Tuo, Simon – Recensione del film di Greg Berlanti

Tratto da un romanzo di Becky Albertalli, “Tuo, Simon” si rivela toccante e scorrevole

È difficile riuscire a trovare la serenità in una fase confusa come quella dell’adolescenza. In relazione a questo momento della vita di ciascuno di noi, l’ambiente scolastico gioca un ruolo fondamentale. Simon lo sa bene, ed è proprio per questo che è determinato a mantenere il suo segreto. Purtroppo però non tutto va sempre come vogliamo…

In questa recensione parleremo di “Tuo, Simon”, dalla regia di Greg Berlantini. Il film è un teen-dramma profondamente incentrato sul tema dell’omosessualità, toccante e godibile. È l’adattamento cinematografico del romanzo  di Becky Albertalli “Non so chi sei, ma io sono qui”. La storia ruota attorno al protagonista Simon, il quale coltiva un rapporto di forte affetto con un amico di penna virtuale chiamato “Blue”. Simon è omosessuale e, non vivendo in armonia la sua sfera sessuale, trova la stabilità emotiva proprio grazie all’aiuto di questo compagno di mail. Naturalmente molteplici eventi porteranno alla rottura di questo equilibrio, con delle ingenti conseguenze.

Tuo, Simon – Recensione del film di Greg Berlanti

Un gradevole adattamento

Il film pone dall’inizio le basi per quello che sarà l’intreccio degli eventi. Simon (Nick Robinson), studente tipo americano di buona famiglia e dalla vita normale, è segretamente gay. Trascorre la maggior parte delle sue giornate con i suoi amici Leah (Katherine Langford), Nick (Jorge Lendeborg Jr.) e Abby (Alexandra Suso).La sua felicità quotidiana è data dalla relazione con “Blue”, personalità anonima con la quale si scambia mail e di cui ben presto s’innamora. La situazione degenera quando un amico di Simon, Martin, finisce in possesso di una delle mail incriminanti. Minacciando di pubblicarla online chiede, in cambio del suo silenzio, un aiuto nel sedurre Abby, della quale Martin è totalmente invaghito.

Alla luce di quanto ci viene mostrato Tuo, Simon si rivela efficiente nell’intrattenere lo spettatore. La storia non annoia quasi mai, è dinamica e non presenta punti morti. L’adattamento del romanzo di Becky Albertalli è senza dubbio ben riuscito. Il risultato cinematografico è un racconto che intenerisce e che a tratti è in grado di commuovere.

Tuttavia c’è da dire, a onor del vero, che qualche difetto al livello di sceneggiatura il film lo presenta. Ad esempio molti personaggi secondari, come Nick o Mr. Worth, appaiono più delle “macchiette” che dei personaggi caratteristici. Svariati cliché ricorrono lungo la narrazione e molte reazione umane appaiono esagerate, quasi ingiustificate. Questi sono sì punti a sfavore, ma non compromettono in modo grave un prodotto nato come semplice teen – drama, senza pretese smoderate.

La morale

Come già detto ad inizio recensione, il periodo dell’adolescenza è particolarmente delicato per tutti. È il momento in cui si acquisisce una propria personalità, i timori lasciano spazio all’estro e si sente il bisogno di far sapere al mondo di noi, del nostro essere vivi e vogliosi di lasciare il segno. Questo però, per un ragazzo come Simon, è un qualcosa che risulta veramente ostico. A quest’età è più facile essere feriti dai giudizi altrui; così facendo, tutto ciò che riguarda la sfera sessuale viene enormemente amplificato. Per un ragazzo o una ragazza gay, l’ipotesi del coming out all’interno di una dimensione scolastica suscita non pochi timori. Si tratta degli stessi timori che inducono Simon a mantenere il suo silenzio il più a lungo possibile.

 

A volte mi sembra che tutti sappiano chi sono, tranne me.

tuo simon recensione

La pellicola tuttavia qualche spunto morale lo propone. Una condizione tale può sembrare insormontabile se si è soli, ma diventa più semplice da gestire con il giusto aiuto. Un sostegno fondamentale lo si può trovare in più modi, che sia nella complicità di un amico, nella comprensione da parte di altri ragazzi con le medesime paure o nell’affetto della famiglia. Tutto sta nel tenere bene a mente, a discapito delle convinzioni fittizie che ci si crea, che non si è mai soli. Ci sarà sempre qualcuno pronto a porgere la mano, aiutandoci ad affrontare noi stessi ed i nostri demoni. Un semplice aiuto può non solo eclissare un problema, ma anche aiutarci a far luce sulla vera bellezza della vita.

Conclusioni

Con questa sceneggiatura adattata, Greg Berlanti porta sul grande schermo una commedia sentimentale che a suo modo colpisce l’interesse di pubblico e critica. Nonostante svariate scelte narrative risultino banali e già viste, il film nella sua interezza si fa valere, in alcuni punti in particolare con sequenze molto originali. Offre buoni spunti di riflessione allo spettatore e chissà, magari anche una carica di positività a chi, nel suo piccolo, una situazione affine a quella di Simon la sta vivendo per davvero. Tuo, Simon si appresta a far parlare di se, commovendo i più sensibili e regalando al pubblico un’esperienza intensa e toccante.

Tuo, Simon

Rating - 7

7

Lati positivi

  • Storia emozionante e mai noiosa
  • Offre numerosi spunti di riflessione

Lati negativi

  • Uso di cliché ricorrenti lungo la trama
  • Personaggi a tratti troppo caricaturali

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