La Storia: recensione della serie Rai ispirata al capolavoro di Elsa Morante

La nostra opinione sulla nuova fiction che ha aperto il palinsesto Rai del 2024 con una straordinaria Jasmine Trinca

La Storia recensione. Questo sembra essere il titolo perfetto per il romanzo che Elsa Morante scrisse in tre anni e pubblicò nel 1974. È un romanzo corale che parla non solo degli eventi che hanno segnato il nostro paese e l’Europa, ma racconta la vita di tutti i giorni di uomini, donne e bambini che si sono trovati protagonisti del Secondo conflitto mondiale. È uno spaccato tutt’altro che lusinghiero ed edulcorante, come a volte ci si può aspettare dai romanzi, una testimonianza della cruda e devastante realtà di tutti quegli eventi e situazioni che racchiusi insieme fanno la Storia. Già precedentemente adattato per la tv nel 1986 per la regia di Luigi Comencini e con Claudia Cardinale, la nuova versione vede brillare in tutta la sua maestria da attrice Jasmine Trinca, diretta da Francesca Archibugi. 

La sceneggiatura porta la firma di Francesco Piccolo, Giulia Calenda e Ilaria Macchia. Con echi de L’Amica Geniale per la sua semplicità disarmante ma altrettanto cruda, per la sua essenzialità e la capacità di colpire come un pugno dritto allo stomaco. La serie ha un cast ricco di nomi: da Elio Germano a Valerio Mastrandrea, Asia Argento, Lorenzo Zurzolo e gli esordienti Francesco Zenga, Christian Liberti e Mattia Basciani. Analizziamo nel dettaglio la serie ne La Storia recensione. 

La Storia recensione

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Indice: 

L’inizio  – La Storia recensione 

La protagonista è Ida Raimundo è una maestra di scuola elementare che vive nel quartiere romano di San Lorenzo; vedova con un figlio di sedici anni, Nino, è una donna semplice, timida che tende quasi a passare inosservata per la sua ritrosia. Agli albori della scoppio della guerra la vita di Ida è scossa dallo stupro di cui rimane vittima. Un soldato tedesco, in cerca di compagnia, si imbatte in lei per strada e con la prevaricazione dell’invasore che considera ogni cosa sua di diritto usa anche Ida. Qualche mese dopo la donna scopre di essere incinta e nasconde la sua gravidanza per mesi fino alla nascita del piccolo Giuseppe, bimbo prematuro e gracile ma dagli occhi azzurri che scavano l’anima. Nino invece è un giovane privo di guida e nella sua fame di vivere si affida agli ideali fascisti senza comprendere cosa davvero rappresentino. 

Scoppia la Guerra e la casa di Ida viene distrutta rendendola sfollata. Con gli altri, che hanno subito il suo stesso destino, si rifugia insieme al piccolo Useppe a Pietralata in un casale isolato, dove conoscono Eppe Tondo, interpretato da un meraviglioso Elio Germano. Vi rimangono alcuni anni, loro lì dentro e Nino fuori che tradito dal Fascismo si arruola nella Resistenza come partigiano e dopo la guerra come contrabbandiere. Quando il conflitto finisce si lascia dietro lo spettro di ciò che è stato: una città fantasma in cui il popolo è affamato e ha lasciato al piccolo Useppe incubi di quel periodo che offuscano la sua infanzia.

Nascondersi – La Storia recensione

Nel blocco dei primi quattro episodi de La Storia il tema centrale è proprio questo: nascondersi. Prima dello scoppio della Guerra il Regime decreta un censimento degli ebrei e Ida – sebbene lo sia per parte di madre – è salva perché battezzata in Chiesa. Nonostante questo però la paura di ammettere parte delle proprie origini in quel momento era paralizzante e tutti sembravano aver paura di tutti.  Si nascondono le origini così come la verità dell’incombente futuro proprio per un’ incapacità di credere che questo possa accadere. L’attrice Giselda Volodi da il volto ad una Cassandra che preannuncia il futuro del rastrellamento del ghetto, ma appunto rimane inascoltata. 

Ida non nasconde solo le sue origini ma anche Useppe. Un gesto comprensibile per la vergogna di ciò che ha vissuto – anche se non ne ha colpa alcuna – e per il pericolo a cui può essere sottoposto il piccolo. Lo stesso Useppe vive una vita eternamente nascosto. Dalla casa di San Lorenzo vede gli aerei, scambia una lampada per il Sole di cui ha raramente sentito il calore sulla pelle. È l’opposto di suo fratello Nino che invece si mostra in tutta la sua goliardia come esemplare della gioventù Fascista. E ancora Ida e Useppe si nascondono dalla Guerra, isolandosi, sparendo per sopravvivere. 

La Storia 1

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La Fame – La Storia recensione 

Quella dei protagonisti è una lotta per la sopravvivenza che non implica solo l’essere nascosti ma anche cercare di sostentarsi. Nino non lo comprende ma Ida si sacrifica sia prima della Guerra, e soprattutto dopo, per permettere al piccolo Useppe di mangiare e crescere il più sano possibile. Baratta cibi e ottiene l’aiuto di “Sor Remo”,  proprietario dell’osteria a San Lorenzo che sempre l’ha supportata.  Dopo la Guerra è ancora più complicato e la fama assume davvero la sua declinazione più brutale. Si saccheggiano camion pieni di rifornimenti e si baratta con il minimo, si strappano erbe dai muri pur di mettere qualcosa in tavola.

In una straziante scena Ida divorata dalla fame lecca il piatto ceduto al piccolo Useppe con cui scambia un potente sguardo in cui si legge il timore del suo giudizio, ma anche compassione e comprensione per quell’umano bisogno comune a tutti, inclusa sua madre. Non è però la stessa fame di Nino, un giovane privo di padre che cerca approvazione. Sfugge ai tentativi di Ida di farlo studiare e costruirgli un futuro per inseguire un’ideale che poi lo tradirà. Trasforma la sua fame in sete di giustizia quando si arruola con i partigiani e poi entusiasmo per un futuro lontano dalla guerra, in un’America dover poter portare il piccolo Useppe.

Le conseguenze – La Storia recensione 

Gli ultimo episodi della serie invece sono interamente dedicati al post conflitto in cui i personaggi cercano di ricominciare. Ida riesce ad ottenere nuovamente il suo ruolo come maestra nella vecchia scuola ed affitta una nuova casa. Ma il fantasma di un vecchio male che la affliggeva si abbatte su Useppe: l’epilessia. Come quasi tutte le malattie, ancora poco studiate all’epoca, c’era paura e stigma intorno ad essa ed Ida stessa si auto-convince che il suo “pischelletto” stia bene e che le crisi saranno passeggere. Ma è paradossalmente proprio in questo periodo che Useppe riesce a vivere come non ha mai potuto fare. 

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Il bambino non solo ha sempre vissuto nascosto, ma anche nell’eterna attesa del ritorno di suo fratello. Nino lo lasciava con la promessa di tornare, di vivere mille avventure insieme in questo futuro tutto da scrivere. Eppure anche in questo si percepisce la dimensione della sua esistenza: un bambino nato in segreto, nascosto, protetto e spesso troppo lasciato solo. In questi periodo con la presenza vigile del cane Bella vive per la prima volta per davvero, lontano dalla protezione di Ida e dai sogni di Nino. Ma la combinazione dell’epilessia e quella che oggi è a tutti gli effetti stress post traumatico, non smetterà di tormentarlo. 

Performance – La Storia recensione 

Sebbene girata prima degli eventi contemporanei la Storia riesce ad essere di pregnante attualità. Superlativo, come già accennato, il lavoro di Jasmine Trinca nei panni di Ida. Ruolo da cui riesce a estrapolare ogni sfumatura dei sentimenti che il personaggio vive; con la sua espressività più di tutto riesce a veicolare la paura, il terrore e il dolore negli occhi su cui la telecamera in primi piani indugia in diverse scene madre. Recita con ogni parte di se e con la fisicità mette in scena la ritrosia di Ida; quella stessa paura che si legge negli occhi si concretizza nel passo veloce e breve, cadenzato; nei movimenti dei corpo la schiena incurvata e la testa piegata indicano la sua reticenza e la paura di vivere. 

Bravissimi anche gli altri attori in primis l’esordiente Francesco Zenga che riesce ad incarnare la vitalità frenetica di Nino; Elio Germano nei panni di un uomo dal cuore d’oro e dalle ambizioni di libertà che non tradirà mai. Infine i piccoli Christian Liberati e Mattia Basciani; il primo con il viso tenero e gli occhi grandi riesce a fare emozionare con la sua fragilità di bimbo e la sua innocenza rubata senza dire una parola; Mattia Basciani invece trasmette benissimo la crescita e la confusione di sentimenti che dovrebbero essere estranei ad un bambino. Le performance però vengono esaltate da una regia attenta e meticolosa che cattura al momento giusto le emozioni più profonde; sequenze che anche senza una battuta arrivano dritte a chi guarda. Un regia essenziale e diretta che fa un ottimo lavoro. 

La Storia

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Conclusioni La Storia recensione

Giunti alla conclusione de La Storia recensione non possiamo che consigliare caldamente a chi ancora non lo avesse fatto di guardare la serie. Difficilmente possiamo trovare dei lati negativi; l’intera storia è struggente, si riesce ad empatizzare con i personaggi grazie all’ottimo lavoro fatto anche con una solida sceneggiatura che con dialoghi semplici ma d’effetto fa arrivare tutto a chi guarda. La serie non è lusinghiera nella sua rappresentazione della guerra, della povertà e del dolore ma la Storia è stata così, cruda e impietosa. Più di tutto però questo adattamento mostra sempre come le vere vittime della guerra siano i più poveri. 

Coloro che si ritrovano inconsapevoli e innocenti protagonisti di vicende più grandi di loro; vittime di situazioni che non possono controllare e in cui cercano di adattarsi e di andare avanti con la speranza di un futuro diverso. La sete di potere e l’ambizione che scatenano i conflitti non si preoccupano di chi incontrano sul loro cammino. Nel dare vita a questo messaggio la serie è riuscita brillantemente perché ciò che rimane è la consapevolezza di ciò che è stato e ribadisce – oggi più che mai – che la storia non solo non deve ripetersi, ma che deve essere da monito per il futuro. 

La Storia

Voto - 9

9

Voto

Lati positivi

  • La performance magnifica di Jasmine Trinca
  • Ottima regia
  • Ottima combinazione tra sceneggiatura e regia nel mettere in scena il periodo storico
  • Tematiche delicate ma di grande importanza anche nella storia contemporanea

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