Il Male non esiste: recensione del film di Hamaguchi – Venezia 80

Che cosa diavolo è il glamping e perche uno come Hamaguchi ci ha fatto un film sopra? L'apparenza a volte inganna e abbiamo capito che conviene sempre fidarsi di un regista del genere

Tra i registi più inaspettati della lineup di Venezia 80 c’è Ryusuke Hamaguchi, che arriva in concorso con Il male non esiste, di cui vi proponiamo la recensione. Inaspettato perche dopo il successo di Drive My Car, premiato con l’Oscar al miglior film straniero, si erano un po’ perse le tracce del regista. Di questo film infatti non si sapeva nulla e tutt’ora, fatta eccezione per noi fortunati che l’abbiamo visto, si sa poco e niente.

 La trama ruota attorno al glamping (parola a me sconosciuta fino alla visione) e nasce in realtà come accompagnamento visivo ad una performance musicale della compositrice Eiko Ishibashi, molto spontaneamente il tutto si è poi trasformato in un film di una potenza incredibile. Ancora una volta Hamaguchi dimostra il suo immenso talento e in 90 minuti fa dello spettatore ciò che vuole. È un attimo che dal ridere di questi buffi personaggi ci si rende conto che delle lacrime scorrono sul nostro volto. 

il male non esiste recensione

Il Male non esiste, NEOPA Inc.

Indice

Trama: tutti pazzi per il glamping – Il male non esiste, recensione

Nel piccolo villaggio di Mizubuki la vita è piuttosto semplice, la comunità vive in perfetta armonia con la natura ed ognuno da il suo contributo. Takumi è l’aiutante del posto, non fa nulla di preciso ma da una mano a tutti gli abitanti. Le sue giornate sono semplici e ripetitive: spacca la legna da ardere, riempie delle taniche d’acqua alla sorgente del fiume, disegna e puntualmente dimentica di andare a prendere la figlia a scuola. 

Tutto procede bene fin quando un’agenzia dello spettacolo, la Playmode, invia due ambasciatori a discutere di un progetto per costruire un’area glamping a Mizubuki. Il glamping è una nuova forma di campeggio che unisce il lusso di un hotel all’atmosfera naturale del campeggio, ma i capi del progetto non hanno fatto i conti con i danni che un’attività del genere comporta per l’ambiente. Nel tentativo di aggirare ogni ostacolo, i due si rivolgono a Takumi, identificato come il più competente in materia e nel comprendere i problemi legati al glamping, scopriranno un nuovo ed affascinante stile di vita.

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Il Male non esiste, NEOPA Inc.

La metropoli invade il villaggio – Il Male non esiste, recensione

Sembra estraneo al mondo il villaggio di Mizubiki, non troppo lontano da Tokyo eppure così diverso. Un luogo in cui l’uomo sembra vivere in perfetta armonia con la natura e non a caso il significato del nome Takumi è proprio equilibrio. Non ha neppure un vero lavoro Takumi, è un tuttofare e aiuta dove c’è n’è bisogno, una sorta di guardiano della foresta e capo spirituale della comunità. Quando l’uomo metropolitano si inserisce in un contesto del genere però, inevitabilmente porta conseguenze dannose.

Il glamping, pratica in rapida ascesa, è volutamente ridicolo e la presentazione powerpoint che lo introduce non poteva non sortire quell’effetto. Il dialogo tra gli agenti incaricati di presentare il progetto e i membri della comunità è infatti il cuore del film, la sequenza che più esprime le differenze tra quelli che all’atto pratico sono due realtà diverse. Perche se il male non esiste in natura, è l’uomo con la sua arroganza a portarlo e forse in maniera del tutto inconsapevole, in fin dei conti senza reale malvagità.

Nuova vita, nuove regole – Il Male non esiste, recensione

L’agente di Playmode sente il bisogno di cambiare, resta affascinato da questa sorta di realtà alternativa in cui la vita sembra avere tutt’altro significato. Sin da subito stona però con l’ambiente circostante, a partire dal giubbotto rosso che cozza con il blu che colora l’intera cittadina. Non solo il cielo, i laghi o la neve, ma gli stessi abitanti sono caratterizzati da una chiara tonalità di blu, che sia una maglia, un cappello o il giaccone di Takumi. Il blu è il colore della natura, di questa natura, e lo stesso titolo del film appare a schermo colorato di blu. Hamaguchi sottolinea più volte ed in vari modi la distanza abissale che intercorre tra questi due mondi in cui persino la comunicazione è diversa, da un lato chiara e semplificata dal contatto umano, dall’altro filtrata dal freddo schermo di un computer, distante e distratta. I membri della comunità hanno a che fare con dei veri e propri intrusi, invasori di un luogo che non conoscono, irresponsabili nei confronti delle persone e seppure, come già detto in questa recensione, il male non esiste in natura, grazie a loro troverà modo di manifestarsi.

Il regista costruisce tutto il film intorno ad un’idea estremamente stupida, l’unione di glamour e camping (glamping), e attraverso una sceneggiatura brillante ci distrae da quello che è il vero significato del film, cogliendoci di sorpresa con un finale devastante. Sono numerose le inquadrature degli alberi, degli animali, del cielo, dei laghi che rendono l’idea di questo paradiso bucolico, per poi concentrarsi su dei personaggi buffi e caricaturali che nella loro ignoranza esprimono perfettamente l’inadeguatezza dell’uomo dinanzi all’armonia della natura. E soltanto il rispetto di quest’ultima può creare l’equilibrio di cui Takumi è personificazione. Il cervo (animale simbolo del film) non è cattivo, attacca l’essere umano solo se ferito o cerca di proteggere i figli, è docile ma non succube. Takumi (suo corrispettivo) appare invece burbero e distaccato ma non è malvagio, è disposto a collaborare, anzi potrebbe permettere agli agenti di realizzare il loro progetto, ma se si cerca aiuto bisogna prestare molta attenzione ai modi e come lo si chiede. Il male non esiste, ma Hamaguchi sembra dirci che ogni mondo ha le sue regole e infrangerle ha un caro prezzo.

il male non esiste recensione

Il Male non esiste, NEOPA Inc.

Il Male non esiste

Voto - 8.5

8.5

Lati positivi

  • La storia sembra spingere in una direzione per poi virare silenziosamente e cogliere di sorpresa
  • La regia di Hamaguchi emoziona anche quando non succede nulla

Lati negativi

  • Il criptico finale potrebbe lasciare molti spettatori confusi

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