Madres Paralelas: recensione del film di Pedro Almodovar – Venezia 78

Il film di apertura della 78ª Mostra del Cinema di Venezia, fra dramma privato e collettivo, passato e futuro

Ha preso ufficialmente il via, al Lido, la 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ad inaugurare la kermesse, quest’anno, c’è Madres Paralelas, film scritto e diretto da Pedro Almodovar di cui vi proponiamo la nostra recensione. Almodovar torna al Lido dopo aver presentato Fuori Concorso nella scorsa edizione il mediometraggio The Human Voice. Quest’anno il regista spagnolo è in corsa per il Leone d’Oro, dopo aver ricevuto nel 2019 quello alla carriera. Nel cast di Madres Paralelas, accanto a Penelope Cruz impegnata nel ruolo principale, anche Milena Smit, Rossy De Palma, Israel Elejalde, Aitana Sanchez-Gijon e Julieta Serrano. Prima di passare alla recensione vera e propria di Madres Paralelas, vediamo qui di seguito la sinossi ufficiale del film.

Due donne condividono la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Sono entrambe single e al termine di una gravidanza inattesa. Janis, di mezza età, non ha rimpianti e nelle ore che precedono il parto esulta di gioia. Ana invece è un’adolescente spaventata, contrita e traumatizzata. Janis tenta di rincuorarla mentre passeggiano tra le corsie dell’ospedale come delle sonnambule. Le poche parole che scambiano in queste ore creeranno un vincolo molto forte tra le due e il fato, nel fare il suo corso, complicherà in maniera clamorosa le vite di entrambe.

Indice:

Fra antenati e discendenti, fra personale e collettivo – Madres Paralelas, la recensione

Madres Paralelas si muove essenzialmente fra due binari: fra passato e presente, fra dimensione intima e personale e memoria collettiva. Il film si apre con Janis (Penelope Cruz) che cerca un modo per aprire la fossa comune in cui giace il suo bisnonno insieme ad altri uomini e donne assassinati durante la Guerra Civile Spagnola. Per farlo si avvale dell’aiuto di Arturo (Israel Elejalde), un antropologo forense, con cui Janis intraprende una relazione e di cui rimane incinta. Il personaggio di Janis è il fulcro della storia, l’elemento catalizzatore, il trait d’union fra i binari – paralleli, per l’appunto – in cui si muove la vicenda. Una donna allevata e cresciuta da donne, con un forte istinto materno e un attaccamento altrettanto pronunciato ed evidente alle sue radici. Janis ha un forte desiderio di futuro, che prende corpo attraverso la figlioletta Cecilia, tanto inaspettata quanto voluta.

A farle da contrappunto c’è il personaggio di Ana. Appena adolescente, fragile e senza una vera rete di sicurezza su cui poter contare, cresce in fretta quando a sua volta diventa madre. Con la nascita della piccola Anita vediamo Ana trasformarsi e prendersi le sue responsabilità, maturare pur mantenendo una vena infantile che la caratterizza per tutto il film. Ana non conosce il passato del suo Paese, non ha nemmeno esperienza indiretta della Guerra Civile, non ha legami con essa e con le sue tragedie. Sarà Janis ad accompagnarla nella formazione di una memoria storica e collettiva; lei a innescare la molla del cambiamento sul piano personale, anche in maniera traumatica e sconvolgente. Questo secondo aspetto della loro relazione è ben tratteggiato e approfondito; sul versante collettivo e civile, forse, avrebbe giovato un maggior approfondimento.

Madri imperfette

Le madri parallele che danno il titolo al film di Almodovar sono Janis ed Ana. Janis ed Ana, tuttavia, non sono le uniche madri che conosciamo col procedere della storia. C’è la madre di Ana, Teresa, e ci sono la madre, la nonna e la bisnonna di Janis. La prima è presenza concreta nella storia, personaggio sfaccettato e complesso pur nel suo essere secondario. La madre, la nonna e la bisnonna di di Janis sono invece ricordo, retaggio, memoria e origini del personaggio di Penelope Cruz; la loro presenza è altrettanto tangibile e determinante, anche se Almodovar ce le presenta solo attraverso i racconti e qualche fotografia in bianco e nero nell’appartamento di Janis. Quelle di Madres Paralelas sono tutte madri imperfette, donne riconoscibilissime come personaggi almodovariani. Tuttavia, l’impronta tipica pare meno intensa, quasi più sfumata, segno di un cambio di passo, una continua evoluzione nella visione del regista.

Penelope Cruz, alle prese con una parte tutt’altro che semplice e senz’altro dolorosa, rende al meglio ogni sfaccettatura della sua Janis. Milena Smit si fa artefice di una prova impostata sulle corde della naturalezza e dà vita a un personaggio con cui è impossibile non empatizzare. Le due protagoniste rappresentano due facce opposte e complementari dell’essere madri imperfette. Teresa, così come la madre e la nonna di Janis, un’altra faccia ancora, un’altra sfumatura e i loro ritratti sono tutti carichi di una certa tenerezza e comprensione da parte di Almodovar. Tenerezza e comprensione che finiscono per appartenere allo spettatore stesso. Come vedremo poco più avanti nella nostra recensione di Madres Paralelas, il film di apertura di Venezia 78 non è esente da difetti. Difetti che però non si riscontrano nella rappresentazione affettuosa e malinconica dei suoi personaggi femminili.

madres paralelas recensione

Madres Paralelas. Remotamente Films, El Deseo D.A.

Conclusioni – Madres Paralelas, la recensione

Pedro Almodovar ha celebrato la prova di Penelope Cruz, commentando come l’attrice abbia interpretato il personaggio più difficile della sua carriera; quello con i lati più oscuri, il più doloroso. E il coinvolgimento emotivo della Cruz, che traspare per tutta la durata del film, appassiona e commuove. Milena Smit è altrettanto brava anche se non tutte le interazioni fra le due funzionano e qualche scambio appare un po’ forzato e per questo meno efficace. L’immancabile Rossy De Palma, pur con una parte piccolissima, lascia a suo modo il suo segno inconfondibile e, sul finale, c’è spazio anche per un momento di profondità.

Avviandoci verso la conclusione della nostra recensione di Madres Paralelas, vale la pena sottolineare come il film di Almodovar sia insieme una sorpresa e una conferma. Almodovar si confronta col valore civile della Storia agganciandola alla vicenda personale e quanto mai intima delle sue protagoniste. Madres Paralelas è una celebrazione del femminile imperfetto e, nel contempo, un’esortazione (tramite il personaggio di Ana) a coltivare il ricordo e la memoria; a scavare in quella Storia che spesso e a sproposito sembra non appartenerci. Madres Paralelas, con le sue madri, i suoi figli e il suo messaggio politico dà il via a una Mostra del Cinema che sembra promettere davvero molto bene. L’ultimo film di Pedro Almodovar, in corsa per il Leone d’Oro, arriverà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 28 ottobre. L’invito è a non lasciarselo sfuggire.

 

Madres Paralelas

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Il ritratto delle madri e donne imperfette interpretate da Penelope Cruz e Milena Smit
  • Almodovar coniuga in maniera equilibrata e toccante il dramma privato delle protagoniste con quello collettivo del ricordo della Guerra Civile Spagnola

Lati negativi

  • Non tutti gli scambi tra Cruz e Smit funzionano e in alcuni momenti l'impressione è quella di una parziale forzatura

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *