Lost: recensione approfondita della serie TV cult

Oggi ci approcciamo a una delle serie tv più famose di tutti i tempi: Lost

Una recensione di Lost è probabilmente una delle cose più complesse da scrivere che si possa pensare. Questa opera non è solo una serie tv ma è diventata rapidamente un mattone imprescindibile della cultura pop mondiale. In questo articolo la nostra intenzione è dunque di fare un’analisi approfondita e recensione di Lost cercando di toccare i punti fondamentali e allo stesso tempo stando attenti a evitare spoilers. Nonostante siano passati ormai tanti anni dall’uscita di questa serie tv una delle cose peggiori che si possano fare è spoilerare trama o colpi di scena proprio a causa della sua natura. Speriamo di riuscire anche solo a scalfire la superficie di quell’universo complesso ma bellissimo che è quest’opera. Non dilunghiamoci quindi ultimamente: si comincia.

Lost è una serie televisiva statunitense, creata da J. J. Abrams (la cui figura abbiamo analizzato approfonditamente in questo articolo), Damon Lindelof e Jeffrey Lieber. Prodotta da ABC, Bad Robot Productions e Grass Skirt Productions, la serie è stata trasmessa negli Stati Uniti dal 2004 al 2010. Le riprese di questa serie tv si sono svolte principalmente sull’isola di Oahu (Hawaii). La serie rappresenta una delle produzioni più costose nella storia della televisione (il solo pilot è costato 12 milioni di dollari).

La serie è stata acclamata fin dal pilot ed è divenuta rapidamente un vero e proprio cult, arrivando a essere definita da molti come la miglior serie tv mai creata. Lost, oltre ad aver vinto un Golden Globe e tre Emmy Awards, è stata anche inserita nel 2013 al 27esimo posto tra le serie meglio scritte nella storia della televisione. L’influenza nella cultura (pop e non solo) di questa opera si può comprendere dalle numerosissime citazioni e riferimenti sparsi in altre opere: fumetti, libri, film e serie tv.

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Lost Recensione – Un nuovo mondo

Il 22 settembre 2004 l’aereo di linea 815 della compagnia australiana Oceanic Airlines, in volo da Sydney a Los Angeles, precipita su un’isola apparentemente disabitata. I sopravvissuti si accampano sulla spiaggia e si organizzano per resistere fino all’arrivo dei soccorsi, che però tardano ad arrivare.

Parlare oltre della trama è impossibile volendo evitare un qualsiasi tipo di spoiler. L’avventura comincia così, con l’arrivo in un nuovo mondo sconosciuto. Tutto, fin dal primo frame di questa serie, è incentrato sui personaggi sebbene alla fine il vero protagonista della serie è uno: l’isola. Fin dal principio veniamo introdotti a questo luogo misterioso su cui i passeggeri del volo sono finiti e su cui dovranno passare diverso tempo, scoprendo presto i misteri che si nascondono al suo interno. Durante le sei stagioni che compongono la serie (per un totale di 117 episodi senza contare quelli speciali) questa opera  ci fa entrare sempre più nel profondo dell’isola, del mistero e della vita e psicologia dei personaggi.

La storia che ci pongono davanti gli scrittori (perché questo sono, persino più che sceneggiatori) è senza dubbio uno degli intrecci più complessi, ben articolati e originali che la letteratura (nel senso più esteso del termine) abbia visto. Lost, come avremo modo di dire successivamente, è un’esperienza unica che difficilmente si può esperire in altri luoghi o modi. Ciò che trasmette attraverso cliffhanger, flashback, discorsi diretti e indiretti e altre metodologie narrative non solo è bello, ma anche unico.

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Lost Analisi – Mondi separati e intrecciati

Si vive insieme, si muore soli.

Questo rimane uno dei mantra che maggiormente compare all’interno dell’opera, sia dalla bocca dei protagonisti sia in alcuni titoli di episodi. Proprio riguardo questa frase possiamo trattare del prossimo punto: i personaggi. Sayid, Jack, Sawyer, Hurley, Claire, John, Kate e molti altri, ecco chi è l’elemento umano di Lost. Durante l’evolversi di tutta la vicenda accompagniamo tutti questi co-protagonisti (tali sono, avendo spesso pressoché la medesima importanza narrativa) nelle loro avventure e li vediamo crescere e maturare. Tutto ciò è impressionante, certo, ma potrebbe avere il limite di non conoscere il loro background e dunque non sapere da dove realmente questa evoluzione parta.

Gli sceneggiatori non lasciano nulla al caso e grazie a numerosissimi flashback, discorsi diretti e indiretti permettono allo spettatore di scavare dentro all’animo di ognuno dei quasi 50 personaggi. Sembrerebbe un’impresa impossibile e caotica, ma la grandezza di Lost compare proprio ora: ogni personaggio, anzi, ogni persona in questa opera è unica e con una caratterizzazione che è raro non solo vedere in serie tv o film ma persino in libri. Quasi ogni dettaglio della vita di ciascuno viene descritta e narrata spesso da più punti di vista e, come un mattoncino dopo l’altro, va a formare colui o colei che abbiamo di fronte.

Un fatto da osservare e che denota l’immensità di questa serie tv è il fatto che dopo alcune puntate o stagioni possiamo iniziare a comprendere come ogni personaggio reagirà agli avvenimenti. Altre volte, invece, possiamo rimanere sorpresi per colpi di scena che però vanno a spiegare un aspetto del carattere lasciato ancora nell’oscurità. Ripetiamo, l’osservare l’azione degli sceneggiatori in quest’opera oltre a generare un immenso senso di ammirazione pone un nuovo livello di caratterizzazione dei personaggi che si può dire sia ancora imbattuto.

Recensione Lost – Una mitologia

Cosa intendiamo quando parliamo di “mitologia di Lost“? Non è facile trattare di quest’argomento ma è senz’altro essenziale per unire molti puntini. Sono molte le pagine (Mitologia di Lost) o persino i portali (Lostpedia) in cui è possibile trovare una vera e propria enciclopedia di questa serie. Il motivo di ciò è semplice: Lost non è solo un’opera, una serie tv o una sceneggiatura. Lost è un universo. Ogni puntata lo comprendiamo sempre di più fino a quando cominciamo a sentire il bisogno impellente di iniziare a scrivere, teorizzare, complottare e capire. Non è raro scoprire che amici, parenti o persone che hanno cominciato la serie andando avanti hanno iniziato a tenere veri e propri diari o appunti per tenere a mente o per creare legami e collegamenti.

Questo bisogno di spiegazioni e di collegamenti ha fatto nascere moltissime pagine, gruppi, portali etc. dedicati proprio a questo: la mitologia di Lost. Ogni puntata che vedrete aggiungerà una risposta e dieci domande dentro alla vostra testa, questa è la magia della serie. Possiamo assicurarvi, però, che quasi ogni cosa ricevere una risposta e quello che non lo avrà… alla fine non importerà. Questo universo è realmente tanto complesso e pieno di legami da sembrare davvero un encefalo in cui comprendere tutti i collegamenti tra neuroni pare impossibile. Nonostante questo gli indizi ci sono, le informazioni vengono date (anche se centellinate) e sta a noi formare il puzzle.

Lost è questo: un’esperienza tanto intensa e potente da destabilizzarci. Non siamo abituati, da nessun medium, a entrare tanto in qualcosa e questo potrebbe quasi spaventarci. Il vivere quest’opera all’epoca dell’uscita è stato uno dei momenti che hanno forgiato la cultura pop; il viverla ora, da soli, può essere altrettanto intenso se lo vogliamo.

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Lost – Bene e male

Ma, in definitiva, di cosa parla Lost? Lost parla di noi. Parla di cosa è bene e cosa è male. Si parla dell’esperienza umana e della bellezza implacabile della natura. Parla di religione, spiritualità, morale, oscurità, speranza e rabbia. In definitiva, dopo più di un’attenta visione, appare chiaro che Lost parla di ogni cosa. Non c’è aspetto della vita che non venga in un modo o in un altro trattato. E non c’è tipo umano che non sia presente e non abbia uguale dignità. Così come non esiste in Lost un aspetto trattato superficialmente o lasciato al caso, un pensiero espresso che sia privo di significato.

Non possiamo evitare di parlare, certo, di alcuni contrattempi comparsi durante la lavorazione della serie, come lo sciopero degli sceneggiatori durante la quarta stagione o qualche altro piccolo difetto che rendono Lost semplicemente un’opera umana, è certo. Nonostante questo però il nostro consiglio rimane lo stesso: godetevelo. Nel caso non aveste ancora visto questo capolavoro dedicatevi anche solo un’oretta al giorno per vedere una o due puntate. Vivetelo, da soli o in compagnia, entrate in questo mondo e vivete una delle esperienza televisive più belle che siano mai state pensate. E quando arriverete al finale (di cui vi lasciamo la spiegazione in questo articolo) sarete persone nuove, maturate, rigenerate.

Abbiamo già usato questa metafora in precedenza ma è davvero la più calzante: questa opera è un puzzle, un puzzle che rappresenta un universo. Ci sono centinaia di migliaia di piccoli pezzi e sta a noi formare la figura. A volte alcuni pezzi si incastreranno bene, senza problemi, altre volte dovremo forzare un po’ la mano e ci feriranno. Nel complesso, però, nonostante alla fine non potremmo mai essere in possesso di tutte quante le tessere, allontanandoci di qualche passo vedremo un disegno più che bello. Ma la cosa ancora più magnifica non sarà il disegno in sé, quanto il ricordo del tempo passato a formarlo.

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Lost

Voto - 9.5

9.5

Lati positivi

  • Opera capostipite che ha forgiato il modo di creare serie tv
  • Ogni aspetto eccellente, dalla recitazione alla sceneggiatura alla regia

Lati negativi

  • Grande complessità

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