Il legame: recensione del film horror italiano di Domenico De Feudis

Riccardo Scamarcio nell'esordio alla regia di Domenico De Feudis

A partire dallo scorso 2 ottobre è disponibile su Netflix Il legame, film horror italiano con Riccardo Scamarcio di cui vi proponiamo la nostra recensione. Dietro la macchina da presa c’è Domenico Emanuele De Feudis, al suo esordio alla regia. Originario di Trani, De Feudis sceglie di debuttare come regista con una storia di folklore e paura ambientata nella sua Puglia. Una Puglia profondamente legata a tradizioni popolari, rituali misteriosi e superstizioni; una Puglia ricca di storia e suggestioni, quasi gotica. E il Sud Italia rurale è in un certo senso il luogo ideale per ambientare una vicenda come quella raccontata in questo film. Nel cast, Riccardo Scamarcio, Mia Maestro, Mariella Lo Sardo e la giovanissima Giulia Patrignani. Il legame trae ispirazione dal saggio dell’antropologo Ernesto De Martino Sud e Magia; in particolar modo, dalle pagine che trattano del concetto di fascinazione.

Francesco (Riccardo Scamarcio) decide di tornare nella casa della sua infanzia per presentare la compagna Emma (Mia Maestro) e la figlia di lei Sofia (Giulia Patrignani) alla madre Teresa (Mariella Lo Sardo). Sofia sembra trovarsi molto bene in quel luogo immerso nella campagna e segnato dal tempo; anche Emma ne rimane affascinata, nonostante qualche difficoltà iniziale. Una notte, Sofia viene morsa a una spalla da una tarantola e Teresa si offre di curarla con erbe mediche e rimedi popolari. Da quel momento per Sofia, Emma e Francesco è l’inizio di un incubo, che riporterà a galla un’oscura vicenda del passato.

Indice:

Fascinazione – Il legame, la recensione

Fascinazione: condizione psichica di impedimento e di inibizione e al tempo stesso un senso di dominazione, un essere agito da una forza altrettanto potente quanto occulta, che lascia senza margine l’autonomia della persona.

Questa la definizione che Ernesto De Martino dà di fascinazione; definizione che introduce il film di Domenico De Feudis. Fascinazione, malocchio, possessione, maledizione, fattura. Elementi chiave trattati nel saggio di Ernesto De Martino che fanno parte della cultura popolare e delle tradizioni locali del Sud Italia. Elementi suggestivi e affascinanti sui quali poggia la vicenda attorno a cui si sviluppa Il legame. De Feudis attinge a questo patrimonio trattando la materia con grande rispetto, quasi con gravità. Scopo del regista è proprio quello di introdurre lo spettatore in un mondo permeato di misticismo, superstizione e forte attaccamento a riti e tradizioni antiche.

Il legame si inserisce in un filone, quello del folk horror, abbastanza praticato e fortunato, guardando esplicitamente nel contempo ad altri modelli di riferimento. Come analizzeremo meglio nel corso della nostra recensione, Il legame sfrutta situazioni, stilemi e linguaggio già ampiamente praticati nell’horror contemporaneo; questo, però, sempre dimostrando una visione e mantenendo il focus ben centrato sulle tradizioni locali. Ed è cosa non da poco, trattandosi di un lungometraggio d’esordio e in un genere nel quale il cinema italiano non brilla già da diverso tempo.

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Il legame. HT Film, Indigo Film, Lebowski

L’esordio di De Feudis nel solco della tradizione

Nonostante non sia privo di qualche difetto, l’esordio alla regia di De Feudis nel suo complesso funziona. Nella nostra recensione abbiamo già accennato al fatto che Il legame debba molto – e riprenda molti dei suoi tratti – a vari titoli del cinema horror contemporaneo. Per certi versi è appropriato parlare di vere e proprie citazioni, addirittura di omaggi. L’immagine di un lungo groviglio di capelli estratti dalla gola, ad esempio, rimanda chiaramente a The Ring. I volti umani e i corpi posseduti che mano a mano si trasformano fino a diventare mostruosi, invece, fanno pensare a The Conjuring. E ancora, molti sono i richiami all’horror giapponese (le vesti bianche, i lunghi capelli scuri, certe sonorità); altre scelte estetiche – seppure in una geografia diversa – fanno pensare a Il Signor Diavolo di Pupi Avati.

De Feudis fa propri tutti questi elementi e li ripropone in chiave fortemente locale e mirata. In altre parole, i richiami si avvertono in maniera distinta, ma di fondo rimangono sempre un focus e una visione ben chiari. Il film scorre saldo sui suoi binari, fra misticismo e folklore e un’attenta analisi del rapporto – del legame, appunto – tra madri e figli. Questo anche al di là dell’elemento sovrannaturale. È interessante in particolare la contrapposizione tra il il rapporto madre-figlia che lega Emma a Sofia e quello tra Teresa e Francesco. Maternità diverse con implicazioni diverse tutte funzionali allo sviluppo della storia, in maniera molto coerente.

Un film di atmosfere – Il legame, la recensione

Il legame è un film horror che punta poco sullo spavento e la paura vera e propria, quanto piuttosto su una tensione crescente. Quello di De Feudis è un film di atmosfere e di suggestioni che tocca le corde dello spettatore in maniera piuttosto asciutta ma efficace. Non ci sono jumpscare, ma c’è una calibrata costruzione della tensione, con meccanismi ben studiati. Si percepisce insomma che il regista conosce la materia e la sa padroneggiare. Particolare attenzione è data alla composizione delle singole inquadrature, in cui un ruolo fondamentale è giocato anche dalle fonti luminose. Luci calde e fioche che illuminano volti in ombra e grandi stanze buie. Negli ambienti esterni dominano l’ocra, l’arancio, il giallo, che subito immergono nel paesaggio pugliese, caldo e avvolgente.

Il make up prostetico colpisce in positivo, non certo per originalità quanto piuttosto per la precisione nel dettaglio. Belle anche le sonorità, dai sinistri scricchiolii della casa ai rituali sussurrati; sonorità immersive, che calano lo spettatore nella storia. Qualche problema si riscontra facilmente nell’analisi dei dialoghi, spesso banali, e nei ritmi. Il legame inizia con un passo troppo lento per poi accelerare nella seconda metà verso un climax che culmina in una risoluzione un po’ scontata della vicenda. Il finale, in sospeso più che aperto, non sembra lasciar spazio per un eventuale seguito. Discreta la prova del cast; soprattutto Riccardo Scamarcio se la cava bene alle prese con un personaggio molto lontano dalle sue corde.

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Il legame. HT Film, Indigo Film, Lebowski

Conclusioni – Il legame, la recensione

Alla luce della nostra recensione, sarà chiaro che nel suo complesso Il legame è un esordio da promuovere. Quello di De Feudis è un debutto ambizioso e abbastanza coraggioso, riuscito dal punto di vista della produzione e con un materiale affascinante. Peccato che il regista esordiente scelga di non spingersi oltre il livello della safe zone, nel pieno solco della tradizione del cinema horror contemporaneo. Tanto più che Domenico De Feudis dimostra di saper padroneggiare la materia mantenendo sempre chiaro il punto focale.

In altre parole De Feudis avrebbe potuto osare di più, compiere scelte un po’ più coraggiose e rinunciare a qualche “citazione” per far spazio in maniera compiuta alla sua visione personale. Resta il fatto che Il legame è il film di un regista che sa raccontare e che dà l’impressione di aver trovato la strada giusta da percorrere. E va detto che la curiosità di scoprire quali saranno le prossime tappe del percorso non manca.

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Il legame

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Ambientazione suggestiva, atmosfere cariche di tensione
  • Fotografia e uso del make up prostetico

Lati negativi

  • Mancano un po' di originalità e di coraggio

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