Shelter: la recensione della prima stagione della serie mystery di Prime

Conclusasi il 22 settembre, la serie young adult tratta dal bestseller di Harlan Coben si conferma un mystery solido e avvincente, pur con qualche difetto

Con l’ottavo e ultimo episodio caricato ieri su Prime Video si è conclusa la prima stagione di Shelter, la serie young adult tratta dalla trilogia di romanzi mystery dello scrittore Harlan Coben. Una serie, incentrata sulle vicissitudini del sedicenne Mickey Bolitar, che porta su di sé il peso di un materiale narrativo corposo e intricato ma che, complice la presenza dell’autore stesso come showrunner, riesce a far quadrare il cerchio in modo soddisfacente e dignitoso, mantenendo intatti gli intenti e le atmosfere del romanzo e del mistero che ne sta alla base.

Un mistero che certamente, nel suo svelamento progressivo, ridimensiona in parte le aspettative, collocandosi in un contesto più convenzionale (si fa per dire) rispetto alle premesse e ai riferimenti veri o presunti (Stranger Things in primis), ma che resta a ogni modo coerente con la saga di romanzi cui è ispirato. Il risultato è così una serie che si conferma un pregevole prodotto young adult, mantenendo alta la tensione pur stemperandola spesso in dinamiche da teen drama. Un mix ideale che funziona a più livelli, vera forza di una storia non sempre coinvolgente come si vorrebbe ma originale e strutturata quanto basta per garantire un buon intrattenimento.

Indice:

Trama – Shelter recensione

Mickey Bolitar (Jaden Michael) ha davvero la sindrome dell’eroe, come dice chi gli sta attorno, o è piuttosto un predestinato? Certo è che, da quando si è trasferito a Kasselton, New Jersey, in seguito alla tragica morte dei genitori, i guai sembrano perseguitarlo, a partire dalla misteriosa scomparsa della matricola Ashley e dagli strani incontri con personaggi legati al passato di suo padre. È proprio uno di questi, la vecchia “Bat Lady” (Tovah Feldshuh), a catapultare Mickey nel bel mezzo di un complotto oscuro e intricatissimo fatto di ragazzini rapiti, storie sull’Olocausto e un passato famigliare pieno di ombre e segreti.

Il contesto ideale, insomma, per le indagini di Mickey e dei suoi nuovi amici – gli outsider Spoon (Adrian Greensmith) ed Ema (Abby Corrigan) e la cheerleader Rachel (Sage Linder) – per far luce su una vicenda decisamente complessa, tra false piste, suggestioni soprannaturali e scheletri in tanti, troppi armadi. Una vera e propria detective story, quella di questo gruppo di giovani investigatori in erba, che metterà a rischio la loro stessa vita, costringendoli a guardare dentro un passato, privato e collettivo, che avrebbe dovuto restare sepolto.

Shelter recensione

Shelter. Amazon Studios

Dentro al mistero

Avevamo già detto qui della capacità di Shelter di collocarsi sul confine sottile tra horror e thriller, giallo e mystery soprannaturale, richiamando un immaginario di facile presa sul pubblico – giovane e meno giovane – delle piattaforme. Un pregio che però, con il lento svelarsi del mistero al centro di questa prima (e ultima?) stagione, viene per forza di cose meno, ridimensionando, forse inevitabilmente, la portata dell’intera operazione.

Eppure, episodio dopo episodio, nonostante le aspettative deluse o, nel migliore dei casi, ridimensionate, la serie in questo modo finisce con l’essere meno derivativa di quello che sarebbe potuta essere, mettendo al centro della sua narrazione un mistero originale e decisamente poco prevedibile. Slittando lentamente dal soprannaturale a un complotto fatto di società segrete, rapimenti e tratte di esseri umani, tra organizzazioni criminali e ragazzi scomparsi o da salvare, Shelter crea infatti un intero mondo sotterraneo lentamente portato alla luce dai suoi giovani protagonisti.

Shelter recensione

Shelter. Amazon Studios

Ad altezza di teenager

Sono proprio questi protagonisti e le dinamiche che tra loro intercorrono, del resto, a mantenere alta l’attenzione, a permettere alla serie di avvincere e coinvolgere pur lasciando il giusto spazio al teen drama e ai suoi luoghi comuni. Un mix, quello tra thriller e commedia adolescenziale, che Shelter riesce a gestire fino alla fine, contaminando la sua storia di rapimenti e omicidi con amori più o meno clandestini e amicizie forti e sincere destinate a durare a lungo.

Una formula che resta quindi vincente, sorretta, da un lato, da una scrittura rigorosa che segue tutte le regole del genere e, dall’altro, da personaggi e interpreti sempre all’altezza (o quasi: la scarsa espressività del Mickey di Jaden Michael non migliora con il proseguire degli episodi), dalla spalla e “linea comica” Spoon alla zia di una sempre ottima Constance Zimmer. Quello che ne esce è un mystery dalla struttura solida e stratificata fatto, però, ad altezza e misura dei suoi giovani protagonisti, tra cambi di tono repentini per stemperare la drammaticità degli eventi e dinamiche tipiche del coming of age.

Shelter recensione

Shelter. Amazon Studios

Tra stereotipi e incertezze

È proprio l’anima da teen drama classico a fare di Shelter un prodotto di facile presa, sebbene il rischio di cadere nello stereotipo e nei luoghi comuni del filone resti forte e non sempre evitato del tutto (le storie, decisamente deboli e accessorie, del bullo e della ragazza popolare, ad esempio). Ma, allo stesso tempo, il prolungamento, a volte quasi innaturale, del mistero pare tradire l’indecisione della serie su ciò che sarà, incerta se valga ancora la pena per il pubblico visitare e sviscerare il suo mondo oramai svelato o passare ad altro.

Un problema non da poco, sul quale certo peserà la decisione se adattare o meno anche gli altri romanzi della saga e, quindi, se rinnovare la serie per una nuova stagione. Certo è che presi per quello che sono, questi otto episodi di Shelter, intrisi di mystery, amori adolescenziali (e non) e amicizia non deludono troppo le aspettative, presentandoci un universo coerente, interessante ed evocativo al punto giusto.

Shelter

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Shelter resta un buon mix di giallo e teen drama, coinvolgente e godibile
  • Oltre a un'anima thriller ben strutturata si avvale di personaggi interessanti e (alcune) buone prove attoriali

Lati negativi

  • Il protagonista, complice la recitazione poco convincente di Jaden Michael, non è tra i personaggi più memorabili
  • Lo svelamento del mistero al centro della serie rischia di non essere all'altezza delle aspettative iniziali

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