La chimera: recensione del film di Alice Rohrwacher

La chimera è un film suggestivo e poetico sulla mancanza, sul passato e sulla memoria.

Con La chimera, Alice Rohrwacher conclude la sua non dichiarata trilogia sulla memoria.
Presentato alla Festa del Cinema di Roma lo scorso anno e lodato ai David di Donatello con tredici candidature – ma senza vincere nessun premio -, La chimera è un film suggestivo e poetico sulla mancanza, sul passato e sull’impossibilità di lasciarlo andare.

Indice

 

Un filo di lana tra passato e presente – La chimera, la recensione

In Arthur risiede tutta la sensibilità e la delicatezza che la regista vuole trasmettere, tutti gli antipodi e le contraddizioni che compongono l’anima de La chimera. Interpretato da un perfetto Josh O’Connor, Arthur è un archeologo fallito appena uscito di prigione che vive alla giornata, burbero, silenzioso e con attacchi d’ira che gli deforma il volto.

La chimera.

La chimera. Tempesta, Rai Cinema, Ad Vitam, Amka Films Production.

Appassionato d’arte e storia, Arthur vive alla giornata profanando tombe e vendendo i reperti etruschi che trafuga a Spartaco, un anonimo quanto generoso compratore che gli ha pagato la cauzione permettendogli di uscire in anticipo di prigione e tornare alla sua attività. Dalla prigione fisica, l’uomo torna alla quotidianità che lo imprigiona dominata dal gruppo di tombaroli con cui lavora. Un gruppo di disadattati che lo sfruttano per il suo dono, il suo riuscire a trovare cimeli e reperti archeologici soltanto grazie ad una sensazione.

Un eroe tragico – La chimera, la recensione

Ma non ci sono solamente loro nella campagna tra il Lazio e la Toscana. Flora, interpretata dall’iconica Isabella Rossellini, è la sua ancora di salvezza, madre della sua defunta fidanzata. Entrambi, Arthur e Flora, sono ancorati ai ricordi del passato. Un passato che non li lascia mai andare. Arthur esce da una prigione per entrare in un’altra, questa volta solamente metaforica e rappresentata dall’immergersi nella nostalgia e nella memoria di tempi che non torneranno più. Arthur è il filo di lana che unisce il reale dal magico, la storia dal presente, i vivi dai morti.
La chimera di Arthur è il fantasma del suo passato, un passato che non riesce a lasciar andare anche quando davanti a lui c’è la possibilità di un futuro diverso, un passo avanti che non è intenzionato a fare. Italia (Carol Duarte), studentessa di canto di Flora sfruttata come badante e tuttofare, rappresenta quel futuro possibile e realizzabile che però sembra impossibile per Arthur.

La chimera.

La chimera. Tempesta, Rai Cinema, Ad Vitam, Amka Films Production.

Arthur, a partire dall’aspetto fisico magro, allampanato, trasandato, è un eroe tragico perfetto per La chimera, per un film che cambia continuamente la prospettiva. Rohrwacher continua a creare un universo sensibile, delicato e composto da un realismo grezzo, così lontano da noi eppure immediatamente riconoscibile grazie a degli stilemi che non sono meramente estetici, ma che ci lasciano una sensazione di familiarità, di conosciuto. Basta un movimento di macchina, un volto che morbidamente viene ripreso sottosopra per dar vita a tutto quello che dobbiamo sapere su Arthur.

Euridice e Orfeo – La chimera, la recensione

Rohrwacher torna a parlare della memoria e della morte, dell’aldilà non come un passaggio ma un vero e proprio non luogo, un altro in cui finiscono i ricordi, le sensazioni perdute, le persone. Gli oggetti recuperati dai tombaroli non sono per i vivi, dice Italia a un incredulo Arthur che rinsavisce, che capisce in che luogo lui stesso è destinato.
Il mondo del sottosuolo è il mondo di Arthur, un luogo abitato dal lutto, dalla perdita, dal dolore e dal bisogno incessante di rincorrere un ricordo, un fantasma che gli porta via le ambizioni e la voglia di sognare altro per se stesso.

La chimera.

La chimera. Tempesta, Rai Cinema, Ad Vitam, Amka Films Production.

La regista prende ispirazione dal mito di Euridice e Orfeo nell’estetica, nei labirinti bui del sottosuolo, ma soprattutto nel velo di speranza di una ricongiunzione che permea tutto il film. Una speranza agra e dolce quella di Arthur nel bisogno di rivedere una persona che non c’è più e che lo ha lasciato in uno stato di immobilità che si miscela alla possibilità di voltar pagina, di lasciare andare.

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La chimera

Voto - 8

8

Lati positivi

  • La regia di Rohrwacher è suggestiva e poetica
  • Arthur è il perfetto eroe tragico
  • La delicatezza con cui la regista parla di memoria e di passato, di vita e di morte

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