Julieta – Ripercorrere il passato – di Pedro Almodóvar: la Recensione

“Ti voglio ringraziare, perché non mi lasci invecchiare da solo”

Inizia così Julieta, la pellicola del 2016 del regista Pedro Almodóvar, arrivato ormai al sua ventesima opera da sceneggiatore e regista. La frase viene pronunciata dall’attuale fidanzato della protagonista Julieta, Lorenzo, che è riuscito a darle nuova linfa vitale dopo alcuni avvenimenti accaduti nel suo passato. I due stanno per partire da Madrid verso il Portogallo, quando per strada Julieta incontra Beatriz, una vecchia amica di sua figlia Antìa, che le dà aggiornamenti sulla figlia che Julieta non vede ormai da tempo. Così ella decide di rimanere in città, di tornare nel suo vecchio appartamento e di scrivere, in una lettera, tutto ciò che non ha detto alla sua primogenita.


Attraverso la scrittura prendono forma i ricordi di Julieta, che ci vengono riproposti, nelle diverse fasi, in ordine cronologico. La vediamo dapprima conoscere in un vagone di un treno, all’età di venticinque anni, Xoan Feijóo, suo futuro fidanzato nonché padre della figlia Antìa, che nascerà non molto tempo dopo. Un’ellissi ci porta a quando Antìa ha due anni, per arrivare poi all’età di nove anni, in cui succederà un qualcosa che cambierà le loro vite.

Julieta 01

Julieta è un tuffo nel passato, un film che ci porta in un tempo quasi sconosciuto a noi ragazzi di oggi. Ci si scrive le lettere, che non è cosa da poco. Si va, in un certo senso, contro le nuove forme di comunicazione. Per tutto il periodo in cui Julieta non vede sua figlia le due non si fanno nemmeno una chiamata, ed il film non ne parla affatto. Quasi come se le nuove apparecchiature elettroniche non esistessero. Almodóvar pone nelle sue inquadrature, nei vestiti e negli oggetti, così come nella scenografia, principalmente due colori: il Blu ed il Rosso. Incredibilmente uno sfocia nell’altro. Il primo ad indicare la positività con cui Julieta affronta la vita. Una felicità che, però, sfocierà nel dolore, che corrisponde al secondo colore. Una pellicola in cui assistiamo alle diverse fasi che possono coinvolgere le famiglie. Dapprima la felicità, ma poi arriva il dolore. La malattia e la morte portano alla destrutturazione della famiglia. 

Julieta possiede molte problematiche al suo interno, probabilmente per lo più in sceneggiatura. Il tema principale consiste nella difficoltà che abbiamo di capire le persone che ci gravitano attorno. Purtroppo, però, la tematica è trattata male. Troppe motivazioni mancano all’occhio dello spettatore. Non sappiamo il motivo per cui Antìa abbandona la madre ma ci viene solamente accennato. Quest’elemento, come diversi altri, non vengono portati alla luce da Almodóvar. Diciamo che avremmo voluto vedere una pellicola che fosse in grado di chiarire i dubbi che ci vengono alla fine della visione, e che sarebbe potuta durare anche più di 90 minuti, perlomeno per spiegarci le cause di quell’abbandono su cui verte tutto il secondo atto di Julieta.

 

ATTENZIONE,  SPOILER.

In realtà sono diverse le cose che non tornano. Quello che non viene detto allo spettatore è uno snodo fondamentale nell’intreccio narrativo: qual è il lavaggio del cervello che fanno ad Antìa nel ritiro spirituale? Incredibile come non ci si capaciti del fatto che la ragazza sia sparita per ben dodici anni. Tutto ciò accompagnato da scene di poca credibilità, una su tutte quella in cui Julieta deve dire alla figlia Antìa che suo padre Xoan è venuto a mancare. La sequenza è particolarmente patinata, girata e recitata in maniera veramente poco veritiera, per lo più con l’arrivo dell’amica Beatriz a conferire ancor meno senso al tutto. Irreale è la reazione della piccola alla scomparsa. Ci riesce molto complicato pensare che una bambina di soli nove anni possa essere in grado di reagire in maniera così forte all’accaduto e di saper addirittura curarsi della madre. Antìa potrebbe avere un carattere più forte, e questo è vero, ma come si può pensare che abbia la forza, dal canto suo, di accudire la genitrice? Vero anche che potrebbe aver sofferto anche di più della madre. Ma quel dolore avremmo voluto vederlo. Non sappiamo nulla di tutto ciò.

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