Shark – Il primo squalo: recensione del film con Jason Statham

Jon Turteltaub porta sullo schermo un avvincente film d'azione con Jason Statham e la diva cinese Bingbing Li

Shark Il primo squalo recensione. Jason Statham (Fast & Furious 8, I mercenari) e Li Bingbing (Transformers 4, Il regno proibito) sono i protagonisti dell’avvincente opera diretta da Jon Turteltaub. A completare il cast internazionale Rainn Wilson (The Office), Ruby Rose (John Wick-Capitolo 2), Page Kennedy (Rush Hour), Jessica McNamee (Sirens). Ólafur Darri Ólafsson (Animali Fantastici), Sophia Cai (Somewhere Only We Know), Masi Oka (Hawaii Five-0, Heroes) e Cliff Curtis (Fear the Walking Dead).

La pellicola è l’adattamento cinematografico del romanzo horror fantascientifico MEG pubblicato nel 1997 da Steve Alten. La Disney era interessata alla trasposizione cinematografica già nel 1996, quando opzionò i diritti cinematografici del romanzo. Le sceneggiature realizzate delusero però Alten, affermando che “il film avrebbe dovuto seguire la scienza e non il ridicolo”, così i diritti opzionati caddero.

La visione del film è consigliata a tutti coloro che hanno voglia di dedicarsi ad un monster movie senza pretese. A farla da padrona sono l’azione e l’adrenalina insieme ad uno Statham in grandissima forma.

Indice

Trama – Shark Il primo squalo recensione

Statham interpreta Jonas Taylor un esperto di salvataggi subacquei e dell’ambiente sottomarino; dopo il fallimento di una missione di recupero dove hanno perso la vita dei suoi amici, e collaboratori, decide di lasciare il suo lavoro. Al dolore causato dalla perdita si aggiunge la beffa, nessuno crede che la causa del mancato salvataggio sia un’imponente creatura che li ha attaccati mentre erano sul fondo dell’oceano.

Dopo qualche anno lo stesso scenario si ripete, infatti un sommergibile facente parte di un programma di osservazione sottomarina viene attaccato da una misteriosa creatura. Data la pericolosità della situazione, e contro il parere di molti, viene chiesto aiuto a Jonas Taylor. Sarà il dr. Zhang (Winston Chao) padre della ricercatrice Suyin Zhang (Bingbing Li) a convincere il burbero Taylor a lasciare il suo esilio volontario.

Ben presto i membri del team capiranno che non basterà un sol uomo per risolvere la situazione. Servirà l’unione degli sforzi di tutti per salvare le loro vite da un’inarrestabile e imprevista minaccia. Il Megalodonte, uno squalo preistorico, creduto estinto fino a quel momento, lungo quasi 23 metri. Il più grande predatore di sempre cercherà di dar la caccia ai protagonisti e non solo, seminando il terrore negli oceani e sulle spiagge.

Shark – Il primo squalo: recensione

Il film si presenta come il più classico dei monster movie, nell’accezione positiva della definizione. Gli ingredienti sono pochi ma vincenti: un eroe caduto che troverà il proprio riscatto, un mostro all’apparenza invincibile e scelte discutibili da parte dei protagonisti. Un’opera godibile e avvincente, ideale per le calde giornate d’agosto, periodo in cui storicamente le uscite in sala sono sempre fiacche.

Jason Statham dimostra di sentirsi suo agio in questo tipo di elemento, intendendo in questo modo non solo il film d’azione ma anche l’acqua. Non tutti sanno infatti che l’attore partecipò nel 1990 ai Giochi del Commonwealth come tuffatore. Il suo personaggio tiene a galla, nel vero senso della parola, tutto il film; Statham fornisce infatti un’ottima prova, interpretando in modo perfetto un ruolo che oramai Hollywood sembra avergli cucito addosso.Shark Il primo squalo recensione

La preparazione dell’attore britannico al film è stata meticolosa: durante un’intervista con EW ha dichiarato di aver nuotato con 20-30 squali nei pressi delle Fiji. A riguardo Statham ha dichiarato:

È buffo, perché quando sei sulla barca stai morendo di paura. Poi entri nell’oceano e le cose cambiano all’improvviso. Ti senti rilassato, quando entri nel loro ambiente la situazione si fa improvvisamente tranquilla, l’ansia sparisce. È un’esperienza che andrebbe fatta. Tutta la paura – o l’idea di paura – nasce prima di nuotare con loro. Quando sei immerso insieme a tutte quelle specie, è davvero fenomenale. Una delle migliori esperienze che si possano avere, secondo me. Mi piace molto fare immersioni subacquee, ogni volta che vado da qualche parte, se posso, mi immergo nell’oceano.

Shark Il primo squalo recensione del blockbuster estivo

Un punto a favore della pellicola è che il megalodonte non tarda ad apparire sullo schermo, essendo presente fin dalla prima scena, anche se indirettamente. In questo genere di film il rischio è sempre quello di vedere centellinata la presenza del “mostro”; non soddisfacendo così il motivo principale per cui lo spettatore decide di andare al cinema. Il pregio ulteriore è che il megalodonte, termine dal quale deriva il titolo originale “The Meg”, è realizzato con molta cura. L’interazione della creatura con i personaggi e l’acqua è realizzata molto bene, dando l’impressione che più che un film si stia quasi guardando un documentario.

Come in ogni film sugli squali che si rispetti la colonna sonora riesce ad accompagnare lo spettatore lungo il corso della pellicola in modo ottimale. La musica e i movimenti improvvisi e bruschi dello squalo faranno sobbalzare sul seggiolino gli animi più sensibili.Shark Il primo squalo recensione

Nonostante il film si presenti come il più classico dei blockbuster estivi cerca comunque di impartire una morale, stonando con l’atmosfera generale del film. Sarà infatti il dr. Zhang a chiedersi se il vero mostro non sia lo squalo ma l’uomo, che come al suo solito prima scopre e poi distrugge. Il suo appello, tanto accorato quanto inutile, verrà ignorato da tutti rimanendo inascoltato.

Nonostante cerchi di darsi inutilmente un tono più alto in un paio di momenti la pellicola si presenta comunque come un ottimo prodotto di svago. Riesce in modo perfetto a soddisfare lo spettatore concedendogli due ore di distrazione dal caldo estivo.

Shark - Il primo squalo

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Interpretazione di Jason Statham e più in generale del cast
  • Effetti speciali

Lati negativi

  • Scelte e azioni dei personaggi troppo lontane dal comune istinto di sopravvivenza
  • Espedienti narrativi deboli

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