Up: recensione del film targato Pixar

Presentato al Festival di Cannes del 2009, Up è uno dei film di animazione più belli degli ultimi decenni

62esimo Festival del cinema di Cannes, anno 2009. Il lungometraggio Up, nato dalla decima co-produzione Pixar e Disney, viene proiettato alla cerimonia di apertura. Le aspettative sono alte, e infatti Up non delude. La pellicola di animazione diretta da Pete Docter, già regista dei fortuiti Monsters & Co. e Inside Out, vince ben due premi Oscar. Il primo è ovviamente quello di miglior film d’animazione, mentre il secondo va alla miglior colonna sonora, opera di Michael Giacchino, non nuovo alle collaborazioni con la Pixar (Ratatouille e Gli Incredibili).

Di seguito vi proponiamo la nostra recensione di Up, ideato dalla Pixar Animation Studios ben dieci anni fa. Ancora oggi continua a riconfermarsi uno dei film di animazione più belli degli ultimi tempi.

Up: gli antefatti

Carl Fredricksen è un bambino intraprendente e curioso, sempre alla ricerca di avventure. Il suo sogno nel cassetto è quello di seguire le orme dell’esploratore, e suo idolo, Charles Muntz. Un giorno, mentre cammina per strada, sente una voce provenire da una casa disabitata. La curiosità ha la meglio, e una volta entrato scopre che appartiene ad una bambina, sua coetanea, di nome Ellie.

Fin da subito è chiaro che entrambi condividano la passione per l’avventura e l’esplorazione, e che quella che nasce come un’amicizia presto muterà in amore. Attraverso una serie di veloci sequenze narrative ripercorriamo tutte le tappe della loro storia, dal matrimonio, all’acquisto della loro prima casa, ai progetti e alla promessa di vedere insieme le Cascate Paradiso in Sud America.

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Ma Ellie non riesce a mantenere la promessa fatta a Carl. La sua scomparsa avviene quando ormai entrambi sono in età senile, ma segna duramente l’uomo, che da lì in poi si chiuderà al mondo e alla vita. Tutto cambia, però, quando un piccolo scout di nome Russell bussa alla sua porta.

Up: la metafora della casa

La storia viene raccontata sempre secondo il punto di vista di Carl, un anziano burbero che ha rinunciato al suo sogno di vivere l’avventura a causa della morte di Ellie, sua moglie. Il suo spirito esplorativo è mutato per sempre, non esce mai dal perimetro del suo cortile e il mondo esterno ha perso per lui ogni interesse. L’unica cosa a cui tiene è la sua casa. In una scena significativa agli inizi del film, per esempio, Carl attacca un operaio che per incuria urta la sua cassetta delle lettere.

È proprio la casa uno degli elementi essenziali del film. A conferma di ciò, quando Carl è messo alle strette e viene obbligato ad andare in una casa di riposo, l’unica soluzione che gli viene in mente è quella di fuggire con tutta la casa. Gonfiando centinaia di palloncini riesce a farle prendere il volo, e inizia per lui l’avventura. La casa rappresenta chiaramente una metafora di sua moglie Ellie. L’attaccamento di Carl per quel luogo pieno di ricordi materiali e sentimentali, in cui si sono amati nel bene e nel male, è tutto ciò che gli resta di lei ed è pronto a tutto pur di difenderlo. Proprio per questo il finale, un po’ prevedibile ma legittimo, va visto in chiave simbolica.

Up: il personaggio di Russell

La realtà grigia e piatta di Carl viene sconvolta dall’entrata in scena di Russell. Il piccolo boy-scout ha il compito di aiutare un anziano nei suoi compiti quotidiani per ricevere una stella di merito. I vari rifiuti di Carl si rivelano vani tanto che Russell lo seguirà persino nella sua avventura con la casa volante.

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Grazie alla presenza del bambino e alla sua innocenza infantile, non ancora compromessa dall’esperienza del dolore, Carl riesce a distrarsi e a lasciarsi andare per un po’. Lo spirito di Russell ricorda quello di Carl quando aveva più o meno la sua età. Inconsapevolmente il giovane boy-scout lo aiuta a lasciarsi il passato alle spalle e tornare bambino almeno per tutta la durata della loro avventura. Quando questa terminerà, entrambi avranno trovato un valido amico.

Up: in dettaglio

Quando Up uscì nelle sale cinematografiche fu subito chiaro che non sarebbe stato un successo passeggero. Il motivo della sua buona riuscita non è solo da attribuirsi ad un’animazione incredibile, colorata e vivace o al perfetto equilibrio tra i momenti strappalacrime e quelli invece di ilarità. Up, che ricordiamo fa parte della famiglia Pixar ed in parte Disney, deve il suo successo al fatto che non si rivolge solo ad un pubblico di bambini.

Tra le tematiche affrontate, infatti, troviamo quella della morte come occasione di rinascita personale, indirizzata anche ad un pubblico più adulto. E poi viene spesso rimarcata l’importanza di continuare a seguire (o inseguire) i propri sogni, indipendentemente dall’età anagrafica.

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Per quanto riguarda un approfondimento un po’ più tecnico, salta subito agli occhi che ogni fotogramma è curato nel minimo dettaglio. Oltre all’estetica della scenografia non mancano i colpi di scena, che arricchiscono la struttura della narrazione nonostante, come in tutti i film di animazione per bambini, il finale sia scontato. Inoltre Up è stato il trampolino di lancio della Pixar, per quanto riguarda la proiezione, nel mondo del formato digitale tridimensionale.

Insomma, che voi siate amanti del mondo dell’animazione digitale o meno, Up ha la capacità di conquistarvi proponendovi un film di qualità che è sorretto da una trama solida ed una buona dose di risate e lacrime (marchio di fabbrica Pixar). Qui vi proponiamo una Top 5 dei migliori film di animazione che non potete assolutamente perdere.

Buona visione!

Up

voto - 8

8

Lati positivi

  • L'invito a credere sempre nei propri sogni
  • Film per tutta la famiglia

Lati negativi

  • Spesso malinconico

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