Captain Fantastic: recensione del film con Viggo Mortensen

Il regista Matt Ross racconta la storia dell'anticonformista Ben Cash e della sua inusuale famiglia

Presentato al Sundance Film Festival del 2016 Captain Fantastic è il secondo lungometraggio diretto da Matt Ross. Il film è risultato vincitore del Premio del Pubblico alla Festa del Cinema di Roma mentre Ross si è portato a casa il premio per la miglior regia nella sezione Un Certain Regard di Cannes.

Captain Fantastic non è altro che un padre atipico che rifiuta di adattarsi ad una società capitalistica e consumistica. Decide quindi di crescere i suoi sei figli in maniera del tutto inconsueta, estraniandoli dal resto del mondo. A dare voce a questo anticonformista per eccellenza è l’attore di origini danesi Viggo Mortensen, che proprio per questo ruolo si guadagna una candidatura come Miglior attore protagonista agli Oscar del 2017.

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Captain Fantastic: la trama

Ben Cash (Viggo Mortensen) e i suoi sei figli vivono nelle foreste dello Stato di Washington come una piccola tribù, lontani dalla società moderna. Ben si premura di insegnare loro a cacciare per procurarsi il cibo in completa autonomia, ne testa la resistenza fisica attraverso un allenamento quotidiano e delle escursioni. Allo stesso tempo, inoltre, non ne trascura l’istruzione. Gli insegna infatti le lingue straniere, le arti e la scienza, gli assegna periodicamente dei libri da leggere affinché sviluppino un loro pensiero critico.

La decisione di crescerli in maniera così atipica è stata presa di comune accordo con la moglie Leslie, che è lontana dalla famiglia perché in cura per un disturbo bipolare. A rompere l’incanto è infatti la notizia del suicidio della donna che sembra far risvegliare Ben dal suo sogno adolescenziale di microcosmo utopico.

A bordo di uno scuolabus un po’ malconcio Ben condurrà i ragazzi fino al Nuovo Messico dove si terrà il funerale di Leslie affinché possano darle un ultimo saluto.  Inoltre avranno l’occasione di vedere con i loro occhi l’imbarbarimento della società moderna. In questa dimensione on the road, un po’ malinconica e altre volte spassosa, Ben ha modo di riflettere circa la realtà iper protetta in cui ha, suo malgrado, confinato i figli.

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Captain Fantastic: l’anticonformista moderno

Ben condanna duramente la società capitalistica. Questa è incentrata sul culto del denaro che, attraverso l’allettante pubblicità, crea bisogni sempre nuovi ed allontana l’uomo dal suo rapporto con la natura. Attraverso la presa di posizione del capofamiglia Cash, il regista Matt Ross sposta l’attenzione sulle problematiche del consumismo sfrenato, dell’appiattimento delle coscienze ad opera della televisione e del cibo spazzatura.  Problematiche prevalentemente americane che non risparmiano però altri Paesi.

In realtà, e qui arriviamo alla parte più debole del film, il rifiuto (o la paura?) provati da Ben hanno origine con la malattia della moglie. Il responsabile della situazione di Leslie sembra essere proprio il sistema, una società tossica e nociva. Allora la sua ribellione insensibile al compromesso sfocia in una fuga dalla società. Si rifugia in un un ritorno nella natura (viene subito da pensare al filosofo Rousseau e le sue teorie circa l’inevitabile contrasto tra uomo e società), illudendosi di poter così proteggere i propri figli.

Viggo Mortensen, che ha di recente annunciato il suo imminente esordio alla regia con il dramma Falling, è perfetto nel ruolo dell’anticonformista Ben Cash, tanto che questo sembra essergli stato cucito addosso. La sua performance attoriale da dieci e lode è poi accompagnata da un altrettanto ottima recitazione dei sei ragazzi, alcuni dei quali giovanissimi.

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Captain Fantastic: idillio utopico

Con l’inizio del viaggio verso il Nuovo Messico assistiamo anche alla graduale corruzione della rigida morale di Ben. I suoi metodi educativi alternativi hanno certamente avuto i risultati sperati: i ragazzi sono intelligenti, forti e autonomi. Eppure questo stile di vita estremo ed essenziale li ha privati di un’infanzia/adolescenza normali tanto da far loro avvertire sempre più il desiderio di integrazione e di una vita ordinaria. L’intento di Ben è nobile anche se non riesce a convincerci più di tanto.

Il regista Matt Ross si (e ci) interroga in maniera del tutto originale sul corretto metodo educativo da usare oggigiorno. Fa uso di un gioco di stereotipi, che forse stereotipi non sono, riguardanti una società in cui l’adulto è devoto al capitale e l’adolescente è devoto a tutto ciò che è distrazione (videogiochi, tv e smartphone).

Captain Fantastic è indubbiamente un film incisivo (eviteremo la parola interessante che Ben Cash definisce come una “non parola”) dai risvolti commoventi e persino divertenti. Un film a volte schietto, duro, non proprio adatto alla visione dei più piccoli o dei più sensibili e che va visto solo se dotati di una minima apertura mentale. Un viaggio on the road alla scoperta della società vinta dal consumismo occidentale e dagli eccessi che termina sulle meravigliose note di Sweet Child O’ Mine. Qui il trailer in italiano.

What we’ve created here maybe unique in all of human existence. We’ve created a paradise.

-Ben

 

Captain Fantastic

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • prove attoriali
  • film che fa riflettere

Lati negativi

  • a volte paradossale e distopico

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