La Terra dei Figli: recensione del film post- apocalittico tratto dal fumetto di Gipi

Il ritratto crudo e senza sconti di un mondo post apocalittico in cui tutto è distrutto, anche i sentimenti

La Terra dei Figli, di cui vi proponiamo la recensione, è un film che ci mostra il ritratto di un mondo desolato, regredito al suo stadio iniziale dopo una catastrofe ambientale. Tutto è rimesso in dubbio e come accade spesso per rinascere si deve tornare alle origini, ed è quello che accade in questo mondo. La desolazione, il freddo, la violenza, il baratto e la sopravvivenza sono alcuni dei punti focali di questo racconto. Il grande assente, in apparenza, è invece l’amore. I sentimenti e quel calore che ci rendono umani in questo mondo brutale e spietato non aiutano nessuno. La rappresentazione è cruda e non fa sconti, le atmosfere sono tese e dense, cariche di apprensione e di sospetto per un mondo snaturato e dall’equilibrio ormai perso. Non è per tutti visto il tono crudo della sua narrazione, ma manda un messaggio che coglie nel segno.

Giorgio Cupellini dirige il film che è un adattamento dell’omonimo fumetto di Gipi, del 2016, che ha riscosso notevole successo in Francia. Tra gli interpreti il giovane Leon de la Vallée, Paolo Pierobon, Maria Roveran, Fabrizio Ferracane, Maurizio Donadoni, ma anche Valeria Golino e Valerio Mastandrea. Un cast che riesce con le sue performance a trasmettere queste atmosfere di cui il film si fa portatore. Colpisce quella di Leon de la Vallée nei panni del protagonista che riesce ad incarnare al meglio il suo personaggio, così come Valerio Mastandrea. Analizziamo meglio il film nella nostra recensione.

Indice: 

Un mondo desolato – La Terra dei Figli, recensione

In un futuro indefinito il mondo è ridotto alla desolazione e alla frugalità. Su una palafitta al centro di una laguna vivono un Figlio con suo padre che si nutrono dei pochi pesci che riescono a pescare. Per sopravvivere fanno anche degli scambi con il loro burbero e spietato vicino, Arringo. Il rapporto tra padre e figlio è complicato, c’è un segreto che giace tra di loro e che il padre custodisce. In questo mondo nessuno sa più scrivere, i bambini piccoli non ci sono e la desolazione che li circonda sembra essere la conseguenza di una catastrofe a cui si riferiscono spesso come “I Veleni”. Ma se il padre scrive e riversa i suoi ricordi con cura sul proprio quaderno, il figlio non sa nulla. Non sa ne scrivere ne leggere e non gli viene neanche insegnato.

L’unica cosa che il padre gli insegna è come sopravvivere. Pescare, uccidere animali per nutrirsi, usare armi per difendersi e non fidarsi mai di nessuno. Un giorno però il padre muore e il ragazzo si ritrova con il quaderno che non sa decifrare. Da quel momento parte per un’avventura con il solo scopo di scoprire cosa suo padre pensasse di lui e cosa ci sia scritto tra quelle pagine. Cercherà di dissuaderlo la Strega, una donna non vedente che conosceva suo padre, ma che non potendo leggere non può fornirgli le risposte che cerca. Il ragazzo si avventura così oltre la chiusa, verso un mondo sconosciuto e pericoloso da cui il padre lo ha sempre messo in guardia. Incontrerà persone nuove a cui chiederà aiuto e grazie a cui, nelle buona e cattiva sorte, riuscirà ad imparare qualcosa di nuovo e diverso oltre al sopravvivere. 

La Terra dei figli recensione 2
Indigo Film, Rai Cinema, Wy Productions

Il potere dei sentimenti e delle parole

Il mondo descritto ne La Terra dei Figli è regredito. La povertà e  il freddo dominano così come la legge del più forte. Le interazioni con gli altri pochi esseri umani, al di là dei protagonisti sono basate sul baratto, sulle regole dello scambio. Non c’è diplomazia e non c’è dialogo, vigendo la legge del più forte ci sono solo imposizioni e ordini. A questo si collega l’assenza delle parole. Compaiono nel film solo all’interno del quaderno del padre senza che il figlio ne conosca il significato. Nonostante il ragazzo sia curioso, non gli vengono mai insegnante. Delle parole e della capacità di scrivere o leggere non se ne fa nulla in un mondo come quello. Ma le parole hanno un significato importantissimo, sono portatrici di ricordi e di sentimenti, gli altri grandi assenti nella pellicola. Tra il padre e il figlio non c’è amore, c’è solo paura. 

Le parole riescono non solo ad evocare qualcosa, ma permettono anche di trovare le risposte. Saranno proprio queste a rispondere alle domande del ragazzo rappresentando l’ultimo legame che gli è rimasto con il padre. Le parole si investono poi di un potere curativo per tutti i suoi protagonisti. Il ragazzo è stato cresciuto senza sviluppare dei sentimenti profondi perché in quella realtà avere qualcuno a cui si tiene è solo un’opportunità che si concede al nemico per attaccare. In quest’ottica meglio essere freddi e guardinghi. Essere sulla difensiva e non fidarsi mai di nessuno sono gli unici modi in cui c’è l’effettiva possibilità di sopravvivere. Una nota va poi dedicata alla triste rappresentazione delle donne in questo mondo dominato dagli uomini. Una donna può essere o merce di scambio o distrazione e sono rare tanto quanto i bambini. 

Un clima post-apocalittico  – La Terra dei Figli, recensione

Uno dei lati indubbiamente positivi che vogliamo evidenziare nella recensione de La Terra dei Figli è quello tecnico. L’amosfera post-apocalittica di desolazione, freddo e povertà viene resa benissimo sia con la sceneggiatura che con le ambientazioni. Le terre del delta del Po, del Polesine e della laguna di Chioggia offrono i paesaggi brulli e desolati caratterizzati dalle nebbie, dagli alberi spogli e le acque grigie del fiume. Il tutto rende perfettamente l’idea di un mondo abbandonato a se stesso e privo di vita. Altro punto forte è la scelta della musica. Ci sono intere sequenza accompagnate da musiche dai toni bassi e profondi che li caricano di attesa e contribuiscono alla tensione narrativa. Eccellente la fotografia sebbene per la maggior parte del film domini il buio. L’assenza di luce che metaforicamente rappresenta non solo l’ignoto ma un contatto diretto con la natura.

La struttura narrativa è in se abbastanza lineare con gli eventi che si susseguono in maniera naturale. Non si può tuttavia non chiedersi se potesse essere aggiunto altro o dare maggiore spazio alla storia. Si ha poi poca percezione del tempo che passa e il ritmo sembra essere eccessivamente dilatato. È proprio questo uno dei difetti, il ritmo troppo lento e la durata di quasi due ore. La tematica profonda e cruda non aiuta e non lo rende un film adattato a tutti. Tuttavia, come già detto, riesce a cogliere nel segno con un messaggio profondo. Apprezzabile la performance del protagonista che riesce meglio con l’espressività a rendere certe emozioni, di quanto faccia recitando con le parole. Ottimo anche Valerio Mastandrea sebbene il suo personaggio appaia per poco tempo. Un film quindi di cui ci rimane più che la sceneggiatura, il suo pregievole lato tecnico.

La Terra dei Figli recensione 4
Indigo Film, Rai Cinema, Wy Productions

Conclusioni 

Concludendo la nostra recensione de La Terra dei Figli vi consigliamo la visione del film. Ribadiamo che non è una visione adatta a tutti, sia perché crudo e senza sconti, sia per la tematiche non leggerissima. È un film che esplora nella profondità dei sentimenti, nella ancestrale natura degli esseri umani e del loro primario bisogno di sopravvivere. Ma più di tutto il film risulta un inno all’amore, ai sentimenti e alla loro forza. Incarna la speranza che grazie a questi il futuro possa essere migliore del passato. Ci fa capire che questi sono davvero l’unica cosa in grado di farci vivere, si può sopravvivere senza sicuramente, ma a che costo? C’è spazio per una riflessione sul potere delle parole e dell’istruzione, che qui non aiutano il protagonista nell’immediato ma che proprio nella loro assenza ci fanno capire la loro importanza.

Rappresenta anche un viaggio di crescita, un’esplorazione del mondo oltre i confini del conosciuto per scoprire com’è il mondo reale, fuori dalla comfort zone. Un altro aspetto interessante che poteva essere spiegato di più è il riferimento ai “veleni”. Non è ben chiaro cosa sia successo, se sono stati la conseguenza di un incidente che li ha rilasciati e che ha provocato la desolazione che troviamo nel mondo, o se è stato qualcosa di progettato. Si poteva sfruttare questo filone per proporre anche una riflessione sul cambiamento climatico e sulle conseguenze delle azioni, coscienti o non, dell’uomo. E infine non si può non pensare al confronto tra il passato dei padri e il futuro dei figli, a quanto questi paghino il prezzo degli errori dei primi, ma anche come possano cambiare il loro futuro. 

La Terra dei figli

Voto - 7.5

7.5

Voto

Lati positivi

  • Eccellente fotografia
  • Ottima la costruzione delle atmosfere post apocalittiche cariche di tensione
  • Interessante la riflessione di base del film

Lati negativi

  • Lunghezza eccessiva per le tematiche intense
  • Spunti mancati per altre riflessioni che potevano essere approfondite e affrontate esplorando più la storia

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