Magnolia – Recensione del film di Paul Thomas Anderson

Nell’attesa – tanto sofferta – che il nuovo film di Paul Thomas Anderson, Phantom Thread, esca al cinema, noi di FilmPost abbiamo deciso di regalarvi la recensione del capolavoro del maestro, Magnolia.

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Il dramma per eccellenza

Magnolia è il miglior film drammatico di sempre? Forse sì, forse no. Una cosa però è certa: è il più completo. Tutte le più grandi paure insite nell’animo umano vengono sparate dritte nel cuore dello spettatore per 3 ore abbondanti e senza pietà. Un’analisi oggettiva della vita e della sua crudeltà che non lascia spazio alla speranza o alla fede verso qualcosa o qualcuno che possa migliorare le cose. No, la vita è un qualcosa di autonomo, che non si lascia condizionare da nulla eccetto che dal caso. La vita è dominata dal caso.

Fatta questa premessa, possiamo procedere con l’analisi della trama. Essa consiste nell’intreccio di più storie, che in realtà storie vere e proprie non sono. In pratica non succede nulla di sconvolgente tranne quando si fa riferimento al passato. Infatti tutti i drammi che vivono i personaggi  non sono dovuti ad avvenimenti del presente ma a situazioni e scelte passate. Dato il complesso intreccio della trama, esporremo la descrizione dei personaggi e delle relazioni che intercorrono tra essi.

Vite distrutte

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I personaggi sono:

  • Phil Parma: è l’infermiere di un moribondo malato di cancro; è colui di cui si sa meno ed è caratterizzato da un animo gentile e generoso. L’attore che lo interpreta è il grande compianto Philip Seymour Hoffman;
  • Earl Patridge: vecchio magnate del mondo dello spettacolo, è il malato accudito da Phil; ha sposato Linda dopo aver abbandonato la prima moglie anch’ella malata e il figlio Frank. Interpretato da Jason Robards;
  • Linda Patridge: è la seconda moglie di Earl che ha sposato per impossessarsi della sua eredità; adesso però ha scoperto di amare veramente il marito e ne condivide tristemente il dolore; è quindi la matrigna di Frank. Julianne Moore è l’attrice incaricata a svolgere questo ruolo;
  • Frank T.J. Mackey: aiuta altri uomini a conquistare le donne attraverso il suo programma “Seduci e distruggi”; prova un enorme odio verso il padre morente Earl. Personaggio interpretato da Tom Cruise;
  • “Quiz Kid” Donnie Smith: vecchio vincitore di “What Do Kids Know”, programma prodotto da Earl in passato; adesso è senza soldi e cerca di attirare le attenzioni di un barista di cui è innamorato. Ottima performance di William H. Macy;
  • Stanley Spector: attuale concorrente di “What Do Kids Know” cui partecipa solo perché costretto dal padre;
  • Jimmy Gator: conduttore di “What Do Kids Know”; ha scoperto di avere un tumore e preso dai sensi di colpa confessa alla moglie di averla tradita e di aver probabilmente molestato la figlia. Interpretato da Philip Baker Hall;
  • Claudia Wilson Gator: figlia di Jimmy, prova un odio tremendo verso il padre perché ricorda di essere stata molestata da lui; l’incontro con il poliziotto Jim sembra averle dato un consolazione;
  • Jim Kurring: è un poliziotto divorziato insicuro di sé; l’incontro con Claudia sarà il primo con una donna dopo il suo divorzio.

Imperfetti sconosciuti

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9 vite quindi. Tutte collegate tra di loro, seppur in maniera casuale. Per esempio, se Claudia Gator non fosse stata molestata dal padre probabilmente non si drogherebbe, quindi non avrebbe mai dato un motivo al poliziotto Jim di controllarle la casa e probabilmente non si sarebbero mai incontrati. In un certo senso, quindi, il più bell’evento della vita di Jim negli ultimi tre anni è stato possibile solo a causa di un’orrenda scelta presa in passato da Jimmy Gator. Questo esempio deve far riflettere: non siamo solo noi a decidere su noi stessi, ma ci sono altri fattori come il caso e le scelte di altre persone, persino di gente a noi sconosciuta.

Il passato, non solo il nostro, ma anche quello degli altri, potrebbe essere fondamentale per il nostro futuro. Come dice Jimmy Gator nel film: “Noi possiamo chiudere col passato ma il passato non chiude con noi”. Il titolo del film, Magnolia, indica un albero sempreverde presente sulla Terra da milioni di anni, simbolo del passato che si immischia col presente. Per certi popoli, la Magnolia porta anche fortuna, manifestazione del caso.

Ode al caso

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Molti considerano Magnolia un’opera quasi biblica. Invece, potrebbe trattarsi di tutto il contrario. Al posto di un Dio che con la sua mano provvidenziale decide le sorti della gente, troviamo il caso, il vero dio di questo film, che si manifesta cambiando le vite delle persone.

A tutti è capitato più volte nella vita di dire: “Questa cosa poteva capitare una volta sola su un miliardo, eppure è capitata”. Il film si apre con questa premessa, mostrando tre tipi di omicidi avvenuti in passato con dinamiche del tutto improbabili, in pieno stile coeniano. Neanche con una fervida immaginazione si potrebbero creare certe situazioni che in realtà accadono veramente. Come spiegare tutto ciò? Non si può, e il film ci dice proprio questo. Il caso, essendo una sorta di dio, non può essere spiegato scientificamente e il suo manifestarsi può solo essere ammirato senza porsi troppe domande.

Simbolo della casualità degli eventi è la famosa pioggia di rane. Se è successo che un ragazzo è stato ucciso da un colpo di fucile sparato dalla madre mentre cadeva dal terrazzo per suicidarsi, perché, allora, non può accadere che dal cielo piovano rane? La risposta è che in realtà questo può succedere. È il caso a renderlo possibile e, così come nella Bibbia Dio mandava locuste sulla Terra,  il caso lancia rane dal cielo, unendo sotto la stessa piaga tutti gli uomini.

Determinismo e caso, due temi antitetici che però si fondono nella realtà.

Il dramma della vita

Come detto, Magnolia è un film drammatico che tratta tutti i drammi della vita di una persona. Le cose che si temono di più sono il tradimento del proprio partner, la povertà, che nessuno ti conceda un po’ del proprio amore, che i tuoi genitori ti abbandonino, la malattia, la morte. Tutte riassunte in questa opera d’arte, che si limita a mostrarle senza dare soluzioni o consigli. Ci limitiamo quindi ad osservare queste persone disperate che in realtà sono tutte metafore delle nostre paure. Ci si immedesima quindi in ogni storia, merito anche degli attori. Cast stellare e performance della vita per alcuni. Primo fra tutti Tom Cruise che ci regala un’interpretazione magistrale e che si separa da altri suoi ruoli. Nessun attore stona, e tra gli altri, meritano un rimando Philip Seymour Hoffman, Jason Robards e Julianne Moore.

Tutto ciò è stato possibile grazie alla perfetta direzione di quel genio che è Paul Thomas Anderson. In questo film si vede tutto il suo amore per il cinema. Alcune scene sono d’antologia, sia per il contenuto, a volte pieno zeppo di citazioni e simboli, sia per la qualità tecnica. Carrellate alla Scorsese, piani sequenza magnifici, montaggi alla Wes Anderson, sceneggiatura (scritta sempre da Anderson) mai banale. C’è la storia del cinema in questo film; e c’è la storia della vita di ognuno di noi.

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