista. La regista ha subito reagito alle deplorevoli offese con fermezza e con apparente tranquillità. Tra le sue parole:

È d’assoluta importanza reagire all’ignoranza con l’amore e la conoscenza. Non c’è altra opzione.

Come dice anche il mio film le altre opzioni non danno sollievo né miglioramento. Sono orgogliosa del mio film e delle persone che ci hanno lavorato. È importante ricordare valori come l’amore e la compassione che oggigiorno non vengono considerate”.

La regista ha ricevuto moltissima solidarietà, soprattutto sui social. Dopo poco sono anche arrivate le scuse, non giustificabili, del ragazzo:

Ovviamente non penso e non ho mai pensato le cose che ho detto. L’insulto viene fuori da un pensiero irrazionale e iperbolico di un cinismo che potrebbe andar bene (ma in realtà anche no) al bar tra amici ma che è assolutamente fuori luogo all’interno di una Mostra d’Arte. Il gesto non è da pensare come attacco maschilista o misogino, le scelte delle parole sono importanti è vero – soprattutto all’intero del clima attuale – e la parola incriminante poteva essere quella come un’altra.

Contro le discriminazioni

Jennifer Kent, unica regista donna in concorso, ha inoltre riflettuto sulle discriminazioni sessiste e/o razziali:

Il fatto di essere l’unica donna in concorso è qualcosa che di certo non mi dà gioia. La parità di genere è fondamentale. Il lavoro del cinema è quello di riflettere il mondo e se riflettiamo solo il 50% del mondo, il cinema non fa il suo lavoro.

Nel cinema però non c’è solo il problema della rappresentanza femminile, manca la giusta rappresentazione dei cineasti provenienti dai paesi in via di sviluppo, delle origini indigene o da chi non ha un genere sessuale definito per scelta. Io mi sento fortunata perché provengo da un luogo in cui il genere non ci impediva di realizzare qualcosa. In questo senso Nuova Zelanda e Australia sono dei buoni modelli.

The Nightingale di Jennifer Kent:

The Nightingale, con Aisling Franciosi e Sam Claflin, racconta l’incredibile storia di una giovane irlandese nella Tasmania di fine Ottocento. Ambientato in un mondo di violenza e sopraffazione nei confronti delle donne e degli aborigeni. Claire dopo aver subito stupri, l’uccisione del consorte e della figlia piccolissima (da parte dei britannici), si mette in viaggio con l’idea di vendicarsi di tutto ciò, ma l’incontro con la guida aborigena Billy cambierà il suo modo di vedere le cose.
Il film, ricordiamo, è in concorso al 75º Festival del Cinema di Venezia ed è previsto entro fine anno nelle sale americane.

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