Love, Death & Robots 4: recensione della serie animata Netflix
Dopo una pausa di tre anni, la serie d'animazione antologica di Miller torna su Netflix con un nuovo volume che non ha nulla da invidiare ai precedenti
Love, Death & Robots ci aveva conquistati già dal primo episodio in cui un gruppo di macchine dotate di intelletto che commentano come gli esseri umani abbiano distrutto il pianeta in cui abitavano, avidi e ipocriti. Un racconto in cui il sarcasmo e la satira ne sono alla base e le cui caratteristiche si sono ripetute per tutte le seguenti tre stagioni, diventando il filo conduttore e la peculiarità principale della serie. Le tematiche, fin dal pilot, sono andate a braccetto con degli stili d’animazione differenti che hanno consacrato il matrimonio d’amore tra scrittura ed estetica.
Era quindi prevedibile che i fan chiedevano a gran voce l’arrivo di nuovi episodi dopo una pausa iniziata nel 2022 (qui la nostra recensione della terza stagione) senza troppe notizie di sorta sul futuro della serie, così come era prevedibile l’entusiasmo per l’annuncio della quarta stagione disponibile su Netflix dal 15 maggio. Dieci nuovi episodi che ripercorrono i messaggi a cui siamo già abituati, con un cast di doppiatori d’eccezione (da Brett Goldstein a Chris Parnell, da John Boyega a Bai Ling), con David Fincher e Tim Miller tra i produttori, la nuova stagione di Love, Death & Robots raccoglie storie che vanno dallo sci-fi, all’horror, al distopico, al religioso proponendo sempre stili differenti e avendo come filo conduttore esclusivamente le tematiche.
Indice
Il filo conduttore – Love, Death & Robots 4, la recensione

Love, Death & Robots. Blur Studio, Netflix Studios
Questa nuova stagione segue le orme delle precedenti parlando con sarcasmo della società, elevando i gatti a creature migliori degli esseri umani che, al contrario, sono brutali e malvagi. È questo il filo conduttore delle dieci puntate, la crudeltà degli uomini.
In Sonnie, un episodio che strizza l’occhio al cyberpunk distopico, una donna che ha perso tutto, tra cui parti del suo corpo sostituite da pezzi meccanici e suo marito che è stato ucciso da trafficanti intergalattici, si ritrova da sola in una decadente base spaziale. L’unica cosa che le fa compagnia è la sua rabbia cieca e la necessità di vendetta.
Supremazia felina – Love, Death & Robots 4, la recensione

Love, Death & Robots. Blur Studio, Netflix Studios
Come accennavamo, i gatti sono fondamentali per Love, Death & Robots. Nel pilot, a far compagnia alle lucubrazioni delle macchine, c’è un gatto che si gode la vita senza umani. In questa quarta stagione, quello stesso atteggiamento è stato preso a modello ed è diventato più che una citazione, una parte integrante di queste nuove puntate. In The Other Large Thing, il protagonista è il gatto di una coppia rozza, avida e dalla morale nulla che acquista un robot per occuparsi delle faccende domestiche. Non passa molto prima che il robot riconosca il gatto come padrone di casa e risponda esclusivamente a lui, formando una stramba coppia con l’obiettivo di conquistare il mondo.
For He Can Creep cede alla visione pagana dei gatti. Lodati da molte culture e religioni come delle vere e proprie divinità, Geoffrey, il gatto protagonista, si mette tra il suo padrone che vuole stipulare un patto con il Diavolo e Satana stesso. Assieme ad un gruppo di gatti randagi, Geoffrey preferisce sfidare apertamente Lucifero piuttosto che cedere alle richieste del suo padrone e diventare uno schiavo.
In conclusione – Love, Death & Robots 4, la recensione

Love, Death & Robots. Blur Studio, Netflix Studios
Si continua a parlare di religione e Satana nel quarto episodio, How Zeke Got Religion, in cui la lotta contro Satana assume delle connotazioni classiche. L’esercito si schiera contro dei nazisti religiosi che evocano Lucifero che si presenta sotto forma di angelo caduto crudele e devastante.
A riprendere, di nuovo, il pilot oramai iconico di Love, Death & Robots è la puntata dall’esplicativo titolo Smart Appliances, Stupid Owners in cui degli elettrodomestici dialogano tra di loro, cedendo alla voglia di criticare in maniera aspra e senza mezzi termini i rispettivi proprietari.
Questo nuovo volume di Love, Death & Robots miscela egregiamente il vecchio e il nuovo, il citazionismo e gli elementi a cui i fan si sono affezionati ad una ventata d’aria fresca che si trova più nell’estetica che nella scrittura. La serie antologica creata da Tim Miller continua ad essere una perla dell’animazione in grado di parlare di tematiche quali la corruzione dell’animo, l’ipocrisia umana (che trova il suo picco nella metafora messa in scena in The Screaming of the Tyrannosaur) e la supremazia felina senza mai diventare noioso. Al massimo gioca un po’ troppo sul già visto, andando sul sicuro e strizzando l’occhio ai fan di vecchia data, ma Love, Death & Robots continua ad essere un piacere per gli occhi.
Love, Death & Robots 4
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- La scrittura e le tematiche trattate
- I vari stili d'animazione
Lati negativi
- Questa nuova stagione non si discosta molto dalle altre, scegliendo la strada più sicura