The Sandman 2: la recensione della prima parte della seconda e ultima stagione
Dopo tre anni di attesa torna su Netflix il personaggio nato dai fumetti di Neil Gaiman. Un ritorno ancora visivamente suggestivo ma, questa volta, con più problemi che pregi.
Il 3 luglio è stata caricata su Netflix la prima parte della seconda e ultima stagione di The Sandman 2. Un ritorno, quello dell’adattamento seriale del celebre fumetto creato da Neil Gaiman (qui anche co-ideatore assieme a David S. Goyer e Allan Heinberg), che prosegue le avventure del Signore dei Sogni a tre anni di distanza dalla prima stagione, confermando i pregi, ma, soprattutto, i difetti dell’annata precedente. Terminato il ciclo narrativo forse più interessante e, per certi versi, adattabile della saga, alla serie non resta infatti che confrontarsi con una vicenda più dispersiva, lenta e riflessiva della precedente, con esiti spesso inferiori alle aspettative.
Divisa in due parti (la seconda sarà caricata interamente il 24 luglio, a eccezione di un episodio speciale previsto per il 31), questa stagione conclusiva (decisione arrivata probabilmente dopo le accuse di violenza rivolte a Gaiman), adattamento degli albi “La stagione delle nebbie” e “Il gioco della vita”, tenta così di riprodurre gli elementi che hanno contribuito al successo dell’annata precedente (la resa visiva, le suggestioni stilistiche, la caratterizzazione dei personaggi) aumentando però anche le criticità e dando vita a una prima parte di stagione a tratti confusionaria e dal ritmo altalenante.
Indice:
Trama – The Sandman 2 recensione
Dopo essersi liberato da un secolo di prigionia, aver recuperato i suoi strumenti magici e aver scongiurato il collasso del mondo dei sogni, Morfeo (Tom Sturridge) si ritrova finalmente a poter gestire in pace il suo regno. Ma, a una riunione con i suoi fratelli, gli Eterni, finisce per scontrarsi con Desiderio (Mason Alexander Park), decidendo, provocato, di tornare all’Inferno per liberare Nada, l’unica mortale che abbia mai amato. Quello che non può sospettare, però, è che Lucifero (Gwendoline Christie) ha in mente di abdicare al trono e dare proprio a lui le chiavi del suo regno.
Ritrovatosi all’improvviso Re degli Inferi Morfeo dovrà così decidere a quali divinità o demoni lasciare quella patata bollente, cercando, nel frattempo, un modo per trovare e liberare Nada. Riuscirà Sogno a portare la pace nei diversi regni e nella sua disastrata famiglia, nel frattempo ancora scossa per la scomparsa del loro fratello Distruzione, una perdita cui la sorella Delirio (Esme Creed-Miles), in particolare, non sembra rassegnarsi?

The Sandman. Warner Bros. Television
All’insegna del cambiamento
“I sogni, come ogni sognatore, sono unici. Eppure l’unica cosa che tutti i sogni hanno in comune è il cambiamento”. Una regola, quella spiegata da Sogno all’inizio di questa seconda stagione di The Sandman 2, che potrebbe valere anche per la natura stessa della sua vicenda, tanto fumettistica quanto seriale. Perché è proprio all’insegna del cambiamento e di una forma via via sempre differente che sembra essere orientata la parabola del Signore dei sogni. Una differenza – di tono, di ritmo, di contenuti – già presente tra i primi albi a fumetti (“Preludi e notturni” e “Casa di bambola”, adattati nella prima annata) e i successivi e, inevitabilmente, ancora più evidente tra la prima e la seconda stagione di questo adattamento seriale.
Se il primo ciclo di avventure di Morfeo era infatti fondamentalmente una quest, un viaggio di ricerca dalla struttura chiara, forte e definita, questa seconda parte delle gesta di Sogno e dei suoi fratelli è invece caratterizzata da una storia dalla narrazione più dilatata e riflessiva. Un’avventura che gira attorno a temi quali perdono, memoria, senso di colpa e perdita espandendo, non senza problemi, l’universo narrativo iniziale e la sua complessa mitologia.

The Sandman. Warner Bros. Television
Tra Storia, mito e sogno
Messo da parte lo stupore e l’originalità della prima annata, questa prima parte della seconda e ultima stagione punta così i riflettori soprattutto su un Sogno sempre più tormentato dal passato e sulla sua famiglia disfunzionale, tra legami sentimentali e un’introspezione più marcata. Quasi un dramma famigliare in salsa fantasy intervallato da lunghi flashback che rivisitano Storia e mito (la genesi di “Sogno di una notte di mezza estate”, il mito di Orfeo ed Euridice, Robespierre e la Rivoluzione francese) e che restituiscono la capacità di Gaiman di accostare immaginari eterogenei in un mix interessante ed evocativo.
Quello che però, ancora una volta, The Sandman 2 non riesce a restituire appieno è proprio l’aspetto più evocativo e poetico del fumetto. La sua capacità di unire miti, religioni e mondi differenti mantenendo la sua atmosfera sempre sospesa tra mito e sogno, realtà e fantasia. Una criticità che emerge maggiormente (e, forse, inevitabilmente) proprio in questa seconda annata, non più sorretta da una struttura forte e immediata e quindi in balia di suggestioni poetiche e allegoriche che se sulla carta potevano funzionare, nel formato seriale trovano più difficoltà, risultando spesso forzate.

The Sandman. Warner Bros. Television
Fedeli a ogni costo
Le ambiguità mitologiche del fumetto di Gaiman, un’opera capace di creare un mondo in cui tutti i miti e le credenze coesistevano in maniera sognante e mai forzata, diventano così nella serie ambiguità strutturali, pericolosamente più vicine a incongruenze o buchi narrativi (l’Inferno e l’Ade coesistono senza spiegazioni) piuttosto che a scelte estetiche o poetiche ben precise e articolate. Una difficoltà di approccio che fa il paio con il cambio di prospettiva e di ritmo cui la serie va inevitabilmente incontro.
Un cambiamento che, per questi motivi, pur non discostandosi troppo dal fumetto, rende The Sandman 2 sicuramente meno avvincente e coinvolgente rispetto alla prima stagione. Facendo proprio della sua sbandierata fedeltà al materiale di partenza il suo principale punto debole. Un peccato per un titolo che, viste le premesse, avrebbe davvero potuto riscrivere l’immaginario fantasy del piccolo schermo e che invece sembra orientato (anche per cause di forza maggiore) a concludersi adagiandosi nell’anonimato del prodotto medio Netflix.
The Sandman
Voto - 6
6
Lati positivi
- Il fascino visivo e la qualità tecnica, seppur senza particolari guizzi inventivi rispetto alla stagione precedente, si riconfermano tra i punti di forza della serie
Lati negativi
- Complici albi più difficili da trasporre, la serie ha un evidente calo di ritmo e a risentirne è soprattutto una narrazione dilatata e frammentaria
- Incapace di restituire al meglio il mondo sognante e fortemente simbolico del fumetto a volte la serie sembra avere problemi di coerenza interna