Lacci: recensione del film di Daniele Luchetti – Venezia 77

Il film di apertura della 77ª Mostra del Cinema di Venezia che parla dei legami che ci uniscono

Si sono accesi i riflettori sulla 77ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un’edizione particolare, con restrizioni e limitazioni imposte dalla situazione attuale ma fortemente voluta e altrettanto simbolica. Il Festival della ripartenza ha scelto come film di apertura Lacci di Daniele Luchetti, di cui vi presentiamo la nostra recensione. Tratto dall’omonimo romanzo del 2014 di Domenico Starnone, il film vanta un cast di nomi importanti del panorama nostrano: Luigi Lo Cascio, Alba Rohrwacher, Laura Morante, Silvio Orlando, Adriano Giannini e Giovanna Mezzogiorno.

Il regista di Mio fratello è figlio unico torna al Lido dopo ventidue anni. Anche nel 1998 aveva presentato un film tratto da un romanzo. In quel caso si trattava di I piccoli maestri di Luigi Meneghello. Quello raccontato da Luchetti in Lacci è un dramma familiare; il dramma di una coppia che seguiamo in ogni sua fase ed evoluzione a cavallo tra gli anni Ottanta (nel libro sono gli anni Settanta) e i giorni nostri. I lacci del titolo sono i legami indissolubili che continuano a tenere unite le persone nonostante tutto, più forti degli ostacoli che la vita para davanti. Lacci che sono metafora della vita coniugale stessa, vissuta come un insieme di vincoli che – con i suoi nodi indissolubili – soffoca e stringe. Analizziamo nella nostra recensione Lacci, il film di apertura della 77ª Mostra del Cinema di Venezia.

Indice

La trama – Lacci, la recensione

Napoli, anni Ottanta. Aldo e Vanda sono una coppia sposata e con due figli: Anna, la maggiore, e Sandro, il più piccolo. Conducono una vita tranquilla e il loro è un matrimonio in cui i ruoli sono ben stabiliti. Vanda è una madre solida e a tratti severa, che manda avanti la casa in tutto e per tutto. Aldo è un padre affettuoso e amorevole, che legge le fiabe della buonanotte ai suoi figli e ama trascorrere del tempo con loro. Mentre Vanda si occupa della gestione familiare, Aldo si divide tra Napoli e il suo lavoro di giornalista radiofonico a Roma.

Una sera, dopo una movimentata festa di Carnevale trascorsa in apparente allegria, Aldo confessa alla moglie di averla tradita. Per Vanda è un fulmine a ciel sereno, la rivelazione che fa crollare tutte le sue certezze. Vanda caccia Aldo di casa e l’uomo si trasferisce a Roma per vivere con Lidia, la donna di cui si è innamorato. Molti anni dopo, ritroviamo Vanda e Aldo ancora insieme; stanno per partire per una settimana di vacanza, lasciando a casa il loro amato gatto dal nome enigmatico, Labes. Al rientro dalle ferie i due ritrovano il grande appartamento in cui vivono completamente messo a soqquadro; Labes, invece, è scomparso. L’ipotesi più plausibile è quella dei ladri, ma l’effrazione sembra portare a galla i ricordi (e, appunto, i lacci) di una vita intera.

I legami che ci tengono insieme – Lacci, la recensione

Prendendo in prestito le parole dello stesso Daniele Luchetti, Lacci è un film che “racconta gli strani legami che tengono insieme le persone”. La storia – proprio come nel romanzo di Starnone – tocca i giusti tasti e si lega facilmente con le corde profonde dello spettatore. È un film malinconico, tormentato, spesso doloroso; quello di Vanda e Aldo è un dramma al quale lo spettatore non può fare a meno di partecipare emotivamente. Vediamo l’apparente equilibrio iniziale della coppia frantumarsi man mano sotto i nostri occhi. Ma non è solo la coppia a venir meno, non solo la famiglia; sono Aldo e Vanda come individui a sgretolarsi e ricomporsi (almeno parzialmente) nel corso della storia. Si sgretolano quando le debolezze di Aldo affiorano trascinando Vanda nel vortice delle conseguenze delle sue azioni. Si ricompongo quando li ritroviamo invecchiati, consapevoli, ancora insieme in virtù di quei lacci impossibili da allentare.

lacci recensione

Lacci. IBC Movie, Rai Cinema

Quello di Luchetti è un cinema che ha spesso al centro i rapporti umani e Lacci, in quest’ottica, non fa certo eccezione. La storia di partenza, per il regista, è il terreno fertile ideale per esprimere al meglio la sua indubbia abilità nel raccontare le relazioni. Ed è proprio l’unione tra il soggetto del film e lo stile del regista a costituire la vera forza di Lacci. Così, nel corso della narrazione, ci si ritrova sovente ad avere l’impressione che il film stia parlando di noi; delle nostre debolezze, delle nostre insoddisfazioni, dei nostri lacci. Come vedremo meglio nel corso della nostra recensione, Lacci è un film di attori; attori che, sapientemente diretti e particolarmente ispirati, riescono a restituire il portato interiore dei loro personaggi in ogni singola sfumatura.

Un film di attori – Lacci, la recensione

Proseguiamo la nostra recensione di Lacci soffermandoci proprio sulla prova degli attori. Tutti gli interpreti si rendono protagonisti di performance notevoli; su tutti però spiccano quelle di Alba Rohrwacher e Laura Morante. Entrambe impegnate nel ruolo di Vanda (Rohrwacher da giovane, Morante ai giorni nostri), le due attrici bucano letteralmente lo schermo. Sono in grado di comunicare anche solo attraverso uno sguardo e in questo aspetto, Alba Rohrwacher regala alcuni momenti di grande intensità. Davvero notevole, poi, la capacità di Laura Morante di fare propri e restituire sullo schermo i tratti caratteristici della Rohrwacher; questo si traduce in una perfetta continuità nel ritratto del personaggio di Vanda negli anni.

lacci recensione

Lacci. IBC Movie, Rai Cinema

Daniele Luchetti si distingue per la direzione davvero impeccabile degli attori; questo sodalizio riuscitissimo riesce a far dimenticare anche qualche difetto in fase di scrittura. Luchetti stesso firma la sceneggiatura insieme a Domenico Starnone e Francesco Piccolo. I dialoghi, infatti, a volte troppo artificiosi e letterari, suonano spesso poco credibili all’orecchio dello spettatore e a tratti paiono forzati. Ottimo invece il montaggio – curato dallo stesso regista insieme a Ael Dallier Vega – fluido nei vari piani temporali e vero e proprio alleato nel rendere la storia sempre incalzante e coinvolgente. Il tutto scandito dalle note (a tratti un ossimoro con quel che accade in scena) del Ballo del Letkiss delle gemelle Kessler. Ben costruito anche il finale, volutamente smorzato e sottovoce, al termine di un vero e proprio crescendo. Lacci verrà distribuito nelle sale italiane da 01 Distribution dal 1° ottobre.

Lacci - Venezia 77

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • La regia di Daniele Luchetti e la prova del cast
  • Il montaggio che aiuta a rendere la narrazione sempre coinvolgente

Lati negativi

  • Alcuni dialoghi a tratti troppo artificiosi e poco credibili

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *