Recensione Film “Il sapore del successo”

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Il sapore del successo“, titolo originale “Burnt” è un film diretto da John Wells e scritto da Steven Knight.

Il protagonista assoluto del film è Bradley Cooper, affiancato da una splendida Sienna Miller,Omar Sy,Emma Thompson,Uma Thurman,Matthew Rhys e dall’italiano Riccardo Scamarcio.

Commedia senza dubbio “innovativa” quella di Wells , che di fatto della commedia ha ben poco. Non vi aspettate risate , nè nulla del genere, ma aspettatevi un film ben fatto,con una bella storia e con continui colpi di scena.

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Adam Jones(Bradley Cooper) è uno chef pluripremiato che ha gettato al vento la sua carriera inseguendo donne,droghe ed alcol. Dopo aver espiato le sue colpe strofinando un milione di ostriche sotto i rubinetti della Louisiana, torna a Londra, determinato a rimettersi al timone di una cucina d’eccellenza e a guadagnare la tanto ambita terza stella Michelin. L’ambita stella non è certo facile da conquistare e per riuscirci egli deve imparare a placare la sua arroganza, che tra l’altro caratterizza tutti i personaggi di Cooper, e deve imparare a fidarsi degli altri membri della sua squadra, cosa che non gli risulterà affatto semplice. Deve ancora affrontare vecchi rivali, strozzini ai quali deve molto denaro presumibilmente utilizzato per acquistare droghe e deve fare i conti con la bellissima Sienna Miller.

Il mix diretto da Wells sembra funzionare eccome, la frenesia delle scene girate in cucina viene alternata con le pause pensierose del protagonista.

Uno degli elementi che meno ha convinto la critica è stata la credibilità dello stesso Bradley Cooper in un ruolo del tutto innovativo che è quello del cuoco. Personalmente penso che l’ormai attore affermato Bradley Cooper sia riuscito ad interpretare dignitosamente un ruolo che per molti attori non sarebbe stato facile, per molti ma non per lui. Ormai non ci sono più dubbi su quello che è il grande talento di quest’ultimo, l’unica curiosità personale dopo averlo visto sempre interpretare ruoli forti caratterialmente parlando è quella di vederlo in un ruolo del tutto diverso, dove magari è lui stesso vittima di personalità arroganti.Il problema di Adam Jones, piuttosto, (e del film stesso) è che a un certo punto comincia a prendersi troppo sul serio. Senza invocare al suo posto un Will Ferrell (come fa un critico americano), ci basti dire che avremmo voluto fra le sue caratteristiche una minima dose di quell’ironia che accompagna le scene introduttive.

Dovendo tirare le somme in conclusione penso sia un film da vedere e che alla fine ha senza dubbio anche una morale: il lavoro di squadra vince sempre a differenza di quello individuale che non porta mai a nulla!

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