Catch-22: recensione della nuova serie tv prodotta da George Clooney

Eccovi la recensione della fortunatissima serie tv di George Clooney, Catch-22, ambientata durante la seconda guerra mondiale.

Catch-22 recensione. Si è da pochissimo conclusa la messa in onda della serie tv evento diretta da George Clooney: Catch -22. La miniserie è composta da 6 episodi ed ha già riscosso pareri positivi per il modo ironico con cui tratta la secondo guerra mondiale. George Clooney è dietro la macchina da presa e mette in scena una storia proveniente dal romanzo Comma-22 di Joseph Heller. Il libro ripercorre la storia del giovane soldato Yossarian in Italia durante la seconda guerra mondiale. Una serie dallo stampo drammatico ma con un tono di voce ironico che fa riflettere sulla guerra e sui dolori con un sorriso sulle labbra.

Il Catch-22 del titolo fa riferimento al comma-22 del codice militare. George Clooney oltre che alla direzione interpreta anche un piccolo ruolo, il tenente Scheisskopf che forma le reclute per la guerra. La serie è stata girata in Italia tra le località di Viterbo, Sutri e la Sardegna. Dopo questa breve introduzione addentriamoci più a fondo nella serie. Eccovi dunque la recensione di Catch-22.

Indice

Trama

Il soldato Yossarian e i suoi compagni sono delle giovani reclute dell’aviazione statunitense pronti per partire per la seconda guerra mondiale. Dopo aver ricevuto il giusto addestramento, la compagnia di piloti e bombardieri, arrivano in Italia. Yossarian, detto Yo-Yo, si interfaccia con i dolori e le brutalità della guerra. Vede e capisce che essa non è per tutti. Sempre di più impaurito dalle missioni che affronta, cerca di trovare degli espedienti per non dover più prendere parte ai combattimenti aerei.

Arriva un giorno anche a definirsi pazzo. Però, secondo il Comma-22 del codice militare, ogni soldato che si dichiara pazzo, in realtà non lo è; poiché davanti alle situazioni di pericolo è normale che una persona provi paura. Al contrario, chi affronta le missioni e i pericoli spontaneamente può considerarsi pazzo. Quindi, secondo questo codice Yo-Yo sarà costretto ad affrontare le sue paure e prendere parte alle missioni, nonché partecipare agli orrori della guerra.

recensione Catch-22

Catch-22 recensione: Una guerra come non l’avete mai vista

La guerra è la vera protagonista della serie Catch-22. Ed è proprio sul modo di trattarla e ritrarla che la serie si focalizza. Dovete scordarvi del sangue, delle uccisioni, dei campi di battaglia e dei toni cupi e oscuri, perché in Catch-22 non ci saranno. I classici elementi bellici, che sono fondamentali per conferire un’ambientazione militare alle scene, sono piegati su loro stessi e messi da parte per farne uscire tutto il succo tragicomico che caratterizza la serie. Nella serie George Clooney evidenzia gli effetti mentali e fisici della guerra sui soldati. Di come questi reagiscono alle missioni, ai bombardamenti e alle uccisioni per uno scopo che a stento sentono loro.

Il regista-attore mette in scena una parodia, prendendo in giro i capi e la seconda guerra mondiale in generale, provocando un sorriso spontaneo sulle labbra dello spettatore. Provocare una risata mentre si parla di guerra non è semplice. Utilizza un tono di voce ironico e graffiante, che arriva dritto allo spettatore. Per questo motivo Catch-22 convince perché, per come vengono trattati gli argomenti e per come questi arrivano agli spettatori, il prodotto poteva risultare un flop. Invece incuriosisce.

La serie è un manifesto pacifista che sviscera nel profondo il realismo della guerra, i meccanismi di potere e di controllo. Perché la guerra viene inculcata nella mente dei soldati, che a volte partono poco convinti in ciò per cui combattono. Infatti, attraverso la figura della recluta Yossarian, Clooney incarna lo spirito dei soldati al fronte. Perché la guerra è anche combattuta da soldati impauriti che si trovano a dover affrontare il proprio destino ma che allo stesso tempo sono i più coraggiosi. Riflettono e ragionano sulle motivazioni che portano ad essa, riuscendo ad affermare razionalmente se ciò per cui combattono e giusto o meno.

Catch-22 recensione: La pazzia della guerra

Il Comma-22 del codice militare che da il titolo alla serie tv recita che chi dice di essere pazzo, in realtà non lo è, poiché è normale avere paura di fronte alle situazioni di pericolo. Viceversa, chi affronta il pericolo senza tentennamenti può essere considerato pazzo. La guerra mette gli uomini di fronte a situazioni di estrema minaccia non solo fisiche, ma anche mentali. Perché provoca nella mente dei soldati traumi e ferite difficili da superare. Mette gli uomini nelle condizioni di diventare letteralmente dei pazzi. La figura di Yo-Yo è l’archetipo di soldato fomentato delle ideologie dei potenti che si ritrova in una battaglia non sua. Il suo tentare in tutti i modi di sabotare il proprio intervento in guerra, dimostra che la guerra spinge gli uomini oltre i propri limiti fino a condurli alla pazzia. Sono tantissimi i prodotti cinematografici che trattano la pazzia.

Catch-22, però, ne parla liberamente e tranquillamente come se fosse la cosa più naturale al mondo. E in guerra lo è decisamente. Oltre ad ironizzare sulla guerra stessa, prendendola di mira con parodie e satire, la serie scherza e gioca anche con la pazzia che diventa la sua co-protagonista. Gira intorno all’argomento, lo sviscera e ne ribalta gli schemi portandola alla comprensione di tutti. Catch-22, da questo punto di vista, è riuscita a trasmettere tutta la voracità della guerra e delle sue conseguenze, lasciando intatta quell’ironia che si percepisce dalle pagine del libro. È una serie completa, che scorre velocemente senza intoppi o troppi giri di parole. Va dritta al punto sin dalla prima puntata, fa capire allo spettatore il suo scopo. È una serie pazza proprio come la guerra di cui parla con altrettanta pazzia.

recensione Catch-22

Catch-22: Commento tecnico

Infine, ci riserviamo di compiere un commento tecnico su quelli che sono gli elementi produttivi e di regia della serie. Partiamo da George Clooney, che veste i panni del regista. Nel complesso è riuscito nel a dare un’idea di cosa fosse la pazzia della guerra e delle conseguenze. Non è stato semplice interfacciarsi con un romanzo della portata di Comma-22, così ironico e tagliente. Neanche il film del 1970 di Mike Nichols ce la fece. Clooney ci è riuscito, costruendo e producendo una serie di grande fattura e forma.

Passando invece alle prove attoriali, riteniamo che la performance di Christopher Abbott, nei panni di Yossarian, sia stata la più convincente. Il giovane attore è entrato perfettamente nella parte del soldato Yo-Yo facendo trasparire tutta la follia che ruota attorno alla guerra. Assieme a lui troviamo sullo schermo, oltre al piccolo cameo di George Clooney, anche Hugh Laurie nei panni del maggiore de Coverly, appassionato di buona cucina; e Giancarlo Giannini, nel ruolo di un proprietario di un bordello romano. Nel complesso la prova attoriale è buona e convincente.

Concludiamo con un’analisi della fotografia e della colonna sonora, i due elementi produttivi che più saltano all’occhio. L’uso della fotografia è magistrale. Tutte le scene sono contornate da un alone di giallo ocra, come se ci fosse sempre un sole cocente durante gli avvenimenti. Ci si è svuotati del grigiore e del pallore dei precedenti prodotti di genere, per portare freschezza e luce su uno degli avvenimenti storici più bui. Allo stesso modo anche la musica serve a questo scopo. Infatti, sono state scelte canzoni note e conosciute del periodo che scandiscono il ritmo e rendono più leggera la serie. Un lavoro più che riuscito.

Catch-22

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Ottima trattazione del tema
  • Buona interpretazione
  • Ironia dosata al punto giusto
  • Sviluppo lineare e scorrevole

Lati negativi

  • A volte supera il limite dell'assurdo

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2 commenti

  • Andrea Boarini ha detto:

    Una delle serie più brutte che sia mai stata trasmessa. L’ironia dove sarebbe? Quand’é che fa sorridere? Poi a cosa si opporrebbe questo pacifismo? Non è un po’ fuori luogo fare i “figli dei fiori” negli anni ’40? Fermare il nazismo era così poco importante? Io davvero non mi capacito di come si possa applaudire a una mini (per fortuna) serie così piatta e sciocca dove Clooney si cala nei panni del solito gigione che deve cambiare diciotto espressioni a frase (leggero overacting) per sembrare buffo.

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