La mappa che mi porta a te: recensione del film di Lasse Hallström con Madelyn Cline e KJ Apa
Disponibile su Prime Video l’adattamento dell’omonimo bestseller di successo di J.P. Monninger
Uno dei romanzi più amati dello scrittore J.P. Monninger ha avuto la sua trasposizione cinematografica, disponibile su Prime Video e con protagonisti due famose star del piccolo schermo. Stiamo parlando de La mappa che mi porta a te, di cui vi presentiamo la recensione. Il film, diretto dal regista di Chocolat e Hachiko Lasse Hallström, dà vita alla storia che ha appassionato milioni di lettori, incentrata su una giovane ragazza americana che incontra il suo grande amore durante un viaggio in Europa. Gli interpreti che danno vita sullo schermo ai personaggi sono la Madelyn Cline di Outer Banks e del recente So cosa hai fatto e la star di Riverdale KJ Apa.
La mappa che mi porta a te (qui il trailer) è un film di stampo young adult, tra la rom-com e il dramma, in cui una tenera storia d’amore si intreccia con il viaggio, la ricerca della felicità ma anche la malattia. Sì, anche questa love story cede alle tentazioni del sick-lit movie e si adagia su tanti schemi narrativi visti e rivisti, senza mai osare particolarmente. Nonostante tutto, La mappa che mi porta a te riesce a non deludere del tutto, scansando un fastidioso ricatto emotivo e regalando le giuste emozioni che ci si aspetta da una storia come questa.

La mappa che mi porta a te. Amazon MGM Studios, Temple Hill Entertainment, Nostromo Pictures
Indice
La trama – La mappa che mi porta a te recensione
Heather (Madelyn Cline) è una giovane ragazza americana che parte per un’avventura attraverso l’Europa, insieme alle sue migliori amiche, prima di iniziare la vita perfetta che ha programmato per il suo futuro. La ragazza ama programmare ogni cosa, dalle tappe di un viaggio alla sua stessa vita: uno stile di vita che le dà sicurezza, senza dover affrontare alcun incertezza o imprevisto. Tutto cambia quando incontra casualmente su un treno Jack (KJ Apa), un ragazzo bello, simpatico e un po’ misterioso, che ha deciso di seguire scrupolosamente l’itinerario del suo bisnonno in Europa dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Tra i due si crea un’intesa immediata che farà nascere un legame molto forte: è l’inizio per entrambi di un viaggio emotivo inaspettato. Heather inizia a mettere in discussione la vita perfetta e organizzata che la attende, mentre Jack deve fronteggiare l’ostacolo peggiore che potesse mai aspettarsi: il ripresentarsi di una malattia, che questa volta appare incurabile. Nel loro viaggio nei luoghi più belli d’Europa, Heather e Jack non solo capiranno di amarsi, ma dovranno anche fare i conti con segreti e scelte di vita in grado di mettere alla prova il loro rapporto.

La mappa che mi porta a te. Amazon MGM Studios, Temple Hill Entertainment, Nostromo Pictures
Un film derivativo
La mappa che mi porta a te è un film chiaramente derivativo, debitore nei confronti di molte rom-com ma anche di film che trattano il tema del viaggio e del vivere intensamente ogni attimo che la vita ci regala ogni giorno. L’incontro casuale durante un viaggio e la nascita di un rapporto speciale tra due persone apparentemente agli antipodi rappresenta una chiara ispirazione alla Before Trilogy di Richard Linklater, in particolare Prima dell’alba, ma siamo assolutamente ben lontani dal tono e dalla qualità di quell’opera. A questo si aggiungono le lezioni di vita in stile Mangia, prega, ama, che fortunatamente non risultano fastidiose e irritanti come quelle enunciate nel film con Julia Roberts; inoltre Heather e Jack non sono personaggi eternamente insoddisfatti e dunque sgradevoli come la Liz Gilbert del romanzo e film succitato.
Come tocco finale non manca la svolta drammatica della malattia, che una volta svelata potrebbe generare un certo malcontento, considerando che solo poco tempo fa Netflix ci ha proposto l’ennesima love story distrutta da una malattia incurabile nel dimenticabile Il mio anno a Oxford. La mappa che mi porta a te però evita per fortuna di concentrarsi unicamente sulla malattia di Jack, scansando dunque un possibile ricatto emotivo, e addirittura regala un finale più intriso di speranza e non segnato dalla morte. Insomma, nonostante qualche piccola deviazione da schemi narrativi ampiamente conosciuti, il film non eccelle in originalità e segue le tappe del viaggio e del cambiamento dei due protagonisti in modo molto prevedibile. Non avrebbe guastato aggiungere maggiore passionalità nel rapporto tra Heather e Jack, ma si sceglie di non osare mai, adagiandosi su un tenero romanticismo rassicurante, non sempre così realistico.

La mappa che mi porta a te. Amazon MGM Studios, Temple Hill Entertainment, Nostromo Pictures
Una piccola ma importante lezione sul tempo – La mappa che mi porta a te recensione
I punti di forza de La mappa che mi porta a te sono senz’altro il cast e le ambientazioni valorizzate dal reparto tecnico. Madelyn Cline e KJ Apa sono i protagonisti perfetti per una storia di questo tipo: entrambi sono giovani, belli e carismatici, in grado di attirare anche il giusto pubblico che sicuramente li avrà apprezzati nelle serie tv Riverdale e Outer Banks. Le loro interpretazioni non sono di certo memorabili e forse non sono in grado di creare la giusta chimica fra i personaggi, tuttavia non si può parlare di un completo disastro. A colpire in maniera positiva sono sicuramente le meravigliose location della storia: Barcellona, Bilbao, Pamplona, Porto fino all’italianissima Roma. Ognuno di questi luoghi è valorizzato da una fotografia impostata su colori caldi e accoglienti, in grado di suscitare meraviglia senza ottenere un effetto troppo patinato e da cartolina.
Non basta però tutto ciò a rendere il film un prodotto di qualità, come non bastano citazioni poetiche e frasi a effetto a garantire alla sceneggiatura un tocco di originalità. Anche lo stesso messaggio che vuole comunicare il film non è poi così innovativo, ma almeno rappresenta una piccola lezione da portarsi dietro al termine della visione. Jack, a un passo da una fine inevitabile, ed Heather, convinta di dover programmare immediatamente il suo futuro, comprendono nel loro viaggio che il tempo a disposizione è poco e bisogna viverlo, cogliendo ogni momento, occasione e piccola gioia che ci riserva il presente. Insomma La mappa che mi porta a te rimane una gradevole visione estiva, esteticamente apprezzabile, in grado di emozionare il giusto senza particolare guizzi o prove di coraggio. Un film di certo non memorabile, ma che sa schivare diversi pericoli nonostante la sua scarsa originalità.
La mappa che mi porta a te
Voto - 6
6
Lati positivi
- Il film riesce ad emozionare il giusto, schivando alcuni pericoli narrativi e lasciando una piccola lezione sul tempo
- Madelyn Cline e KJ Apa sono i protagonisti giusti per una storia di questo tipo, immersa in meravigliose location valorizzate dal comparto tecnico
Lati negativi
- La trama non brilla di certo per originalità e coraggio
- La svolta narrativa legata alla malattia fa storcere il naso