Vittoria e Abdul: la storia vera dell’amicizia tra la sovrana inglese e il suo segretario

Scopriamo i dettagli di una storia vera ma tenuta nascosta per tanto tempo

Vittoria e Abdul è un film del 2017 diretto da Stephen Frears e basato sull’omonimo libro di Shrabani Basu, che  racconta la storia dell’amicizia tra la Regina Vittoria e il suo segretario indiano Abdul Karim. Un’amicizia ai quei tempi considerata decisamente scandalosa per via della differenza sociale tra i due e soprattutto avversa agli occhi della corte e della famiglia della Regina.

Ad interpretare i protagonisti ci sono Judi Dench, attrice inglese amatissima, nei panni della Regina Vittoria e l’attore Ali Fazal in quelli di Abdul Karim, suo segretario. Il film sarà trasmesso stasera su Iris alle 21:00. Scopriamo i dettagli della storia vera di Vittoria e Abdul e dell’insolita quanto sincera amicizia tra i due. 

Vittoria e Abdul

Vittoria e Abdul, Working Title Films, BBC Films

Vittoria e Abdul: chi era Abdul Karim e com’è nata l’amicizia con la Regina

Uno dei protagonisti di Vittoria e Abdul è Abdul Karim. L’uomo nacque a Lalitpur nell’India sotto il dominio inglese. Viveva con suo padre –  un assistente ospedaliero – suo fratello maggiore, Abdul Aziz, e quattro sorelle più piccole. Nel 1887, in occasione del Giubileo della Regina Vittoria, Abdul Karim venne mandato in Inghilterra insieme ad un altro uomo per diventare cameriere della sovrana, periodo durante il quale imparò la lingua inglese. I suoi atteggiamenti colpirono la Regina che volle conoscerlo meglio e imparare da lui la lingua che non conosceva. Abdul infatti fin da piccolo aveva imparato il persiano e l’urdu e da adolescente visitò l’ India del Nord e l’Afghanistan. Con il passare del tempo l’uomo instaurò un rapporto sempre più stretto con la Regina con la quale si intratteneva in numerose conversazioni e nel 1888 Vittoria lo insignì del titolo di “Munshi” suo segretario, suscitando il malcontento della corte e della sua famiglia. Nel 1892, il Munshi fece ritorno in India per sei mesi e vi tornò portando con sé sua moglie e sua suocera.

Il loro arrivo e la loro permanenza a corte affascinarono la Regina che passò molto tempo con loro. Allo stesso tempo suscitarono la curiosità e la ritrosia del resto della corte, che non accettava la loro presenza, e soprattutto che questi venissero trattati alla loro stregua quando appartenevano ad un paese e una cultura inferiore a quella inglese. Nel corso del tempo il rapporto tra i due si rafforzò sempre di più e Vittoria difese sempre Adbul da ogni accusa: spionaggio, razzismo e complotto. Fece di tutto perché l’uomo venisse integrato a corte e rispettato come un membro ufficiale, ma non venne mai veramente accettato, cosa che suscitò molto spesso il malcontento della Regina. Nel 1899 Il Munshi fece ritorno in India dove rimase solo un anno; nel 1900 infatti tornò in Gran Bretagna per vedere la Regina un ultima volta prima della sua morte che avvenne qualche mese dopo. Quando era ancora in vita la sovrana fece di tutto per assicurare un futuro degno ad Adbul e la sua famiglia, mentre il nuovo sovrano, Edoardo VII non avendo mai accettato il rapporto tra i due, ordinò che tutta la corrispondenza e ogni materiale che poteva testimoniare la loro amicizia venisse distrutto. Solo nel 2010 la famiglia di Abdul rese noti i diari che permisero di ricostruire l’insolita ma profonda amicizia tra la sovrana e il suo segretario. Una storia quella di Vittoria e Adbul che vista con gli occhi di oggi fa riflettere sull’intrinseco razzismo di quel periodo e il potere del colonialismo. Da non perdere Vittoria e Abdul stasera alle 21:00 su Iris.

 

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